Critica Sociale - Anno VI - n. 14 - 16 luglio 1896

222 CRITICA SOCIALE intero di volumi. D'altra p:u·to una tale descrizione, per quanto più o meno manchevole, nei suoi dot• tagli, si trova già consegnata in 1·elaz ioni e inchiesto ufllciali (del iovemo, di provincie, i.li comuni, di comizi agmr1) o in un gran nume1·0 c li la vori dovuti alla iniziativa J)l'h·ata. A c1uesto insieme di notizie, sufllcicute già di per sò a ch.u·ci lo linee genc1·ali della materia che consideriamo, s'aggiunsero i rag– guagli fornitici da comtlngni ,·olontc1-osi ('},e oOCrtici da pubblicazioni apparse in gio1·11ali o riviste, nonchò da relazioni presentato a Co11g1·e "i pr-o,·inciali e re– gionali elci partito. Questo materialo fu adoperato eia noi per fo1·– mulal'e i quesiti da sottoporl'C al Congresso insierno allo 1'Clati,·o risoluzioni cho il nostro c1·iterio ci ha suggerilo. Perchè il Cong1·o~so è chiamato, secondo noi, a da1·0 una norma unica che valga a indil'izza1·0, noi modo ph'1 consonlaneo ai flni del pal'tito, l'a– zione dei nostri propagandisti, dei nostri Ol~ganizza. tori. nonchè dei no tri compagni, che po1·tati dallo lotte elettorali a sccloro in questo o quel consesso amminislrati\'O o politico, si ia-ovano cli fronte agli speciali problemi che han 1·ifc1·imonto all'agricoltura. Ora, 1>01-chè <1uesta norma unica uscisse dal Co11- g1·esso, era necessario che noi. invece di diffonderci noll'esamo particolarCgEfiato delle condizioni locali, allC1·1·a.ssimo quel che v1 ha di sostanzialmente CO· mune fra lo ,,arie formo cd elencassimo por cato• gol'io i tipi di propriet:\, di cultm·a, di istituzioni agl'icolc, tratteggiandone la 101·0fisionomia generale. Per ciascuna di <1uosto fo1·mo o tipi di p1·opriet,\, di cultura, di istituzioni, a cui col'l'ispondono altret– tanto fo1•me o tipi di rapporti sociali 1 il Congresso può e do, 1 e dare i c1·iterì gene1·ali che i socialisti delle singole localil;\ applicheranno, aclaltandoli alla v.:u·iet:.\ esteriore delle fo1·me in mezzo a cui espii• ermo la loro azione. Dal Cong1-essonon può dunquo che uscire una tattica generale la cui attuazione deve dipendere, nelle rnodalità conct"Clc, dallo clelibc1·azioni dei Con– g1'Cssi 1'Cgionali e p1·ovinciali. A sbozza1·e questa tattica gc1101·ale noi di\'idemmo lo fo1·me o istituzioni agl'icolo in duo grandi cate– gol'io: Lo fo1·me vecchie, destinato dallo stesso sviluppo dell'industl'ia agricola a pel'i1·ee trasfo1·ma1"Si, e lo nuove, che sono H portato di c1uestomedesimo s,•i• luppo. Appartengono alle fo1me e istituzioni vecchie: la J)iccota propdelll tavm·ah·tce, la me;;,;;,aclrla e i conl1·attt a coinle1·essen:a, i l>en·tcom.un.ali e lli- 1·/ttt ,u pascolo, legnatico, ecc, Alle forme nuo,•e: il sala1'ialo annuo Oll avvcn– li:.io, ta cooperazione, il c1·eclfto agra1·io, t da~t ,tooanall, le assie1wa;lont ,u '/alo contro le evi– deniie, la tstruzion.e agronomtca, la legfala:.ton.e <lei lavo,·o ao1·tco10. nen s'intende che toccammo solo delle principali o pe1· 1·agione di brovit.\, e J)0t'chè questa non ò che una trattazione prelimin,ne. rapC1·tura ufficiale, a clii· così, del la"oro a cui il partito si accinge di fronte al problema cloll'agricolh11"1. L. 8JSSOLATI - ROCCA PILO - M. SAllOGOIA. (Conttnua). ('> ,•uohl pub no1are che cl mancb alfatto, per 11arte del compagni, ocul no11.11a Intorno al 111cce11l ouenutl dal uri metodi di pro11•r•nda In rela1\011e a quHtO o quel ceto 1rrlcolo. Pt,lJtJlfcheremo nel JJ1"0sstmo num.e1·0 un a1'lt– colo e/te Stilla Cooperazione agraria cl invia GABRIELE ROSA dal suo romttaggio di Jseo . '-' ..., UNA QUESTIONE DITATTICA NGERMANI I rappresentanti del partito socialista sassone, nella riunione tenuta in Oresda il 7 o 1'8 d'aprile, delibera– rono a grande maggioranza che i compagni, i quali si trovano ora eletti nel Landtag, abbiano a conservare i loro mandati, e che il partito debba partecipare alle prossime elezioni che si faranno sulla base del nuovo sistema elettorale. Contro questo deliberato un'assem– blea del 12. 0 e 13. 0 collegio elettorale del Reichstag, tenuta in Lipsia il 13 aprile, hll dichiarato a grande maggioranza di astenersi dalle prossime elezioni del Landtag, e d"invitare i deputati del loro collegio al Landtag a dare le loro dimissioni. Quanto a quest'ultima deliberazione, che implica una questione di tatto politico e di disciplina di partito, io non solleverei discussionei perchò tutto dipende dagli apprezzamenti che si possono fare dai deliberati del Congresso di Dresda. Se questi deliberati costituiscono un abbandono dei principi fondamentali del partito, chi si riftuta di so• guirli può essere giustiflcato come chi si rifiuta di violare la. propria coscienza. Se non è il caso di parlare d'abbandono di principi, ma di una questiono di tattica il cui valore dipende dagli apprezzamenti intorno ai prevedibili risultati, l'insistenza della minoranza dissi– dente potrebbe giudicarsi come un capriccio o un pun– tiglio. Se io mi permetto di prendere la parola, quasi vost factum, ciò u•viene perchò mi pare che in Dresda. e nella discussione fatta sui giornali prima del Congresso di Dresda, non sieno stati accennati, o lo sieno stati troppo 'POCO, ~lcuni criteri di grande importanza. por la decisione da prendersi in questo caso. La discus– sione, secondo me, fu angusta e unilaterale, ossia \'enne limitata alla. questiono della dimissione e alla astensione nelle future elezioni; argomenti ai quali venne dato maggiore importanza di quel che non ab– biano in realtà. Si ò caduto, come sempre, nell'errore di stabilire due antagonismi assoluti tra. il conservare o rinunziare i mandati, tra il partecipare o l'astenersi dalle elezioni. Non ci sono che queste due alternative per il popolo oltraggiato della assonia1 Non sarebbe stato còmpito molto più degno della perspicacia dei socialisti, im·ece di discutere se essi debbano usare ancora di quel moncone lasciato loro dagli avversari cosi come è o piuttosto gettarlo \ 1 ia 1 non sarebbe, dico stato assai meglio cercare se quel moncone non possa essere acuminato in arma nuova. con cui assalire il nemico che cred eva di averl a spuntata per sempre, e cagionargli ferite inaspe tta.te 1 In Oermania s'è troppo abituati a dolerminate forme di lotta., e riesce difficile decidersi a usare, in modo diverso da quello usato sin qui, delle armi che si hanno fra mano. Queste riflessioni io facevo sino da quando si combatteva il nuovo sistema. elettorale. Bencbè sia. troppo facile ragionare col senno di poi, non posso ristarmi dal chiedere se in Sassonia si sia fatto quel ch'era possibile per impedire che il novanta per cento degli elettori sassoni rosse spogliato de' suoi diritti. Io credo, come dimostrai già nell'articolo « Lotte premature> (Neue Zeit, pag. 18), cbo questa legge sia il peggiore mezzo di reazione che mai sia stato usato contro nessun popolo. Non si trova, nella storia, nulla di simile. Accadde bensl che un popolo fosse privato in tutto o in parte de' suoi diritti, ma solo in seguito ad agitazioni violente i e si trattava di diritti non

RkJQdWJsaXNoZXIy