Critica Sociale - Anno VI - n. 18 - 16 settembre 1896

CRITICA SOCIALE 275 ipocrisia ; essi vorrebbero che la lotta di classe fosse monopolio dei possidenti e non trovasse nessuna forma di reazione nella massa delle loro vittime. Oggi in Italia - mentre il secolo si chiude - si rinnova con gli stessi episodi quella lotta che le 11rades-Unions sostennero in Inghiterra fin dal p1·incipio del secolo. Le società di resistenza, delle quali la Lega dei ferrovieri sar,\ la pili impor– tante, devono conquistarsi quel diritto di vita e di azione che in Inghilterra - ove sono perfino ri– conosciute come enti rnorali dallo Stato - hanno conquistato da un pezzo. Il mondo intanto ha cam. minato e la Leua dei ferrovieri potrà guadagnare più presto la sua mèta. l\Ia non si illuda di arri– varvi d"un balzo. La libertà, come la vita, ò la conquista d'ogui giorno e di ogni ora. LA CRITICA SOCIALE. La questione della guerra alCongresso di L ndra Continuiamo, per esaurirla nel prossimo numero, la pubblicazione completa dei deliberati del Congresso inlornazionalo. 5. 0 G1..-i.erra.. Relatore \Vu1u. 1.li lesto adottato ò il seguente: In periodo capitalista, le cause principali di u·uei-ra non sono lo differenze religioso o nazionali, ma gli antagonismi economici, generati dal modo di produ• zione, rra lo classi dirigenti dei diversi paesi. La classe dominante, come sacrifica continuamonlo la vita o la salute dei lavoratori sul campo di batta– glia del lavoro, cosi non sente alcuno scrupolo a farne scorrere il sangue, allo sco1>O di ottenere nuovi profìtti colla conquista di nuovi sbocchi commerciali. La clas~e lavoratrice di tutti i paesi ha dunque il dovere di levarsi contro roppressiono militare, allo stesso titolo che contro tutte lo a\1re formo di oppros• sione e di srrutlamento onde è vittima da parto della classe possidonte. pe 1 ~ !t~1Y:! 0 ù e::dode;ie ;~:3~:f~~ 1 ~e :: r:~~aPo/~;~ ricusa1·e simultaneamente in tutti i paesi, ai governi, strumenti della classe capita.lista, i me.:;i di mantenere l'ordine di coso attuale. Gli eserciti permanenti, il cui man lenimento esaurisce i popoli anche in tempo di pace e la cui spesa. è so– stenuta. dalla classe lavoratrice, aumentano a loro volta i pericoli di guerra fra le nazioni e fù,voriscono sopra– tutto l'oppressione sempr:o più brutale della classe la• voratrice d·ogni paese. K per questo motivo che il grido: a()f;asso le anni! non è meglio ascoltato di ogni altro appello ai sentimenti umanitari dello classi ca– pitaliste. Solo la classe proletaria può avere la seria volonlà di conquistare il potere di realizzare la pace del mondo. Perciò essa. reclama: I O Abolizione, simullanea in tutti i vaesi, degli eser• citi permanenti e armamento gemn-ale del popolo; 2. 0 l&tituzione cli im tribunale arbit1·ale i11tcrna– ::io11ate; 3. 0 Decisione definitiva st,lla questione di uuer,·a o di 7lace lasciata dh·etlamente al popolo nel caso che i gove1·ni 110naccellino la senlen:a a1·bit1·ale. Essa protesta inoltre contro il sistema dei tJ•attati segreti. · Ma. la. classe proletaria non potrà, in questa come in ogni altra. rivendicazione operaia, raggiungere vera.– mente il suo scopo, se non conquistando un'azione de– cisi,·a sulla legislazione o unendosi al socialismo inter– nazionale, il quale solo può assicura.re la pa.cee apportare la ve, a fratellanza. dei popoli. Con le duo proposte - prima e seconda.- che formano il nocciolo di questa deliberazione, il Congresso, a nostro avviso, ò ricascato nell"arcadia dello Società per la pace e simili vuoti umanitarismi, e s"è messo, per di più, in B10 ime a I..Jlno n1a GO contraddizione con tutto ciò che, nello stesso delibe– ra.lo , le precede o le segue. Quanto più logici, nella loro solenne sobrietà., gli ordini del giorno di Bruxelles e di Zurigo! (') In verità, quando s·ò detto che lo causo principali delle guerre sono gli antagonismi economici delle classi dirigenti o che perciò il proletariato, so vuol abolire lo guorro, dove conquistare il potere po– litico, con quale logica. si può « reclamare » l'aboli– zione degli eserciti permanenti, l'arbitrato internazio– nale, il nfe1·cndum sulla pace e sulla guerra.1 Con quale logica si reclama. tutto ciò, per poi soggiun– gere che il reclamarlo è inutile sinchò il proletariato non aHà conquistato un'azione decisiva (mMsgebender Ei11{luss, dice il tosto tedesco; action maltresse, il rran– cese) sulla legislazione 1 Quando il proletariato avrà. conquistato quest"azione decisiva, che ci sembra quo.1- cosa di molto simile alla conquista del potere, esso non avrà più nulla da « reclamare • e tutto da. im– porre, anzi da eseguire. E che ò questa conquista. di un'azione decisiva. cho va parnllela e distinta. dall'unione (Anschtuss; en s·attiant) del proletariato col socialismo internazionale? O non ò in nomo del socialismo che la conquista dove compiersi, anzi non ò essa. il socialismo in azione 1 Il socialismo non ò la coscienza stessa. del · proletariato movente alla conquista. dei poteri 1 E esso qualchecosa di estrinseco, di campato in aria, una specie di nume o di demiurgo? Ma la confusione dello Stato futuro (programma mas• simo) collo Stato presente (programma minimo) è anche più evidente nello premesse, dovo ò detto che il pro– letariato deve conquistare il potere politico per abolire il modo di produzione capitalista o por ricusare, simul– tanea.monto i11tutli i paesi, ai Governi, strumenti della. classe capitalista, i mezzi di mantenere l'orJine dì coso attua\(', Conquistato dal proletariato il potere politico, l'or– dino di coso ,~ttuale è virtualmente abolito, non rimano più che da trasformarlo; non è più il caso di ricusare al Governo, che di\'enta strumento del proletariato vin– citore, i mozzi di governare, ma anzi ò il caso di for– nirglieli. Si allude forse a un momento rivoluzionario precedente alla conquista del potere 1 Il disordino della locuzione in questo caso non potrebbe essere mag– giore; ma ancora: in che modo si ricuseranno questi mezzi e di che mezzi si parla 1 Si ricuserà l'approva– iione doi bilanci1 Non paro, poichè il gran rifiuto de\'e avvenire « simultaneamente in tutti i paesi »; d'al– tronde, o i socialisti sono maggioranza in Parla.monto, 'oli ò già. la ri\'Oluzione, è già. la conquista dei poteri; o non lo sono, e il loro rifiuto di approvare i bilanci (che del resto è già. norma generalo pei partiti socia– ! isti) non ha per sò stesso valoro decisivo. Si tratta invece di qualcosa di più grave, di un simultaneo ri– fiuto di servire nelresercito o di andar al la.varo nello officine1 Mo. il Congresso a.vova. già. respinto a grande maggioranza tanto lo sciopero militare quanto lo scio– pero genera.le , e non solo lo sciopero internazionale, ma anche lo sciopero generale nazionale. - Chi ci si districa. è bravo. Insomma, secondo noi, il Congresso avrebbe fatto assai meglio a lasciaro olle accademie borghesi i loro platonici \'Oli per la. na.iiono armo.la o per l'arbitrato. Ammettiamo col Kautsky (') che lo rivondicazioni pra– tiche dei socialisti non debba.no limitarsi a ciò che ò t•) e, mca Sociale, t891, 1>:1g.!l'f; t893. p11g. 301. \:) Fints l>olo11iael Ci-ittca ,oclalt', 18%, n. 17, p:ig. ~!iO.

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