Critica Sociale - Anno VI - n. 5 - 1 marzo 1896

CRITICA SOCIALE 77 contro i sostenitori del libero scambio, nel periodo dell'agila7.ione antiprolozionistica, i quali pretesero. che non si potesse in niun modo altora,·e la ren– dita dei prop1•ielari (che sarebbe difatti precipitata-, corno precipitò, con la libera introduzione dei grani) poichè quella non ispetta già pH1 ai proprietari attuali, ma ai loro alienanti o creditori ipote– cari ('). ~la una tale teoria dimoniica complolarnente che tutti i redditi e tutti i capitali son soggetti allo istesso condi1.ionicni ò soggetta la terra. Il Rau ha conmolta chiarezza messo in luce questo punto. ed ha dimo.stratochel'ammortamen lodel ri mpostafondiaria aHiene solo io proporzione di quel tanto per il quale l'imposta fondiai-ia supera tutti gli altri tri• buli. Un fondo di 10.000 fiorini. nelresempio di Rau, che dll una rendita di 400 fiorini, sia tassato con 80 norini. Restano allorn. 320 norini di rendila corrispondenti ad un prezzo di 8000 norini. D·attrn. parte un commerciante sopra 10.000 florini di ca– pitale, portanti 800 fiorini di inte1·esso, paghi da 80 a 100 fiorini d'imposta. Questi subisco allora uua diminuzione del suo reddito pari ai 4 f.:. o alrl 0 / •• Tranne i capitali dati in prostilo ed i capitali cir– colanti nello industrie, non c'ò capitale o proprie!:\ che non presenti un fenomeno pari a quello della terra. Ora, come sarebbe egli possibile che, mentre lutti i JJercossi dalla im1>0sta.sono parimenti tn– ctst (cioè la pagano eflèttivamento sen,,a trasfe– rirla ad altri), gli acquirenti della terra non pa– gassero nessuna imposta perchò hanno questa già scontata nel prezzo d'acquisto t • ·e in una industria un intrnprenditore resta privato di una parte di 1·eddito pari all'imposta, menti-o un proprietario di term ne ò completamento esente, la concorrenza dovrebbe spingere tutti i capitali verso la terra per modo eia elevare cosiffattamento il prezzo di d'acquisto, che in questo non vi rosse più traccia de11a av\•enuta elisione dell'imposta. In questo caso l'imposta S{ll'ebbe e8'ualmento pagata da tutti i proprietari. E per ciò che apparo motto più ~iusta la veduta di Bodio, il quale s crive che 11 proprietario « non deduce nel pre1.zo del fondo la totalilà dell'imposta, ma quella pa1·to d i essa che supe1•a la media delle tasso (') le quali colpiscono ogni altro investimento del capitalo offrente uguale sicul'ezza della compra di stabili ». Dal punto di vista del socialismo la questione si presenta cosi: quale delle duo vie ò più vantag– giosa alle classi lavorafrici, l'aumento o la dimi– nuzione dell'imposta fondiaria 1 Ora, la pili semplice considerazione del fatto ci 1>000 in grndo di sc..'\1'– tare a p,·tort la questione istessa. Oifatti, qualunque sia per essere l'estensione della rendita fondiaria, il prezzo dei prodotti agricoli non è capace di va• 1·inzione, per la ragione mollo ovvia che non è già la rendita quella che dote1·mina il pl'ezzo, ma il prezzo stesso che determina l'estens1one della ren– dita. Dopo pagato i salari ed i profitti, dopo 'rico• stituili gli anlicipi di capitalo inconfrati dallo af– nttniuolo, ciò che resta forma la rendita o su di questa si estende il tributo. Dal punto di vista no– stro noi potremmo adottare l'una o l'altra delle due ,·ie presenti a noi, a seconda della possibile influenza che l'una o l'altl'a abbiano sulrammo11- ta1·e del prezzo dei cereali. 01· quando entrambe si mostrano parimenti inefficaci ad indui'l'e alcuna di quelle modificazioni che sarebbe nello scopo del ,1, I.OIUA, I.a l"tlldlto /Oll<lltH'ia, ec:r•. Jlllg. 169•7!. 1'>Deve dire • lmpo1te ,., nua è Il trllmto c:he ,1 raga allo Stato In c:ompellSodi un ,ervizlo c:he ,e ne ottiene. !•:!empio: 1u,a eul telegnfo, sul telefono. 1ios111re, ere. pal'lito socialista di pl'ovoeare, cessa o~ni inle1-csse per il partito ad occuparsene. La dimmuzione del preno doi cereali non si consegue nè a mozzo di una diminuzione dei tributi rondinri che ete,•i la rendita, nè a mezzo di una ele,•azione che la di– minuisca. Quello resta sempre stazionario, sup1>0sto eguali tutte lo altro circostanze, cho che av\'enga dei tl'ibuli sullf\ rendita. Ma una importanza ha 1>01· noi la questione al– lorchè si riflette che la constatala diminuzione del valore della terra, conseguita alla formazione del catasto, imponendo una l'icluzione del canone della imposla fondiaria, aJH'irebbe un no,·ello btico nello scompaginato bilancio del nostro paese e potrebbe indurre ad un inasprimento delle cosidotte imposte indirette. J..a conseguen1,a a cui si vorrebbe colla forma– zione del novello catasto sarebbe una novella e piÌI odiosa conferma della grettezza della borghesia italiana, la quale 11011 ò ancora stanca di imporre sulle spallo del povero il peso dul'issimo della sua dominazione e di fargliene paga1'e tutto le spese. :Ma questo potrebbe essere evitalo impedendo il compimento dei lavori del catasto. Almeno cosi potrebbe evitarsi un novello attentato alle munte sca,~elle della povera gente d·1talia. ARTURO J.,ADRIOLA. PER LARESPONSABILITÀ DEL PENSIER Domando nl direilore della C,•itica di spezzare una lancia, dallo colonne della. sua Rivisto, in difesa. del tllisteo o uomo d'ordine Spiolhngen, contro il socialista Claudio Troves, paladino di l..eonoTolstoi. Ecco di cho si tratta. Un po"ero maestro di scuola russo, Drodscbin, affascinato dalla teoria tolstoiana della non resistenza. al male, si rifiuta di prestare il servizio militare. La « ferrea macchina go,·ernativa > non si indugia a discutere sui nuo"i dogmi; afferra ne· suoi ingranaggi il povero Drodachin, e lo caccia in un battaglione di disciplina del Ca.ucaso; dopo poco lempo il. neoftta, divenuto martire, muore e fedele a sè stesso, perdonando ai persecutori •· e Un letterato te. de11codella. letteratura laureata, t,"'ederico Spiolhagen, inorridito davanti a quel sacrltlzio, leva un grido di indignazione e accusa Tolstoi di a.vor fatto versare il sangue doll'innoeente. • Il compagno Treves, in un articolo inse1·ito nel primo numero del giornale di Torino, IJ-e>· l'Idea, si sdegna. di questa o.ccuu, e inal.. bera il \'essillo della irre1p<m1abiliitì del pensiero. lo sto collo Spielbagen. lo dieo che la responsabilità. dello scrittore ha da essere piena. ed intera.; tanto più se la. sua rama. ò grande, e può quindi esercitare una ,·n.sta irfiluonia; tanto più se egli non si limita. a mo– ralinaro platonicamente, ma concretizza le sue teorie in lnscgnumcnti o in precetti che, per lo. forza sugge• stiva del genio, diventano quasi imposizioni per un dato gruppo di coscienze. Egli compie, fOSÌ, la. sua funzione umana; concorre alla. a.ttivitù e A.Ila produ– zione umana colle facoltà. di cui può disporre. Pcrchò della sua opera non do,•rà. rispondere 1 perchè, se questa. diviene in qualche modo micidia.le , non doni\ lo scrittore sottostare a una. sanziono, subire quella. pena morale che gli uomini d'intelletto e di cuore possono o debbono infliggergli? ò egli un essere intan– gibile, di milio cubiti superiore all'architetto che paga di persona - o dol'rebbe po.gare - se costruisco una fabbrica. destinata a prematura rovino.,o nl modico eh~ uccido l'om~1alato 1 invece di guarirlo 1

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