Critica Sociale - Anno VI - n. 17 - 1 settembre 1896pdf

CRITICA SOCIALE 271 Polonia russa. La forza espansiva della grande indu– stria capitalista è troppo potente per concedere lunga. vita a queste fioriture locali. Mentre in Polonia la in– dustria si sviluppava. rapidamente, nella Russia stessa le crebbe accanto un poderoso concorrente, e s'impegnò fra i due rivali una. lotta. accanita pel mercato russo ed asiatico. I capitalisti della Polonia videro allora il rovescio della medaglia; l'unione, così propizia per essi, della Polonia colla Russia, non va loro pili a' versi come prima. Essi sentono ormai che il polacco in Russia non è che un individuo di seconda classe o che la Polonia dipende dall'arbitrio della Russia. Il governo russo, in codesta concorrenza, propende a fa.• . vore dei russi. Non si ò ancora ristabilita una dogana fra Ru~sia e Polonia; ma già la. concorrenza. polacca è danneggiata da imposte più gravi, da tariffo rorroviarie pill miti per le merci russo che per le polacche, e da ogni specie di vessazioni. Si possono consultare in pro• posito i fatti segnalati nel già cita.lo articolo: La po– litica i11dust1·iale, ecc., e, a complemento, quelli di un altro articolo dello stesso autore, Contributo alla storia della politica agrm·ia della Russia nelle me pl'O– vincie polacche, nella Neue Zeil, n. 1 10 dell'annata. cor– rente. Il primo di cotesti due articoli conchiude così:« Og– gimai la Polonia, economicamente, è trattata come uno Stato estero, fatto segno di una. guerra economica. E non lm le forze in sò stessa di rintuzzare le olfese che le vengono dal Governo russo. • Or questa guerra della Russia contro la Polonia si (u. evidentemente sempre più accanita, quanto più si sviluppa l'industria nei due paesi e cresco l'influenza. dei caJ>ila.listirussi sul Governo. Nella stessa misura de\'e crescere l'avversione della borghesia polacca contro il regime russo, ed essa (arsi accessibile all'idea na– zionale e pigliar interesso all'indipendenza. Si aggiunga che nella Polonia prui.:siana od in Galizia non esiste ancora una. vera grande induslria, vi esistono piuttosto dei consuma.lori che dei concorrenti, ond'è che "i sa• rebbe lì un mercalo aperto o sicuro che potrebbe, data una Polonia indipendente, indennizzare della perdita del marca.lo russo; e anche questo non dovrebbe nuo– cere allo aspìrazioni nazionaliste nell'animo della borghesia polMca. Ecco dunque infranto quello che è il pilastro delle argomentazioni della Lu:cemburg, che cioè « indubbiamente, la ricostituzione della Polonia urta contro l'interesse del suo sviluppo economico, in– carnato nella sua borghesia > e che l'indipendenza po– lacca dovrebbe essere imposta dal proletariato. . .. Certo, la. borghesia oggigiorno non è rivoluziouaria in nessun luogo: essa non è mai stata all'avanguardia della rivoluzione e tanto mono ne sente oggi il bisogno anche in Russia e in Polonia. La borghesia polacca non si farà mai iuiliatrice, come già. la piccola nobiltà, di una ri"oluzione; per l'indipendenza polacca.non esporrà. mai la propria pelle. Ma ciò non ò, a rigore, neces• sario. La libertà della Polonia tro\'erà altri combattenti più risoluti. La Luxemburg parla con qualche disprezzo della piccola boi·ghesia. Or questa, infatti, por la forma di produzione oggidì dominantP, ha quasi perduto ogni importanza e il teorico di cotesta forma di produzione può faro astrazione da. essa. A lui bastano i capitalisti e i proletari. Ma l'uomo politico pratico commetterebbe un grandissimo errore se volesse, al pari del teorico B10 Ul u del processo di produzione capitalista, trattare la pie• cola borghesia come quantità trascw·abile. ( 1 ). I piccoli borghesi, al principio del modi) di produ– zione capitalistico, costituiscono la grande massa della popolazione urbana. Relativamente, ossia in proporzione col proletariato, il loro numero, col progresso della rorma di produzione moderna, decresce rapidamente, ma esso può viceversa crescere assolutame,ite, e può talora crescere anche ,·elalivamente in rapporto colla popola– zione totale, e cioè quante volte aumenta con sufficiente rapidità. la popolazione urbana. L'a(f]usso dalle cam– pagne non aumenta nelle città. soltanto il numero dei proletari, ma anche quello dei J>iccoli borghesi. E la concorrenza delle grandi intraprese capitaliste rovina. bensl le piccole, ma non lo elimina. d'un colpo. In– fluisce piuttosto, anzi, nel mutarne il carattere. Cosi non dappertutto essa abolisce l'artigiano. Più sposso ne l'a un rappezzatore, un rivendugliolo, un lavorante in casa per gli imprenditori (sweater). Infine, lo stesso proletariato fornisce un terreno sempre più vasto por tutta una borghesia parassitaria di piccoli bottegai, tavernieri e simili. Non à nella diminuzione del mune1·0 dei piccoli bor– ghesi che si risolve sopra.tutto la rovina della piccola borghesia, conseguenza del modo capitalistico di pro– duzione, ma à piuttosto nella diminuzione del suo be– nessere, della. sua sicurezza del domani, nell'aumento della sua dipendenza e nella. sempre maggiore ina– nità. di ogni suo sforzo per rifiorire. L"aiutali che Dio ti aiuterà, che fu già. pel piccolo borghese il noii plus uU,·a della saggezza. pratica, perde oramai ogni \'alore ai suoi occhi: chi gli vanta, cotesta massima gli diventa odioso come un ., arido manchesterriano >. La crescente miseria ed incertezza del poi lo spingono sempre J>iù a chiedere al Governo ciò che egli non può più pro– cacciare a sò stesso: la sicurezza di una. vita conve– niente. E, poichè nessun potere gli può garantir questo nella presente società, egli diventa naturalmente op– positore e ribolle di fronte al Governo. Quesla stessa forma di produzione, poi, che precipita il piccolo borghese nella miseria e lo punge e gli ama– reggia. la vita, fa cessare l'isolamento dello piccole città. le une rispetto alle altre, o ra sì che, non solo nei centri politici, ma anche nelle cittaduzze di provincia, accanto all'interesse sempre desto per lo cose comu– nali, si svegli l'interesse por la politica dello Sta.lo. Ne viene che, malgrado il decadimento economico dell.L piccola borghesia, cresce continuamente in tutto il paese la forza e l'estensione della sua opposizione al GO\'erno - certo non in proporzione colla. rorza e col– l'estensione dell'opposizione proletaria, ma in confronto alla rorza del Governo stesso. Questa opposizione piccolo-borghese, in grazia del suo carattere economicamente reazionario, assume spesso aspetti grl)tteschi; è essa. che offre il terreno alle forme moderno del clericalismo e dell"antisemitismo. Ma !ad• dove, in uno stesso paese, si trovano di fronte due nazioni, questa opposizione, di necessità, specialmente nella. nazione più debole, assume un carattere nazio– nalista. Ogni contrasto di classe o di concorrenti si acuisce e si inasprisce quando coincide con una dif– ferenza di nazioni, e finisce per mutar questa in un (1) Questa importante osser,•azione del Kau11ky, che è ,ie– megllo Illustrata nel pusi succe1,livl, è. In sostanza. Il concetto fondamentale che guidò sempre noi pure in tuua la dl11cus1ione sostenuta eulla tattica elettorale del partito. Richiamiamo perciò rn di essa tutta l"atten;r,ionedel lettore. (Nota della C1uT1c.1).

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