Critica Sociale - Anno VI - n. 19 - 1 ottobre 1896

CRITICA SOCIALE di alti cli iutolle1'anza ~. soggiungeva colla malin– conia dell'accorto amministrato1·e, a cui la delimi– tazione dei partiti delimita il raggio nel quale pos– sono pescarsi gli abbonamenti: Pur trop110 gli id.eali che agitano l'umanit:'~ sono t.li – vcrsi od OJ>posti, quanto diversi od opposti sono i par– titi, o meglio (ah! si, meglio! ... ) le frazioni politiche o sociali; non moraviglinmoci quindi so la nuova festa civile 11otrà col temJJo di,·ontaro una. specie di vasse– partout por ognuna di quello dirnl'so idealità .... I socia– listi ,·cdranno nella. festa, non gfa il ricordo di un fallo storico compiuto, ma. il punto di pal'lenza per lo ri– vendicazioni future; menLro i repubblicani vi tro,•cranno un semplice protesto per continuare l'opera cli distru– zione, ed allargare la breccia per rnn•i passare anche ciò che certamente non ora noi voto pronunciato 35 anni sono a Torino, col quo.lo Roma. venne dichiarata capi• tale del regno. E conchiudeva, passando dalla vaga malinconia alla desolazione cupa: Quanto ci sembrano lontani i giorni nei quali l'aspi– razione a Ronrn. capitale d'Italia poteva. estrinsecarsi nel suo semplice o chiaro significato di corona.monto all'unità. dell,1. patria, senza intolleranze, senza. intran– sigenze, senza cquiroci o sottintesi! Ah! sì, quanto lontani quei giorni! E quanto vicini quegli altri ai quali il 20 settembre dO\'C\'a arrivare col tempo! A confe1·ma delle sue previ– sioni, l'articolo di fondo del c:01.,-tere non aveva che da specchiarsi ..... nella cronaca cittadina del giorno appresso. . ... Sarebbe però difllcile trova,·e degli «equivoci» e dei « sottintesi » nella nota che, in occasione di questo XX seUembre, portarono in pubblico - profittando di una parziale h'egua di dio nel regno dei dh·ieti polizieschi - i socialisti e i repubbli– cani, che in molte città italiane commentarono e l'o– pera di rlistruzione » fatta in 3G anni di regime bOJ'·ghese e monarchico; nota la cui più alta vi– brazione si ebbe nell'affollalo Comizio dell'. 111tamb1·a a Milano. L'ordine del giorno, approvato all'unanimità da ben •1000 cittadini ivi radunati, merita di veni1· ripl'odotto e suona cosi: Il popolo milanese, adunato a Comizio per comme– morare la data del XX sett.embre: conslatato che la liberazione di Roma, noi concetto tlei pensatori o dei mal'tiri cho !"hanno preparat.i, do– veva significare la vittoria. tlel 1>ensiero Ci\'ilo sulla tenebra ecclesiastica medioevale, la redenzione da ogni servitù di tlogma, la guarenUgii1. doi diritti elementari della. libertà. popolare; che i vtu·ì govemi succedutisi per2Ganni non hanno l'alto che frustrare l'importnnza. lii quello storico avvc– nimento, sottomettendo il pensiero a nuovi dogmi cd a nuovo inquisizioni, falcidiando tutto le libertà. statu– tario, preparando sempre nuovi ceppi a.ll' associazionc, aliti. riunione cd alla difesa degli oppressi, o elio ora si minacciano nuove restrizioni alla. cstl'insecaziono della. volontà. popolare; che nessuna lotta. elllcace contro il clericalismo ò possibile dove la libertà ò tlì continuo insidiata o ma• nomcssa, o li:l scienza è fatta. monopolio eJ islrumenlo Jolle classi dominanti; dlcldnra che il XX settembre non può essere re.sta di popolo Ult::a., IU L u fino al giorno cho le forzo popolari, agguerrito cd or– ganizzate, non ne abbiano realizzato il pensiero ispi– ratore; 1111gnr11 che un risveglio dello coscienze ponga flno allo strazio dello elementari libertà cd imponga ai legisla– to'ri il 1·iconoscimen10 efl'ettivo llella sov1·a11i1àpopolm·e mercè l'applicazione del suffi'ogio tmiversale, eguale, dii-etto e sen;a ,·estrizioni. Per chi non assisti al Comizio, e dei discorsi che vi si tennero non seppe che dalle informi relazioni dei giornali, non sal'à soverchia qualche parola a chiarimento dell'ultima frase dell'ordine del giorno. . .. Hiprendiamo un concetto che è familiare ai let– tori della nostra Hivista e che l'osservazione quoti– diana ci conferma e ci illustra sempre più. La lotta delle classi in Italia sta alla lotta delle classi nel suo grande e tipico schema, quale ce lo presenta \'Inghilterra, come lo sviluppo di un frutto, roso da un baco, annidatosi nella corolla matrice, sta allo sviluppo di un frutto sano e suc– coso: riproduce bensì alcuni tratti dell'evoluzione normale, ma li riproduce iu iscorcio, 1·achitici, gofll, sproporzionati, come il mostro rispecchia l'essere normale, come il feto umano non giunto a maturanza simula l'uomo, come la caricatura rammenta il ritratto. In Italia tutto ru aborto: aborto runitit, che, dopo :)O anui, é ancora da rare, nella lingua, negli interessi, nei costumi, nella ci– vilU\; aborto la monarchia costituzionale, rimasta a mezzo fra il tipo reudale, militaresco, di diritto divino, e il tipo b01•ghese o democratico; aborto la borghe.sia, non disinvoltasi ancora dallo sopravvi– venze del feudo nò eme1·.::sa dai limbi sociali dell'arti– gianato; abol'to il proletariato. Lo stesso socialismo, che ò pure - lo diciamo con con\"inzione - la sola pa1·te giovane o sana della nostra vita politica, lo ò più come un riflesso ideale del movimento socialista dell'estero, che si ripe1·cuoto nello schiere dei malcontenli, degli spostati e degli intellettuali del la picoola borghesia, che non come emanazione diretta della classe lavoratrice. S\•ampata la grande fiammata di idealismo che fu provvisoriamente necessaria al còmpito storico del 1·ifacimento dell'ltalia a nazione, la classe diri– gente - che s·era scissa nei duo partiti tradizio– nali di Desl1·a e di inish·a più per un ricordo dei dh •er.si metodi adoperati a maturare la rivolu– zione che non per una necessità intrinseca attualo e persistente - senti ben presto che questa divi– sione non rispondeva 1 o rispondeva sempre meno, a una realità p1•ofonda economica, e non era per lei che una causa di debolezza permanente <li fronte alla piccola borghesia (l,sll·ema Sinis/!·a parla– mentare) e alle avangua1·die, che s'annunciavano da lontano, del proletariato nascente. La rivolu– zione parlamentare. che portò al governo la Sini– s11·a, ru piuttosto (ed è forse per questo che fu possibile, e che i sottili lucumoni etruschi non si peritarono a ciarle il loro colpo di spalla) uno scam– bio di uomini che di partiti. Partiti veri non csi• stono senza antagonismo profondo di interessi eco· nomici. Fra la proprietà mobiliare e bancaria, che s'impossessava a mano a mano dello terl'e d'Italia mediante l'usura, il mutuo e l'ipoteca, e la grande proprietà terriera, che esaueiva le forze del suolo con l'agricoltura estensh 1 a e che convertiva i pro– prii redditi in oziosi liloli ciel debito pubblico, scambio di applicarli alla redenzione agricola del paese, non vi era, non vi poteva essere antago– ' nismo, vi e1·a piuttosto sitnilarità di parassitismo 1

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