Critica Sociale - Anno VI - n. 3 - 1 febbraio 1896

36 CRITICA SOCIALE <CIVILTÀ CAINA> Un articolo del Senatore Cordova È cosa ben vile quella che ranno il signor L. P. della ll((onna e gli nitri ga,.zettai della Ga::etta dell'Hmtlla, Ga::ettti di Pa,-ma., Senlinella Bre– sciana, o ,•111, i quali del nostro articolo seque– strato stralciano un solo frammento - l'augurio di una solenne batosta alle armi del Governo italiano in Abissinia - avellendolo dal restante che lo illustra e lo spiega, per gabellarci ai loro lettori imbecilli (ne hanno d'alt1'0 gene,..,!) quali ~un auspicanti nll"cccidio dei nostri. al disastro della patria, ecc., oec. Con,•ieu essere ben scemi di armi intellettuali poi· non sentire il ribrezzo di cositratto 1•ib:\ldcl'io. Ed ò cosa tanto più ,•ilo in quanto si tratta - non lo ignorano - di un articolo sequestrato. E, se ò ben lecito ad essi - tutti u/liclost, e qualcuno anche palesernonto stipendiato sui patl'ii bilanci - rip1·odm·1•0 impu11emo11te quanto loro agg1·ada dello scritto incriminato; vicevcl'sa è tolto a noi - senza dcade1·0 in sequestri - di ritornare a fondo sul tema. rintuzznndo le loro menzogne. Il barnglto o poi la caluuuia. Quello preordinato al successo di quostn. Ecco lo nobili armi di cotesti cavalieri e gentiluomini. Quanto al nostro rimpianto, dato specialmente al sacrificio di vite J}rolela,·fe, uau abbiamo che da confermarlo. Ln massa dell'esercito è di proletari. Gli ufllclali non sono coslrellt o.Ile armi. ma ne fanno una p1·0/eS:il0,1e: ne hanno i ri~hi, come ne hanno i ,•rrntaggi. ed anelano a quelli in ,•ista. di questi. E ben natumlo dunque - sah-o casi particolari - che si deplori il destino dei condotti al macello pili che dei loro conduttori; che si piangano gh assassinati pH1 di chi si espone, di libera elezione sua, per interessi di carriera, alle alee micidiali di un ,•olontario duello. Del resto, quel che noi dicemmo alto è ciò che ò sentito dl\lla g1·ando maggioranza degli italiani non \'Onduli alla geld1•ache ci governa. Di quosto ci 1·endo mnlloveria, ncll'ullimo fasci– colo, giuntoci o~gi (aO), del lllnnovamenlo di Roma (1), un testimone così poco sospetto di idee sovver.iive qual'ò il ba1•O11O Vincen:r.o Cordova, se uatore del regno. Toccato dello stl'idente contrasto fra l'Italia 1·eatc, che gemo nella miseria, e i pa– sciuti dell'Jlalfa,uf{lctalc cho inneggiano alla guerra od all'onor della bandiol'a, egli cleplora che siasi ammazzata col ridicolo quella Guardia Nazionale composta doll'o11eslaJJOSSlden;a (sic), che anebbe 1·esa impossibile 111. dittatura, la quale e soffoca la e protesta come vocesediziosa, ammuti~ce la stampa, e vela di zelo poi bene patrio ogni arbitrio >; quella Guardia che, soslitueudo e l'ingorrligia dei di– e feusori prezzolati > del paese. togliendo di me,.zo l'anomalia di una (017.a permanente che. a tanta distanza dal centr o discipli nare, è e attratta a ,·i– c. ,•01'0:mch'es....ll .'ldi 1-a1.1.ie (fu rti a sistema Lin-aghi) », renderebbe all'esercilo e l a diguit..\ di difensore « dello patria dolio straniero •· Per lui - e, secourlo lui. non v·é uomo politico serio in Italia che pos:m di:!con,·enirne e l'im• "« p1'0Sa Ablssinn. dottnta dnll'ltalfa ufficiale, non. e t\\'r;\ mai il plauso doli' /lalla 1·eale •· Essa è rinnegamento della nostra origine di nazione. c La « giovano Italia plebiscitaria abborro dall'atto set– « vauutu della conqutsla ». Questa iniziava il Depretis, cui l'agittu·o questo gingillo sen•iva ( 1 ) No,embrt-dlcen1bre 18:.lll, t,'ltalla ,~ate, l'IUdltl 11171c1111e e l'Aft•tra, e perchò passasse1-o inosservate le convenzioni fer- 1-0,•iarie ». E e In dittatum ora pili che mai ha e bisogno di dislrar1·0 l'attenzione pubblica. •· e I.A colonia Eritrea è un giocattolo in mano alla e dittatura; giocallolo di cui nessun go,·erno vorrà e disrarsi, perehè gli sene a maschPrare le poco be– e neftche imprese che si compiono in llalia, a legitti– c mare l'inerzia nel realluare quelle rirorme da tanti e anni promesse. Dlfaul: riformar. vuol dire offendere e interessi indh•iduall - ed Interessi arresi vuol dire e [)(Xi 1:,,e,-ctuli e potere pericolante; .... chi ama il po– e tere, non vuol perderlo, quindi tton vuol ,-iforma1-e; « fi11ge colerlo e d1ffe1•i1ce, protestando che al presente e SU\ in pericolo la bandiera e che ad altro non deve e pensarsi che " salvarla. Questo giuoco, J'llalia uffi· e ciale può ripeterlo quanto le ngrada, ed intanto la e dittatura vivacchia o (11, proseliti. > Noi intitolavamo il nosfro articolo: Beccht e ba– slonalt! Il sent\to1·0Co1·dovn,l>arallelo a noi anche in questo, sostiene che, nella osca faccenda afri– cana, l'ltnli11. ra ht p:u·to del sel'tJO sciocco della commedin, no ha c il danno o le boffe ! » E, quanto allsi p1·otesa i1npo1·tazione di civiltà, oh! sentite un po· quel ch'egli ue ragiona: < Che le vecchie nazioni, sorte da. storici secolari ri• e volglmenll e d11lle conquiste, si trovino con sulle e braccia il peso di antiche colonie militari in remote e contrade; che 1 lesse Insistano a rimanervi pei bene- : ::~:a~i•~e~~ 1 :n:!:ri~\~~;tane~:s:~~fev\1l~ fo'":ozi~n 5 e dus1rie, ed in presenta della difficoltà di rompere « legami commercia li secolari, ben al comprende: ma e che una giooo111J nazione. destinala ad essere modello e dei tempi nuovi, debb:a c1·eani una coltmia pericolosa e per gli avantaggl del clima. indole di popolo, man– e c:mza di risorsa locale. lontananza dalla madre patria, e e c/1.e la rt>11tle lrib1aat•ia atl aura na:ione ( 1 ); che « l"llalia debba rimm:iare al primato ci,,ik, e morale, « per la vanilà di 1 ruccc&rslda ,·occhi&nazione; è ciò e che riesce incredibile! > E ph'1 olh'O: « Quesiti civillà bandita al suono del cannone « a 1·tpelf:tone e della mllraullal>·tce, che caccia « dalle 11rop1·tcle,·,·• oli abitatori, J)er sostilut,-vt ., lo speculalo,·c ew·opeo; questa civiltà che, in• « ·vece di semtnm·e la vace, tiene vtve le cliscordie « r,·autt t>Ulfyent e ti ccclla a comballerst a « vicenda, è l,A C'IVll~TÀ 1)1 CAINO. ) Ah! ilota! ilota! sonza pall'ia! Voi puro dunque, senatore, i;:tridate con noi Viva Menet,h! Pure non siete socialista .. Certo ò che. o nell"ultimo articolo e prima, noi non dicemmo mai :litro da quello che ora il Cordova scrive. Por noi l"impro..im d'Africa (parliamo sempre, s"intende bene, del go,•e1•110 cho ìa comanda, non della milizia che la eseguisce), si connette essen– zialmente al saprof'!tismo politico paesano; essa è l'equi,•alente militare. il correlativo coloniale di tutte le < Uanche Rom,rne » passate, presenti e io preparazione, ed ò unicamente alla proliferazione di questa puh·ertine che si ,acriflca il nostro mi– glior sangue e si strema semp1·e la pili nazione. Il senatore Cordo,•n p1"0Clama ora, nell'interesse della borghesia non boruluola, della « onesta pos– siden,,.'\ ", com·egli la chinina. quello che noi scri– vevamo nell'inte1'8SSe e dal punto di , 1 ista del pro– letariato. il cui trionfo presuppone ancora io Italia una riscossa borghese. Ma questa Bl>punto è ciò che pili pa,•entano i leJ)J>lsU al governo. Il proletariato è ancora lontuno; la borgh0:tla potrebbe ben pili facilmente dostnr-si. Quindi, ba.vaglio! FILtPPO TURATI. ( 1) Allude I\I pedAHIO dol cnn11le di Suez, di 1,. tO a pereona. e 1,.9,r-0 a lonnell11t11.

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