Critica Sociale - Anno VI - n. 14 - 16 luglio 1896

CRITICA SOCIALE 223 pera.neo entra.ti nella vita della nazione, o concessi frettolosamente sotto la pressione di circostanze ecce– zionali, come accadde nel 1848 pel suffragio universale. Ma che da una rappresentanza nazionale, in tempi di agitazione legale, sia. stato mutilato o manomesso un diritto esercitato da qua.si trent'anni dal popolo, di ciò non è possibile trovare un solo esempio nella storia. Fu questa una sflda gettata al partito socialista. che combatte per l'emancipazione dei la:,oratori sassoni; sfida che l!a tutti i caratteri dell'insulto. Ora, come si sono contenuti i socialisti sassoni di fronte a questa sfida., che cosa le honno contrapposto, . che cosa hanno fatto per impedire l'attuazione della legge eho offende la classe la.voratricel Tutti i tradi– zionali metodi di lotta l'urono adoperati. Sicuramente ogni compagno fece anche più del proprio dovere. Si tennero, dovunque fu possibile, adunanze di protesta, si fecero grandi distribuzioni d'opuscoli, si formularono petizioni contro il progetto, e nella Camera i deputati socialisti lo stigmatizzarono con taglienti discorsi, com– battendolo frase per frase. Fin qui tutto bene. Ma non si poteva rare qualcosa di più per parare il colpo1 Per chi sta all'estero ò sempre cosa difficile dare un giudizio intorno ad una situazione. Le notizie ingan– nano anche so date in modo oggettivo, e lo notizie che m'accadde di raccogliere all'epoca. della lotta contro la. legge non erano oggettive nè potevano esserlo. In ogni caso resta fermo che accanto ai socialisti prese posizione contro la tentata mutilazione del diritto elet• torale un certo numero d'uomini politici borghesi, rac– cogliendo ogni giorno nuove firme di protesta. Indub– biamente le prospettive del progetto divenivano sempre peggiori quanto più sì faceva attendere la. decisione finale. Dato ciò, non sarebbe stata opportuna. nella Camera. una politica diversa da quella che venne adottata dai nostri rappresentanti 1 Come tutto il parlamentarismo in Germania non è se non una parodia di ciò che sotto quel nome s'intende nei paesi a regime veramente parlamentare, così è pure degli ordini dei lavori par– lamentari, nè il Parlamento sassone sarà certo mi– gliore. Una tattica, come quella usata. già dagli irlandesi nel Parlamento inglese sotto Biggar e Parnell con tanto successo, sarebbe stata qui dunque a priori per molti riguardi inattuabile, ma non in via assoluta. Chi non ricorda le memorabili sedute del Parlamento inglese, in cui i rappresentanti irlandesi, anziché discorsi d'una o due ore, ne tenevano di sei, otto, dieci e dodici ore, d"onde avveniva che una seduta parlamentare per tal modo sì potè trascinare per più di quarantuna ore; chi non ricorda quella seduta. in cui (seduta 3 feb– braio 1881) fu necessario pronunciare la sospensione contro trentasei deputati irlandesi, uno dopo l'altro, e fu necessario allontanarli colla forza dalla Camera, perchò questa riescisse a portare a fine i propri lavori 1 Essi agitarono il paese, ne rafforzarono lo spirito e la forza di resistenza, penetrarono nella intelligenza e nella coscienza della nazione, contribuendo così a creare quella situazione, per cui venne data all'Irlanda con– cessione sopra concessione, sicchè gli affittaioli irlan– desi, sotto molti riguardi, oggi stanno meglio dei loro colleghi inglesi. Se una siffatta tattica non era assolu– tamente impossibile nel Parlamento sassone - il che provvisoriamente io metto in dubbio - essa, date le circostanze, s'imponeva nella lotta contro la diminu– iione d'un diritto, nè certo sarebbe mancata. la sua b10 10 e "3 l no O1a o influenza. La straordinaria occasione reclamava e giu– stificava metodi straordinari. E noto d'altronde con quali dimostrazioni imponenti il popolo irlandese accompagnasse a suo tempo i di– scorsi parlamentari de'suoi deputati; è pur noto quanto queste dimostrazioni abbiano valso a dar loro l'eco necessaria ai discorsi parlamentari. Parlando delle me– morie di Holyoak io diedi alcuni esempi delle climo• strazioni con cui nel 1831 e 1832 la democrazia ingleso accentuò le sue pretese di riforma del diritto elettorale, e si può vedere in ogni storico che abbia scritto di quest'epoca quanto abbiano contribuito le processioni d'alloro. alla introduzione del bill di riforma del 1832; ed almeno, a mo' d'aggiunta, si potrà dire che, ove gli operai sassoni si fossero appigliati a mezzi di resistenza eguali a quelli della borghesia inglese del 1831 1 essi sarebbero stati giustificati dinanzi alla storia. Senonché non abbiamo affatto bisogno di addentrarci tanto nella storia a cercare esempi di metodi d'agita– zione che non sieno opuscoli e discorsi. Nella stessa nostra epoca il Belgio ci mostrò come si possa otte– nere un grande successo quando si completano quei mezzi collo sciopero politico. Due anni fa io cercai di dimostrare che, se lo sciopero generale come lo jnten– dono gli anarchici è un1:1. grande utopia, ciò non vuol dire che lo sciopero non debba mai usarsi come arma politica. Certo la dimostrazione meno efficace fu quella deli– berata al Congresso di Dresda. Essa non poteva avere che un momentaneo successo teatrale. Quanto a. me, ignoro se vi siano esempì nella storia di una uscita di minoranze da un Parla.mento per la qua.lesia.si migliorata la posizione delle minoranze stesse; mentre ne conosco invece molti in cui alla uscita seguì la decadenza di queste minoranze e la rovina dei relativi partiti. Perciò, come io credo fermamente che i rappresen– tanti non debbano invitarsi a. rinunziare i manda.ti, così per le stesse considerazioni mi pare giustificata l'idea che in Sassonia, con una. attiva partecipazione alle lotte elettorali, si possa conquistare il maggior numero possibile di seggi. Contro di ciò nessuna obie– zione, data la segretezza del voto. E qui non posso che ripetere quanto scrissi nel 1893, che cli tutte le forme di protesta l'astensione è la più debole, la più impo– tente, e la. meno durevole. Quale frutto se ne trarrebbe, se non di diminuire, per l'influenza dei socialisti, il numero dei votanti della terza classe1 li risultato elet– torale non ne sarebbe alterato, nè se ne infirmerebbe la validità dei mandati; l'eletto ha il suo mandato in regola e ·rappresenta la maggioranza degli elettori. L'astensione non avrebbe alcun effetto. Ma. ben altro è l'effetto se la. terza classe elegge rappresentanti socia– listi con un numero di voti superiore alla prima. e alla seconda classe. Ciò eleva ed eccita e costituisce una permanente ed evidente dimostrazione contro l'ingiu– stizia del sistema elettorale. Questa è la vera protesta, è la protesta diventata azione a\la quale, aiutando le circostanze, può riannodarsi una più larga azione che renderà. sempre meno consigliabile l'astensione. Si obietta: questa partecipazione elettorale potrebbe condurre a compromessi, e i compromessi sono la liqui• dazione dei principi. Ma per quanto tempo ancora questo spauracchio annebbierà i cervelli 1 Forse che i socialisti del Belgio e della Francia hanno diminuito o indebolito la loro causa perché entrarono in alleanze per determina.ti scopi 1 Basta considerare la posizione di questi partiti prima e dopo le coalizioni per persua-

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