Critica Sociale - Anno VI - n. 19 - 1 ottobre 1896

CRITICA SOCIALE 291 conrusione d'interessi e spesso di persone. Per un cui'ioso movimento di reversione, le cui cause economiche sarebbero degno soggetto di analisi, questa confusione cresceva cogli anni 1 scambio di scemare. r due partiti - a parte il gergo tradi• zionale che è dato ai partiti per dissimulare il loro vero essere - erano gi:\ cosi simili fra loro, da poter venil'e scambiati senza danno per nessuno dei due; e la Destra, dacchè la Sintst,-a ebbe fatto le sue prove al potere, non ebbe pili, all'infuori delle competizioni puramente personali, alcuna so– lida ragione di agognare a sostituirla. Ne nacque il trasforniisnio, c[1e doveva essere il padre legit• timo del c1~tspismo: due fenomeni d'involuzione politica, determinati da questa speciale condizione di lotta di classi e assolutamente superiori al vo– lere degli uomini. Gli effetti, tuttavia, della divisione iniziale per– durarono, per forza d'inerzia, alcuni anni, e si ebbe l'allargamento del volo dell'82, che quadruplicò il numero degli elettori, portandolo da 600 mila a oltre 2 milioni, saliti ad oltre 3 milioni alla fine del de· cennio. Ma questo allargamento, con cui la Sinistra giustificava in qualche modo la sua ascesa al potere o pagava i debiti contratti in quell'occasione con l'J<.:strem,aSinistra, che ve l'a\·eva aiutata, non era una conquista popolare né un bisogno universal– mente sentito (il numero dei votanti non superò mai stabilmente il GO¼ dogli inscritti), e oltrepas– sava i bisogni delle varie frazioni della classe diri– gente. Era stato la,·gtto quando e perché non pre– sentava alcun pericolo: i barbari, i socialisti, erano anco,·a lontani; doveva essere ritolto non appena un pericolo si delineasse sull'orizzonte. Il segnale fu dato dagli eventi di Sicilia. E il Crispi, che ave\•a nel s~o vecchio prog1·amma il suffragio unive1·sale e la più sconfinata libertà (e che del resto, nel suo precedente Gabinetto, non era stato più 1·eazionario di qualsiasi altro mi– nistro), fece votare dal Parlamento, nello stesso mese di luglio 189-J, a una seltimana di distanza, due ordini di provvedimenti assolutamente gemelli e destinati e completarsi; la legge contro i socia– listi gabellati per anarchici, rinforzata dall'altra sulla stampa (19 luglio), e la legge per la revisione straordinaria delle liste politiche (I I luglio), pas– sata, sotto pretesto di « epura1.ione » - nel letargo idiota della vita politica italiana - senza reazione né sgomento, e che rese possibile radiare dalle liste oltre un milione di elettori, un buon terzo del corpo elettorale, ridotto così, d'un colpo, dal tO al (! 'i, della popolazione ('). Si tornava a g,·andi passi, benchè in forma ipocrita, verso il suffragio ristretto del 1860, determinalo dal censo. Ma la prova fatta da quella legge non fu del lutto soddisfacente per la classe dirigente, fusasi ormai sostanzialmente in un solo partito e rappresentata alla Camera da una schiacciante maggioranza. L'urna, per quanto slremal.:'l, protestava anco,·a contro le sopraffazioni delle leggi di polizia. Bi– sognava quindi toglierle anche questo nerbo, ri• durla, come ai primi anni del regno, ad una Regia degli alti papaveri del parassitismo italiano. Oli eventi d'Africa, epifenomeno del fenomeno politico italiano, atterravano il Crispi persona. non pote– \1ano sradicare il crispismo. La lotta di classe - questa vile lotta di classe italiana - designava ironicamente nel suo avversario, Rudini, il suo erede e il suo continuatore. Il quale, con una nuova leggina elettorale - che tenterà di far approvare fra la disatten1.ione e l'apatia del paese - compirà 11)In talune J>Nvlncie. eetondo il Bodio, la raleidia ru anli maggiore della media: Torfno da 15~mila a ~3 mi!a i Aqulla da ,4 a I~ m\lt1., o Bar « l'opera di distruzione » del suo predecessore, se– questrerà dalle liste un altro milione di elettori, ossia ci ridurrà, poco su poco giù, tenuto conto del– l'aumento della popolazione, alle condizioni del '60; al suffragio 1·istretto, a base di censo. E così l'Italia - a ritroso del cammino della ci– viltà - 6raloppa allegramente per la china della guerra Cl\'ile. . .. Fu contro questo tentali\ro, fu a difesa da questo agguato, che insorse il Comizio di ~,filano, procla• mando la necessità di un'agitazione pel suffragio universale, uguale, diretto e senza restrizioni, in risposta al progetto di legge il cui annunzio i gior– nali ci offrivano come dono di XX settembre del ~:rinistero alla azione. Questo progetto di legge s'incardina su quattro punti essenziali: condizione del domicilio portata da sei mesi a due anni; maggiori garanzie a prova dell'alfabetismo; scrutinio di lista nelle città pluri– collegiali; candidature ufficialmente preannunziai.e, come nel sistema belga, con accettazione scritta del candidato e nullifa delle elezioni dei condan– nati politici. Il resto non è che pol\lere negli occhi, onde presen taro il progetto come tendente a « me– glio garantire la sincerità o la libertà elettorale•- Vediamo ora quale since1·ità e libertà guaren– tiscono questi quattro punti capitali, che merite– ranno alla legge - a ben maggior ragione che nel Belgio - il nomignolo di« legge delle quattro infamie». Condi~tone di dMnictlio J}rolungata. - La grande industria che si va sviluppando, a vantaggio della borghesia, in alcune zone d'Italia - in quelle dove per fatalità logica deve attecchire il socia• lismo - polverizza l'elemento operaio, lo caccia. da Stato a Stato, da Comune a Comune, da rtuar– tiere a quartiere della stessa città, a seconda del bisogno degl'imprenditori. li domicilio dell'operaio è il domicilio dell'anno, del mese, della settimana. Il nuovo Stato borghese, sottomettendo l'elettore alla condizione, indipendente da lui, ciel domicilio prolungato - che esiste soltanto per la classe borghese e per l'artigiano - significa decapitazione elettorale del proletariato. · Alfabetismo meglio ga,·anlilo. - Anche la re– visione straordinaria dell'S I inalberò questo scopo. Dall'esperienza sappiamo che cosa signifìchi. Ma l'ipocrisia rivela il suo lato pili laido quando si pensa che l'analfabetismo, amorevolmente custodito, e la delinquen1.a crescente sono la produzione pili cospicua e caratteristica. di questi 36 anni di « ri~ sorgimento italiano ». Scr«linio di lisla nelle cutà a più a·,.., Col– legio. - Il vizio fondamentale dei nostri sistemi elettorali, generalmente confessato, consiste nella loro impotenza a dare la giusta rappresentanza degli interessi e quella delle minoranze. Questo inconveniente ò in parte ov\•iato collo scrutinio uninominale nelle grandi ciWl, dovo, la divisione, per quanto ~rossolana, dei poveri e dei ricchi, dei professionisti, degli abbienti e dei proletari in quartieri diversi, apre l'adito a ciascuna classe di far predominare la sua voce in determinati Col– legi. E pure nelle grandi citt,\ che, appunto pel cimento di elementi meglio delineali, la lolla è più viva e pili intelligente, e la corruzione ò meno facile, onde l'importanza morale caratteristica dello elezioni dei grandi centri. - li sistema che or si propone cancellerà. On dov·è possibile questi van– taggi e asse,•virà i quartieri popolari ai quartieri del blasone e della non sudata opulenza. - La misura è visi~ilrnente diretta contro tre collegi di

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