Critica Sociale - Anno VI - n. 16 - 16 agosto 1896

CRITICA SOCIALE che ò dovere essenziale doi 1>oteri pubblici d'ogni paese istituire un sistema. completo di istruzione e di educa– zione, sotto il controllo democratico, che abbracci tutti gli istituti, daì giardini d'inranzia alle università., per la educazione fisico, scientifica, artistica e tecnica. Tali istituti saranno assolutamente gratuiti ed ac– cessibili a tutti i membri della società. 2. 0 In attesa che la. società. s'incarichi essa stessa dell'educazione o del mantenimento degli alunni, sa.1 à. data una. refezione nelle scuole a. tutti gli scolari senza dis1inzione di classe. ( 1 ) Istituti speciali, informati ai metodi migliori, saranno dedicati al completo mante– nimento e all'educazione degli orra.ni e dell'infanzia abbandonata. 3. 0 li minimo di età per l'esenzione dall'obbligo della. scuola o per la. ammissibilità legale al lavoro nelle fabbriche come nell'industria a domicilio, sarà elevato gradualmente, ma il più rapidamente possibile, in tutti gli Stati, a.I sedicesimo anno. 4. 0 Dev"essere vietato dalla legge, senza eccezioni, l'impiego degli adolescenti minori di anni 18 nei me– stieri insalubri o pericolosi e nel lavoro notturno. 5! Al fine di completare l'educazione dell'adole• scente e di limitare lo srrutta.mento illegittimo delle rorze giovanili, sarà impedito agli imprenditori di oc• cupare nl lavoro i giovani a.I disotto della medesima. ~~ll~:~el~~:•~~~fii~~en:~~l~~~tdu:;r~~~ei~:s,~~~J)Or,e~ ~I~~: obbligatorio il frequentare le scuoio di complemento. o.o La. tutela legale del )&\'oro dei fanciulli deve essere disciplinata uniformemente in tutti i paesi in· dustria.li per via di conven1.ioni internazionali. Il Con– gresso constata che i vari Governi non hanno affatto rispettato gli impegni da. essi solennemente presi nella conferenza. di Berlino del 1891, e che in particola.re il Governo inglese autorizza. ancora il lavoro dei ranciulli di soli undici anni. 7! Per l'efllcace protezione e per l'educazione dei fanciulli è assolutamente necessario che il lavoro ese– guito a domicilio ,•enga legalmente Jisciplinalo ed ispezionato precisamente come quello eseguito nelle fabbriche. li Congresso domanda che, allorquando un imprenditore, por sottrarsi alle leggi protettrici del lavoro, fa lavorare a domicilio, sia penalmente respon• sabilo per ogni trasgressione dello volute condizioni sanitario e d'ogni altro genero, come se il lavoro rosse fatto nel suo proprio otùflcio. Su proposta di Emma lhrer, la. Commissione per la educazione o lo sviluppo flsico ru convertita in perma– nente. Segretario genera.lo Emile Vìnck, ruo Keyenweld 163, Bruxelles. Commissario per l'Italia il deputato Ferri (Fiesole). Ai prossimi numeri lo deliberazioni relative all'azione economica, alla. guerra, all'organizzazione, al Conuresso (UlUJ'O, ecc. Noi. (I) K quasi lmpouibile Indurre dalle relazioni del giornali il teslo esatto dellnitivo di questo t. 0 comma. La dizione da noi adottata O tolta t1al Peuple di Bruxelles e risponderebbe a un emeodaniento DélMY•Argirladès che quel glornale dice appron1.to . La rela1.ione del Yortoa,·t.1 è, su questo punto, troppo gommaria. Secondo 1·Ar~icerultung di Viennll tutto Il comma sarebbe stato abbandonato. I.e rtlazlonl stampllte nei nostri giornali da alcuni dei delegati Italiani (dottor Soldi nell'Eco dl'l Popolo; Schiavi nel mu:eouo; Dc>m11nico nel supplemento speciale al Grido del 1·0- 1>oto) non cl danno maggior, lumi, e con\·errà quindi auender., il rt!ndlconlo uftlclale. Avvertiamo che l'eletico della Biblioteca di propaganda insei·ito in fine di questo fasci'colo è arricchilo di vari volumi e,l opuscoli 1·ecenti, quali: La 011e delln guerra 11ella t'edornzlouc dei J)OJJOII di UMANO (L. lì; it Memo– mndum tl"I socialisti 111 Commissario ehlle iu Sicllln (Cent. 50); Il J. 0 urngi;io, confe1·enr:a di DE Al11c1s (Cent. iO); ''11ngelo e soeii,llsmo e Prn 01,ernle di Bucno CARLANTONIO (Cent. 5 ciascuno); Dal.e In llbcrtù. allo si– cllfo ! disC0l"SO alla Camera dei ctevutati di FH,IPPO TURATI (Cont. 10). Bib 1oteca 1..Jln0ti1arco I DODICI CORPI D'ESERCITO E LRESTO Ho letto con grande meraviglia un elaborato a1·– ticolo del 3 agosto nella Oauetta del J>opoto, in cui s'inneggia a un aumento sessennale del bilancio della guerra, ed alla conservazione non solo dei dodici corpi d'esercito e del loro contingente, ma anzi a un aumento del personale stesso; e tutto ciò in nome dei grandi vantaggi che l'Italia potrà trarue, dei pericoli che la minacciano, della popo• larilà che gode l'idea militare. Ciò mi parve sin· golare in un giornale che ha il gran merito d'aver combattute le follìe gue1·re:,cheallorquando, se non erano popolari, non suscitavano certo l'avversione d'adesso. Come può esso mutare avviso proprio ora che, tranne pochi militari e alti personaggi inte• ressati, ma che non capiscono il secolo nè il popolo in cui vivono, l'idea militare è andata man mano diventando impopolare e desta sempre più l'avver– sione? Niuno, anche scarsamente colto, può ormai pili ignorare che la civiltà è passata dallo stadio sacer– dotale e militare all'industl'iale; e che quindi l'ado• 1·azione per la milizia non è segno d'altro che di essere lontani dalla civiltà. le mille miglia. E sono infatti gli esse1·i meno sviluppati, i bambini, i mo· nelli e le donne di cattivo gene1•e, che sono infa– tuati degli orpelli guerrescl,1i. Ma fossimo pur stati fissati più degli altri popoli ci\'ili in questo stadio per qualche tempo. per ef– fetto della gratitudine per l'aiuto che i militari ci l)Orsero nelle guerro per l'indipendenza d'Italia, è questa una mgione pe1• dschia1•e di perderla, questa libertà, esagerando nella gratitudine? Poi– chè è certo che le condizioni dei possidenti, dei popolani, degli ultimi lavoratori, sono così stremate dal dover mantenere una massa di forzo spropor– ;donata ai proprì bisogni e alle proprie aspirazioni, che noi andiamo diventando la favola del mondo, non solo per l'eno1·miti1.dei posi che sopportiamo, ma pet· l'enormifa di miseria che dimostriamo, con migliaia di villaggi senza scuole, senz'acqua, con 150 ()(X) pellag1•osi,coi malarici, coi cimiterj ciste1·ne, colla mana, la camol'l'a, il brigantaggio, ecc., colla mano d'opera ribassata all'estero in tal modo da farci rivaleggiare coi Chinesi. E poi e d'uopo rìnfrla con questi incrementi mi• lit.ari, sostenuti da pochi, si sa chi sono, che sba· gliano troppo anche sui prc-pri interessi; perché se vi é il p1•overbio e: chi vuole il rìue vuole 1 mezzi», se ne può far un altro: « chi vuol i mezzi vuole il fine ». Quando si hanno nelle mani armi poderose, che traboccano da ogni parte, che ci costano la parte più nobile del nostro sangue, è naturale che si voglia adoperarle, faCAnclo da gradassi con paesi che sono in fondo superiori a noi e che se ne ven– dicano iu doppio modo, o colle carneficine d'Abba Garima, o col boicottaggio dei nostri prodotti. Ora voi avete un bel declamare contro le guer1·e afri– cane, che indicano una tale stolidità nelle nostre classi dirigenti, quale veramente i ba1·barinon avreb· bero avuto mai; ma, favorendo l'incremento della milizia, si favoriscono quelle imprese; e vedrete che, con una formula o coll'altra, l'ignoranza insi– stendo, si troverà. bene il modo di rinnovare quelle imprese, fingendo nuovi entusiasmi e procurandoci nuove catastrofi. Avete un bel dichiarare che non le volete quelle guerre, ma per non volerle bisogna non volerne i mezzi. Date ad un fanciullo una spada o una pi• stola carica, e poi pretendete che non ferisca e non spari! La dimostrazione l'hanno data involontariamente colo1•0che 1:icondussero alla guerr·a africana; l'ha

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