Critica Sociale - Anno VI - n. 15 - 1 agosto 1896

CRITICA SOCIALE 239 pansla\·ista 1 quanto, sopratullo, por la trasformazione lloi rapporti politici od economici avvenuta in quei paesi dopo il ·oo. 1-'usempre un gravo ritchio por la. Russia l'incor– porarsi J>tlesipoliticamente vivaci, impregnali o almeno 1:1fiorati da ideo moderno. Oggimai, stante la. sempre cresconlo agitazione che lo cresco dentro, devo anche a lei parere impresa pericolosissima. ogni allargamento del suoi possessi europei. D'altro canto l'aspirazione dogli slavi che stanno ruori della nussia verso lo delizio dello Irma diventa tanto pili platonica, quanto pili provano la libertà. e si addo· strano allo. vita politica. In Austria. il panslavismo ha riuasi cosso.lodovunque di essere una rorn Sono pas– tmli i tempi, quando deputazioni czeche, rutene e croate movovano in pellegrinaggio a Mosca, corno nel 1€67, o venivano accolti dallo C:mr <JUasicorno sudditi. ,\nche nei Ualcani la solidarietà slava è in ribasso. Certo ò qui che gli inlriglii russi ponno ancora eser– citarsi, qui vivono ancora le tradizioni panslaviste o la Russia cerca di mantenervi la posizione conquistata; nondimeno, in pr&tlca, già da più anni la qualità sa– liente <lolla politica russa anche nei Balcani è piultosto il bisogno di quiete, anzichO di agitazione. E invero ogni limitazione del dispotismo dei Sultani non torna pii\ tanl.-0 a. ,•antaggio del dispotismo dello Czar quanto degli elementi di agitazione e di indipen• denza ai confini russi. Il successo di una insurrezione in Macedonia o in Creta rin(orzerebbe soltanto la Bul– garia o la Grecia, ne aumenterebbe la resistenza o allargherebbe il campo dello aspirazioni alla vita poli– tir.a moderna noll'U.mbito della razza slava o della Chiesa ortodossa; la concessione dell'autonomia all'Ar– menia turca darebbe un pericoloso esempio agli armeni della Russia. Dovo invece il dominio del Sultano rimano essere la città agognala, senza il cui possesso l'impero degli Cza.r rimane incompiuto. . .. Da tutto ciò conseguo che il terreno pel panslavismo vion meno cosi dentro corno ruori la Russia. La Russia cessa di ttssore il presidio dei rratelli slavi oppressi, o questi cominciano a smarrire la loro fiducia nell'aiuto del « buon padre• che sta sulla Newa. Risputto a.Ila Turchia lo parti sono oggi invertilo. La Russia ò un cuoro e un'anima sola coi domina.tori turchi, nè la commuovono gli orrori commessi contro gli armeni o i cretesi, mentre gli inglesi, gli sles8i Tori, di,·entarnno gli av,•ocati di quello m1zioni op– presse, e solo il timore di scatenare una guerra mon~ dio.le li traltenno fin qui dallo scendere in armi per la loro indipendenza. Questa mutata situnziono si ripercuoto naturalmente anche sulla Polonio.. L'indebolirsi del panslavismo e il sorgere di un vigoroso movimento rivoluzionario in Russia ranno til cho la ricostituzione della Polonia, come puro l'integrità della Turchia, cessano cli essere una stringente necessità per la democrazia occidentale. Entrambi quei desiderata perdono la grande imJJor– tanza che a\•evano già per la democrazia in generalo come per il proletariato ri\'oluzionario dell'Europa, o sarebbe atratto ruor di luogo risuscitare i \'ecchi esempi o chiedere alla nuova Internazionale l'&lteggiamcnto, ,·orso la questione polacca, che potò a,·ere la. vecchia. So la signorina Luxomburg non a.\1essodetto che que– sto, non potrommo che consentire appieno con essa. ~la essa va più in lù. Essa non si limita a negare la im– portanza. internazionale delh1 questione polacca. Essa protesta contro il ratto che la democrazia socialista. polacca. po11gal'indipendenza della Polonia rra le proprie rh•ondicazioni. Su di ciò diremo il nostro avviso in un illimitato, ivi è reso impossibile lo sviluppo di qual- prossimo articolo. siasi elemento che metta in pericolo l'illimitato dominio degli Czar. Noi medosimo tempo, anche Costantinopoli perde va– lore por la Russia. a vista d'occhio. Quanto più le re– gioni slave dell'Austria e della Turchia. perdono le loro attrattivo poi dispotismo russo, tanto pii\ questo ò spinto ad estendersi verso oriente e verso sud-est, verso rAsia centrale e la China.. lvi sono contrade i cui rapporti sociali armonizzano completamente con la sua struttura. politica, che non tendono a dissoh·erla. ma anzi possono rafforzarla. Maanche economicamente il dominio sulla China avrebbe per la Russia. una a.ssai maggiore importanza. che non sulla Turchia. Il gigan– tesco impero centrale costituisce, insieme coll"Africa, il solo grande paese non ancora aperto al mercato mondiale. Ma il più antico dei paesi civili colle sue centinaia di milioni di abitanti otrre un mercato ben più vantaggioso che non l'interno doll"A(rica con pochi milioni di barbari privi di bisogni. Mentre le nazioni occidentali d'Europa, per la loro posiziono geogratìca,. rodono rosso africano e \'i sciupano le loro forze mi– gliori, la Russia stringe sempre più da presso i suoi vicini dell'Asia orientale e so li assoggetta politica.– mento od economica.mento. Finora, pur tutelare i suoi interessi nell'Asia occidenla.10 1 essa aveva bisogno del libero passaggio pel Bosroro e poi canale di Suez. Ma la rerrovia transcaspiana le ha ormai dischiusa una. via per lo Indie che la rende indipendente da Costan– tinopoli, e lo stesso farà la r11rrovia siberiana quanto alla via per la China. Con ciò Costantinopoli cesserà di RADICALISMO E S CIALISMO A Piacenza, mentre si tenta di riorganizzare il par– tito democratico, sconquassato dall'alleanza coi mode– rati, un giornale, che si ra organo della. nuova associa– zione democratica o democratico-sociale in gestazione, si è valso all'uopo del nostro nome, presentandoci come patrocinatori di una fusione di partiti non meno mo– struosa di quella che esso aspira a combattere. Richiesti di una rettifica dagli amici di Piacenza, inviammo loro la lettera seguente, che ru stampata in un numero unico del 20 luglio: Socialismo o democra.:ia1 scritto cun molto t>alore o molta precisione di idee. Cari,.rimi, Milano, lt lH!lliO l$9C. Mais, jc u'ai jamais Cté mm·xiste! risponde,·a un giorno, indispettito, Carlo Marx a qualcuno che proten– deva trbvarlo in contraddizione con certo conseguenze che altri, che s'intitolanno marxisti, traevano da. certo sue rormulo mal capite e malo interpretate. lo non sono che l'ultimo dei divulgatori della dot– trina del maestro i ma poichò v"ò 1>ure chi si vale del modesto mio nome per accreditare concetti in perr<:.tta antitesi colle mie idee, anch'io sono spesso tentato di esclamare: eh! via! ma io non sono mai stato luratiano ! E questo, per l'appunto, pensavo leggendo quell'ar· ticolo della Montagna su cui richiamaste la mia atteu– zionc, e nel quale ò scritto che io « rappl'csenlo alla Camera la fusio,lc del t·atticalfamo col socialismo ».

RkJQdWJsaXNoZXIy