Critica Sociale - Anno VI - n. 3 - 1 febbraio 1896

CRITICA SOCIALE 37 PROPAGANDA INUTILE (Replica sulla questione agraria) Caro Blssolali, Per intenderci meglio scrivo a voi direttamente. Nella nostra polemica un punto ò fuori contesta– zione, questo: nell'orbita del sociali8mo possono e debbono essere attratti anche i contadini proletari. Il forte sta nel vedere da qual parte s'abbiano a prendere, e come si possan comporr e a lcuni anta• gonismi, piuttosto tradizionali che 1'8.. 1.li, tra la cam– pagna e la città; ma nessuno potrebbe negare, che do\•Or nostro indeclinabile sia di organizzare i pro– letari di qualsivoglia condizione, do,•unque essi vi– vano e sudino a creare ricchezze per altri. Il dissidio fra noi scoppia, e diventa irreconci• liabile, quando dai salariati saliamo un poco più su od arriviamo ai piccoli proprietari, ai piccoli nttaiuoli, ai coloni ed ai mezznd1·i, insomma a tutti coloro, che si trovano all'estremo lembo della classe capitalista e lottano per non cadere nel proletariato. Voi dite, che l'azione nostra deve abbracciare tutta cotesta gente. In questo senso intendete la conquista della campagna, e con questo concetto nella mente osservate, che il rinunciar,•i equh-arrcbbe al sui– cidio del partito socialista. Della vostl'a tesi non adducete altra ragione scientifica e positiva che questa : i piccoli capitali ti d'oggi sono i proletari di domani; e dei vantaggi di una nostra azione, svolta su questa direttrice, scorgete i segni non dubbi e manifesti nelle vittorie elettorali e nelle belle votazioni ottenute dai socialisti nel reggiano, nel mantovano, nel parmense, nel cremonese, nel pavese e perfino nel comasco. Il pensier mio era ed è diverso. lo dicevo: no, il partito nostro deve indirizuu>si soltanto ai t)l'O· letari, a quelli cioè, che non hanno altra proprietà che la rorz.a delle proprie braccia, altro mez,.o di sussistenza che il salario. Sono questi il fulcro della stol'ia futura. I piccoli proprietari invece, i piccoli nttaiuoli, i meZ1.adrie i coloni sono in sostan1..adei piccoli capitalisti. Possono trovarsi e si trovano talvolta in conflitto coi ca{>italisti più grossi, ma hanno interessi antagonistici a quelli dei proletari, una coscienza diversa, un obbiettivo oprosto. Lot• tano per tdnersi in piedi. La paura de peggio li spinge a seconda delle circostanze, ora vel'so il prete, ora verso i radicali, ora ,•01-soi socialisti. Ma in rondo son conservatori sempre, e, finchè durino cosi a causa del persistei-e delle forme an– tiquate e dome~tiche di produ1.ione agraria, l'azione nostra urterà contro di loro come contro uno sco– glio insormontabile. L'esperienza storica di altri [empi e di altri paesi e i fatti accaduti ultimn.– mente in Italia confermano, bene interpretati, questo modo di vedere. La conclusione del mio discorso era che biso– gnava attendere, anzichò avventurarci sopra un terreno pel'icoloso, attendere che le forme antiche di produzione sparissero, che il capitalo invadesse e 1nduslrtaliz.:asse l'agricoltura, che i piccoli bor• ghesi della. campagna fossero lanciati nel proleta· rlato. Questo, che è il problema e il còmpito storico della borghesia. è soltanto un dato nel problema di noi socialisti, e noi non possiamo affrettarlo nè di un anno nè di un minuto. Non è cosl? possiamo invece accelerare il processo storico e lo svolgi• mento delle forze produttivef e allora rinunziamo alla nostra qualità e ai nostri scopi ed aiutiamo i capitalisti a proletarizzare la campagna. La riduzione all'assu1'Clo,anzi al ridicolo, della nostra dottrina e della nostra nzione era così evi• dente in questo che dicevo, che mi parve superfluo il dichiararlo. Per forza stessa del contraccolpo dialettico noi eravamo giunti al caso di quel me– dico, che, a corto di ammalati, pretendeva inocu– lare una malattia a delle persone por poterle gua– rfre. 'l'alo il senso della seconda parto del mio articolo e con questa intonazione ironica io l'ho scritto. Sicchè, quando dico che si debba favorire l'emigrazione, promuovere l'introduzione delle mac– chine, la costituzione dei Consorzi agl'ari, ecc, non significa già che i socialisti debbano diventare agenti d'emigrazione, comm~si Yiaggiatol'i o pr'O• motori di società inrlustl'iali ai ser, 1 igi del capitale, ma significa che essi debbano vedere in questi fatti i presupJ>OStinecessari dell'azione loro, i generatori di nuovo e più profonde anlitosi sociali, presupposti ed antitesi che non è dato a noi ,li creare, se non a patto di negare !"esistenza nostra come socialisti e le ragioni della nostra osisten1,a. E perciò non dobbiamo piangel'e ~ulle miserie dell'umanità, non dob~iamo cerc..'\1·0per ogni buco una pezza e un 1·attoppo, tanto meno dobbiamo faro dol socialismo la dottrina consolati-ice degli afflitti, il rimedio specifico e sovrano per tutti i mali. Nell'attuale regime della concor1•enza che di\"ieno di giorno in ~iorno pH1sfrenata, in tanto impe1·• versare di crisi, ora croniche, ora impr-ov,•ise, che abbattono papa,·eri alti e p.1.1_XL,•eri bas~i, nel com– plicarsi delle forze produttive, nell'acuirsi degli antagonismi tra le varie forme di capitale grande e piccolo, industriale o fondiario, bancario e com– merciale, nell"anarchia sempre crescente della pro– dur.ione, si può di1·e che i pili ricchi e i meno ricchi si trovano quasi a eguale distanza <lai proletariato e gli uni e gli altri hanno quasi le medesimo pro– babilità di precipitarvi. Con qual criterio noi sepa– reremo le pere mature prossime a C..'ldereda quelle più acerbe1 o perchè donemmo spellarci le mani ne' ferri dell'altrui bottega, quando le file del pro, letariato. pur diventando sempre pili numeroso e dense, giacciono inoperose ed morti t Bisogna am-otta,-e revoluzione, si grida da tutte le pa1•ti e sta bene. Ma questa frase, dovuta piut– tosto alla paura di non rare abbastan1.a, che a una idea esatta della nostra aziono, del campo sul quale si deve svolgc1·e e dei limiti noi quali va contenuta, si deve intendere cosi; che, organizzando il prole• tariato in partito politico, istruendolo ed agguel'• rendolo, destando in esso la coscie111.adella sua classe e dei suoi interessi, noi aumentiamo la ten– sione della sua forza, av,•iciniamo il giorno del cimento. aumentiamo le p1-obabilit.\ della riuscita; ma non signific..1.che dobbiamo cerc..'ll'ealleati per– manenti e reclutar proseliti in altra classe e fra altre persone che non siano i proletari. Questo è un concetto falso: esageratelo, portatelo alle sue conseguenze logiche estreme e voi arriverete al• l'assurdo, arriverete fino a quei socialisti smaniosi, che per fare pH1presto il socialismo vorrebbero aiutare 1a borghesia a formar p1·ima il proletariato. Come voi, cm-o Bissolati, che avete una 1101.ione cosi chiara del socialismo e ne conoscete cosi perfetta• mente il , 1 igore dialettico quando dito che esso «si r~~e~.ta CO~~ t~T ~:~~~~ei~.!jf~"~ 1~: rf ~i~d~I!~ ticolo muo,•eva dallo stesso concetto, e come avete potuto attribuirmi sul serio dei pensieri cosi ridi• colir Questa dilucidazione, che l'amico 'fu rati avrebbe potuto risparmiarmi ( 1 ), non ò sprecata. i.:~sarispodde a molte critiche ,·ostre che sarebbe1-o giuste se io le avessi meritate, spoglia la questione da ogni equivoco e la delinea precisamente: secondo me ( 1 ) Non cl pentiamo punto, et po10• ca111t, di non averlo fatto, (LA 0111.IU: IOSHl,

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