Critica Sociale - Anno VI - n. 9 - 1 maggio 1896

CRITICA. SOCIALE 141 che la questiono, su cui intendo portare l'atten– zione. non è questione nè nuova, uè italiana, ma questione vecchia e di tutti i popoli - che accanito fu sempre il tono iu cui nno1·a essa venne trattat..'\, anche da persone o riviste moderate, pe1· l'ira cui il suo nppn1·i1·0 insolubile ne traeva - che nel dire io quel che dirò, potrò essere meno acre, perchè Yedo pratico un rimedio che la rendei•ebbe solubile. E m'affretto perciò a dichiarare. che intendo non alludere solo all'Italia. ma a tutti i popoli ove il male avviene, nè escludere, che nella classe di quei che lo producono, qua e là siano individualità ecce– zionalmente rispettabili. Le quali, oltre a non me• l'ital'e gli opiteti che quoi g1·andi autori fributarnno, mel'itano encomio, pe1· ave1·e in vari casi eccezio– nalmente A g1·andemento giovato alle produT.ioni di qunlche a.uto1·0 in lotta con lo asp1·e1.1.odella vita. 'l'uttnvia in geno1·e il malo esi8to nssai grave, e merita che in base alla sua generale gravita venga guardato. . . . :\lenfro gli edito1·i e vendilol'i di opere letterarie, granche e musicali divenf,ono quasi tutti più o meno ricchi e floridi - gli autori di esse, salvo eccezioni, stentano più o meno la vita, e spesso muoiono nella pili squallida mi,;eria. Questa mostruosadispa,·iL"l. s'intende agevolmente: la pletora dei primi è conseguita con la estenua– zione dei secondi. Alla quale estenuazione gli au– tori devono sommettel'.ii, non potendo da sé rare, individualmente per ogni opera lol'o, il distraente o dispendioso tavo1·0 di pubblicitù, custodia e vendita. . .. Inteso ciò in genere, vertiamo in particolare come a\•viene la estenuata sommis::1ione degli autori. Gli autori delle opere letterarie, dopo aver larn– rato con sro1·zi pili o meno estenuanti: 1.• Devono subi1·e la umiliazione di sottopo1·re le loro opere alla ripulsa o accettazione degli edi– tol'i, cho goffo.mente si dànno aria di sapere, come se, po,· snpere, bastasse il toccare giornalmente le copertine dei libri in commercio, o che però essendo quasi sempre uon altro che saccenti, cioè ignoranti, onde spinti alla. loro azienda da ignorante brama <ti guadagno, sogliono - accettai-e le opere che, basate su le vecchie idee correnti, ripromettono sicura vendita e guadagno - respiugere quelle che, ba;i;atosopra nuo,•e idee correnti, ripromettono poca vendila e poco guadagno. '!.• ne, 1 0110 tenere le loro opero non pubblicate e ignote, so, per quanto eccellenti nella innovazione delle ideo, nessun editore vuole accettarle ed assu• mo1•ne la edizione, 1·eputandola poco proficua per la propria a,•idità. editoriale. 3.• Devono spesso tollerare, che i signori edi– tori, con la loro ignoranza. a1·roganza e avidità, loro impongano, come condizione di accettazione, modifiche sul tale o tal altro punto delle opere, in conro1•mità delle esigen1.o commerciali. 1.• De, 1 0110,in caso di accettazione, sopportare non solo che la loro opera divenga propriet à. di un anàrista editore pili o meno ig1101 ·ante.ma soppor– tare che l'erlitore diveuga arbit1•0 del su ccesso o insuccesso della 101·0opem - arbill'o, cioè, di stam• parla bene o male - arbil,·o di sottoporla bene o malo, o addirittura sottrarla all'attenzione del pub– blico - arbitro quindi di fa1·eche il pubblico se ne interessi o non so ne inte1·ossi. r..• Devono consenliro che la maggior parte degli ulili delle lom opere sia presa - dagli editori come proprietà - dai venditori come percentuale. 6.• Devono, infine, 1-asseguarsi ad essere dagli editori e \'0nditori rrodati a mano libera anche sul poco utile loro asse~nato - sia per la Yigilanza ch'esl-li non possono rare sulla tiratur·a delle copio o sull'asserito numo1·0 di co1>io donato ai giornali - sia per i sotterrugi che i \'0ndito1·i sogliono adoperare, con i conli a fine anno; con le copie \'endute e dichiari.\te non vendute. per ritardarne il pa~amentoj con le copie ratte anda1·e realmente o rlntamento disperse; con te copie tenute a E{ia– ce1-e in deposito e non restituite. non ostante ripe• Iuli reclami. o finalmente restituite sfogliate, logo– rale, inser,•ibili. Gli autori delle opere Qraflche, dopo avere au– ch'essi lavorato con srorz1 pili o meno estenuanti: t. 0 Devono, per fai• conosce,·e le loro opere, sommetlel'le al giudizio di commissioni retrogrado o afthristiche, come spesso son qlielle stanti alla porta delle esposizioni, col glol'ioso proposito <li avversare ogni tentativo di giovanile innovazione, il quale possa - menomare la vecchia maniera d'arte - menomare la stima e clientela artistica di ossi membri commissari - menomare la stima e clientela artistica degli artisti rispettosi verso essi membri, sia per scolastica imitazione, sia per fributo di lodi, o scqui, e all'occorrenza anche di regali in generi o in contanti. 2.• Se respinti dalle esposizioni, quindi devono rmtsegnarsi a tenere pii, o meno ignorate le loro ope1•e, cioè a. tenerle nei più o meno nascosti loro studì, o pregare qualche negoziante a volere com– pora1·le miseramente por poco e ,•enderle a suo prontto per il doppio o quad,•uplo. Se invece am– messi alle esposizioni, devono 1·assegnarsi ad averle guarrlate e conosciute solo dai pochi che sogliono frequentai-e le esposizioni 1 o pregare perchè qual– che giornale illustrato le riproduca alla meglio, e le raccia così conoscere, se non a tutti, almeno a quelli che sogliono leggere quel giornale illustrato. 3. 0 Infine - nel vendere l'originale della loro ope1•a cosi conosciuta, de\'OllOsubire angherie più o meno palesi, da parte di tulli quelli che asse– riscono di aver contribuito a favoril'e la vendita, e potere domani contribuire nell'ostacolare l'acquisto di qualche altra opem loro - nel vendere il diritto di 1·iproduzione, devono, olfre che abbandonare la loro opera nelle mani di un affarista più o meno ignorante, o contentarsi di una mangiata di faYe, e vedere possibilmente poi l'editore arricchirsi con quel diritto, o prescegliere le percentuali. ed essere da editol'i e venditori deufradati del maggiore pro– ntto. Gli autoridelle opere musicali, dopo arnre del pari lavorato con sfo1-zipiù o meno estenuanti: t. 0 Devono, come gli autori di opere letterarie, subh·o la umiliazione di sottopor1·e le loro opere musicali agli editori di musica, che essendo, al pari di quelli letterari, saccenti di musica, cioè igno– ranti, e però spinti alla loro azienda da iguorante brama di guadagno, sogliono - accettare le ope,·e musicali, che ripromettono sicu,·a vendita e gua– dagno, ossia quelle che, basate sui vecchi canoni di musica, ripromettono l'approvazione dei profes– sori di musica. impotenti a farne, e quella dei cri• tici di musica rabbiosi di non averne mai potuto rare - respingere quelle che, basate sopra libere innovazioni musicali, 1•ipromettono avversione da parte dei sullodati professori e cl'itici, onde poca vendita e poco guadagno. 2. 0 Devono, se respinti dagli edito1·i di musica, rassegnarsi a tenere le loro opere non pubblicate o ignote. 3.• Devono, se acccettati dagli editori di musica, l'assegnarsi, come gli autori letterari, ad - averQ

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