Critica Sociale - Anno VI - n. 14 - 16 luglio 1896

224 CRITICA SOCIALE dersi del vantaggio che ne hanno ricavato sotto tutti i rapporti. Essi non sacrificarono nè un punto· nè una virgola del loro programma, mentre recarono grandi vantaggi alla causa del proletariato. Un partito, che sa qnel che vuole e che si basa sulla chiara visione dei rapporti sociali, non può in realtà avere alcun timore per l'anima propria. Questa paura di eventuali com• promessi è tut_to ciò che si vuole, ruorchè una prova di fede nelle forze dei principi socialisti. E a chi combatte quest'idea riferendosi alla progre• dita evoluzione economica che, acutizzando gli antago– nismi di classe, rende inutile qualsiasi « piccolo la– voro », si può rispondere che, quanto a sviluppi indu– striali, il Belgio non è certo inferiore a nessuno degli Stati di Germania., anzi è superiore a molti di essi. Si è troppo abituati in Germania ad attribuire allo svi– luppo economico le cose che hanno origine semplice– mente da rapporti politici arretrati, e che sono il ri– sultato dello spirito burocratico e poliziesco. Da un atto reazionario di un oscuro borgomastro si deduce imme– diatamente la conseguenza che il mondo borghese sta per tramontare. A questo proposito io devo essere molto indulgente perchè io stesso ho molto peccato. Precisamente per questo devo preservare gli altri da questa abitudine. La reazione politica in Germania non è la misura del grado della sua decomposizione economica; altri fattori vi contribuiscono. I socialisti hanno perciò da provve– dere ben più che all'oggi e al domani. Noi non pos– siamo misurare in precedenza di quanto sviluppo è capace ancora la socielà. borghese. Sia essa vicina o lontana dal suo ultimo limite, in ogni modo noi dob– biamo patrocinare gli interessi del proletariato in tutte le manife3tazioni della vita pubblica, rinforzandolo eco– nomicamente quanto è possibile, e allargando al mas– simo grado la sua forza politica. Tutto ciò che ~i è ottenuto sino ad ora in Germania, si deve al fallo che i socialisti si astennero sempre da.Ilevuote proteste, occu– pando~ mantenendo ogni posizione che era loro accessi• bile. Questo fu un« lavoro piccolo» di ogni giorno, ma fu tale da avvicinare sempre più il partito al suo grande scopo. SchOnlank al Congresso di Drescla, difendendo la tesi delle immediate dimissioni e della incondizionata astensione, credette evidentemente che nelle condizioni attuati non si possa fare cho la politica dei grandi mezzi. Io non sono certo avversario di questa politica, e ho perciò letto con molta attenzione i suoi discorsi per tro– varvi almeno un cenno di ciò che sia la politica dei grandi mezzi. Ma non ho trovato che delle variazioni sulle parole: politica di classe; parole che dicono tutto il possibile e nulla di determinato. Prima di respingere lo deliberazioni di Dresda bisognava almeno dimostrare cho si ha qualche cosa di meglio da proporre. Poichè anche quelle deliberazioni sono « politica di classe »– e valgono certo meglio delle rassegnazioni e delle" astensioni. ED, BERNSTEIN. L'abbonamento cumulativo alla Critica So– ciale e alla Lotta di classe costa L. 1O al– t' anno, L. 5 al semestn (per l'estero rispettiva– mente L. 14 o L, 7 ,50). · Icle1n, esclusivamente annttiO, alla Critica e alt' Italia del Popolo, L, 18 (estero L. 36). u Un'altra lettera del signor Scipio Sighele (I) Na(Jo, 2 luglio /896. CARO TURATI, Mi spiace d'ingombrare la vostra Critica con que– stioni inutili, perchè personali. Ma.la coda che il signor Bissolati ha messo alla mia lettera, mi obbliga a ru– barvi ancora dello spazio. Del resto, di chi la colpa? Non mia certo, e forse vostra, giacchè avete lasciato inaugura.re un sistema. di polemica. che - sono sicuro - non sarebbe quello che voi usereste con me. Al signor Bissolati ho due cose sole da dire. Anzitutto, ch'egli s'illude se crede di gridare al trionfo perchè io non ho risposto alle sue critiche, quasi che non sapessi cosa rispondergli. Nella mia lettera avevo scritto - e la O,•iticasociale è là. a dimostrarlo - « che il mio avversario non meritava una polemica e che quindi io non volevo polemizzare con lui.» Con altri discuterò le mie idee - e l'occasione è vicina e sarà giudice il pubblico. Con chi condisce i suoi argomenti con delle insolenze, non è mio costume entrare in po– lemica, giacchè la lotta intellettuale deve essere com– battuta a pari condizioni. E non è mio pari chi ignora il galateo. In secondo luogo, prendo a.tto dell'omaggio che il signor Bissolati rendo alla mia onestà, omaggio ch'era il suo stretto e preciso dovere di fare. E rèlego nel numero dello supposte s'piritosità che non meritano se non un sorriso di compassione la sua frase - « che per fare l'analisi dei motivi interni che mi hanno portato a scrivere il mio opuscolo, si abbandonerebbe il campo della sociologia per entrare, forse, in quello della psi– chiatria.» - Avendo dovuto rimangiarsi la gesuitica insinuazione, coperta da molti se e da molti ma, che mi colpiva. come un disonesto, ora il signor Bissolati si vendica (quanto nobilmente!) lasciando credere - sempre però colla scappatoia d'un forse - ch'io sia un matto! In verità. - come dicevo - egli non merita. che un sorriso di compassione. Caro Turati, potrei pregarvi - come s'usa fra gen– tiluomini - di dire voi, al vostro collaboratore e cor– religionario e ai vostri lettori, se io sono un disonesto od un pazzo. Ma poichè, per fortuna, non ho bisogno d'un verdetto per rar constatare l'integrità del mio ca– rattere e della mia mente, dichiaro fin d'ora chiusa, per conto mio, questa incresciosa vertenza., e auguro a tutti voi socialisti di non adottare mai coi vostri avversari la tattica del signor Bissolati. Vi potrebbero credere moralmente diversi da quello che siete e che vi crede il vostro SCIPIO SIGHELE, {t) Questa graziosa letterina, J>ervenuta alla C1·t11ca nell'assenza del Turati, venne da me consegnata per la stampa, integralmente e senza coda. Dove mai polrei attaccarne una, se le manca il capo! L. BISSOLATI PUBBLICAZIONI PERVENUTE-IN DONO Scienza, sociologia, diritto, propaganda sociale. JUARHS G1ovAN!'il: L'tmposta g,menife progressti;a. - Biblioteca del giornale La Battagua, Milano, ,•ia Spadari 6 (Cent. Hl), Clfl.COLO DI STUDI SOCIALI DI CRR),IA,: ApolO(Jht SOClall, o,·1·ero la Morale delle Favole (Cent. 10). Arte, letteratura, varietà. GAJ\R.ONE F. e RAOAZZONI E.: Ed(Jar Allan POe; la vita e le opere. - Tori110 1 1896, Roux e fl'rassati (L. 3). FALDELLA G1ov ANNI:/ fratelli R11f11.ni ,' storia della Giotiine1,aua; libro 1v. I cospt,•ato,., del tt"entat,·è. - Torino, f896, Roux e Frassati (L. I). CAVEDONI c.: Raffrontt ti·a gli auto,·t biblici e sac,-t•e la Divina Commedia, con prefaz. e per cura di Rocco M1wa,-1; n. !9·30 degli « opuscoli danteschi.• - Città di Cai,tel!o, S. Lapi, t896 (L. t,60). GIUSEPPE RIOAMONTJ, gerente ·responsabile. Milano, Tipografi.a <tegliOperai (Soc. coop,), c. Vitt. Eman. tt-16,

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