Critica Sociale - Anno VI - n. 1 - 1 gennaio 1896

12 CRITICA SOCIALE che 1rndieamenle chiama .si sviluppo doll'ttlttl'a:imte mo– t•ale, ma che non ~ in realtà che l'istintivo appello ai due grandi espedienti conservativi: l'ignoranza e la re• llgione - la religione, necessaria qualunque sia., per tenere 1. treno le moltitudini ( 1 ). Contro l'inruriare delle passioni delle moltitudini srre• nate non vi sarà riparo emcace senza la ,·irtù salutare della religione. l') Questo è Il mònlto che va da tempo ripetendo alle classi dominanti Il sommo ponteftce. Compreso l'indirizzo dei tempi e la terribile realtà. della questione sociale, esso nel 1&>1 crede opportuno ,·ergare una apposita e11ciclica, in cui, dopo aver com• battuto i socialisti colla melaftslca degli Scolastici e perftno col dirillo lii nalio·a degli Enciclopedisti, pone In rilievo tutta la potenza della religione cattolica cl)me rona conser,•ntrico e come ispiratrice di abili tempe• ramentl sociali, so non per comporre, per renilere meno aspro o pericoloso Il conflitto. Il Vangelo, come ebbe già a dire all'imperatore Gu– glielmo, ò per lui il codice del diritti e doveri risolu~ toro della questione sociale. Se esso prevalesse, sog– giunge papa. I.eone, non cesserebbe subito ogni dissidio e tornerebbe la pace t - & p,•eoaltn, .... Peccato che la seducente utopia sia 11ratalada 2000 anni di storia; tanti ormai ne son trascorsi dal primo sorgere del Cri– stianesimo! Quell'enciclica è un documento di più per compro– vare la verità della. nostra tesi: essere la. religione - di natura sua conservatrice - necessariamente soggetta all'intluenr.a degli interessi dominanti, da cui prende alimento e vigore. La premeasa lnrattl di papa Leone ò che pe1· migliora,·a le ,orli <ltlie cla11i Opt1'0ie dcoe por,i come fo11dcm1.tnlo inco11c-u1,ola prop1·itlù pri""la e ri,u;iolabililà ctd IUO dirillo ('). f: dunque la Chiesa che ai dt . premura di direndere l"i,tilulo della proprietà priva.ta dei mezzi di produzione, come rosse un domma religioso ( 1 ), e di comballere i ( 1 1• Conreulamo, acrh·en nella ,Yuor:a A11IOloqia del 1875Ra(· raele ca11pello, che btn curlo&o è l'organamento di questa no1tra 11och1U\,•e di 11111 conforti h11bl1oano (cioè della 11>er11n-za In una (elicll!t ultrarnontlan1)- non per raglonfl dellfl nitre umane m!1erle, ma 1010per 1)over1A- ,1ufllla parte del genero um111no che ph) concol'fie all111,rodutlollfl della rlccheua. • !;) Rnclcllca al clero e al popolo Italiano, 15 ottobre 1!90. r) Quetta e le alire cltulonl 1uccH1l•e delle parole del Pontefice llOno tolte dalla Kock.llca De 1111lt'1tto"e Opl/lttmt. 11 maggio 18'I. t•J Come mal papa L~ne, 11ur coel dono nelle nere carte, fa le nnte di 11011 uer 1)rHeate che Il 1uo decantalo dirllto 1tatu• ra1, olla Jwlr:ato Jwopf'Utd del meul di produ.llooe • "lce.,ersa COii poco naturale che nello IIHIO Popolo detto era pUUO(hè ml1coM1clu10 I Non 11 legge Infatti d1laramente nel LffltkO un ,~uo In cui Dio dice a MoM: Te,..,.o /fMOllu• "o" ceNdetit,. '" perjlefll)01t,' IJM{O ,neo C'lt, tt CO, •duttae C't COlOIII niet utu; NMd• CMIICtO r~IO p(UUHIO'flll ,,,,,nu .... rfflem11Uonl1 condi• rto11ertndetwrl ... E Il f\lmo10 gtwbllto et,ratea colla 1ua rotatlone terriera e colla relalh:l reml~lone del 1lebltl t forH un omaggio ruo dal Popolo eletto al leonino diritto di pro1>rletàl COI\, 11are lmpoNlblle! Il papa, C'hflln.,oca Il ritorno a.Ila ,lt:t nlatlana prlml1h1, non rammenta che Il Vangelo. menlre tra– ho«a di la,ettl•e contro I rluhl e I potenti ( Vct11 dlr:lltb1u!), non ha una aola inoc1t1on1:, una puola 1011 di minatela contro I po,erl. mmuulca, oltre che halle le teoriche poc:oortodONe dei primi Padri della Chle:11 e del 1uol primi predeceuori, gli llHII Atti dtlll Apo,toll, lo cui, guardate cuoi I con,ertlll, eotnodo ni!III comunione del fedeli, do•e.,ano meuere In comune I beni. fl la reaola era co1l rtgoro111nen1e oucnata eh• ,uaola e Zarlra per averla aolo In J>arte ln,1gredl1a furono da1II AJ)Oltoll fatti cadere e1anlml al loro piedi,.. Oh che 1memorato che t Il papa: furbO 1ier6!.., f!J)pUrfltutto quel 1ocl111l1Amo r no e l1111rbaro non h:t a che (are con 11uello1iro1mi;rn111to tll\l 1oclall1tl elle rappretenttl l'idl!ale del 11ro&rfl810 tn•llel nemici di esso, i socialisli, come rouero perciò nemici della religione, anche quando intendano procedere alla tra.srormazione di quell'istituto legalmente, come oggi · pe;· caiua di 1t1ilitd pubblica, senza lesiono di diritti acquisiti e allorchè la maggioranza dei cittadini sia convinta del suoi vantaggi e della sua. necessità. Che c'entra questo, si potrebbe domandare, colla redo reli– giosa! Come spiegarsi altrimenti che colla dipendenza dei fenomeni morali dagli economici, Il sentire dal mag– gior ministro del cattolicesimo la seguente raccomanda– zione, che pel suo reale significato starebbe bene in bocca del più mondano e accanito reazionario conser– vatore borghese! e Punto Importante e principalissimo è questo, do,·ere i governi, per via di savie leggi, assicurare la propriefa privata. Oggi specialmente, in tanto ardore di sfrenate cupidigie, bisogna che le plebi aleno tenute a llovore; perchè se ad esso giustizia consente di adoperarsi (lntondl, 1uborclinatamenle e cli couse,·vacoi uoventi e coi pad1·010) a migliorare lo loro sorti, nò la giustizia, nè il pubblico bene consentono che si rochi danno 11daltri nella roba e sollo colore di non so quale eguaglianza s'invada l'altrui. Certo, la massima parte degli operai vorrebbero migliorare con• dizione onestamente senza far torto a penona (1); tut– ti.via ve ne ha non pochi Imbevuti di massime false e smaniosi di novità, che cercano ad ogni costo eccitare tumulti e sospingere gli :,.Itri alla •loleou.. Intervenga. dunque l'autorità dello Stato, e posto t'Nlnoai sommo– vitori, preservi I buoni operai dal pericolo della sedu– zione, l leglUimi padroni da quello dello 11pogliamento.• E basti questa per tutte le espressioni reazionarie che esplicite o tra le righe si leggono nell'enciclica papale. Sempre collo stesso intento conservatore il pontoftce eccita i governi e a inlereuani dell'operalo, racendo si che partecipi in alcuna misura di quella ricchezza che esso medesimo produce: cosicchù abbia vitto e vestito, e campi meno disgraziat.amente la .-1ta .... sicuri che, non che nuocere ad alcuno, questa provvidenza. gio• verà a tutti, essendo interesse di tutti che non riman– gano nella miseria. le persone necessarie alla prod.u– zlono della ricchez1.11 ... e che sia mantenuto l'ordine e la tra.nqullliti\ pubblica •· Allo stesso modo Il papa. Invoca Il ,•iJ"xuo fcsiii;o, non tanto per sentimento d'umanità, quanto nell'interesse della religione e ')uindi della conservazione. e Di qui segue, egli dice, la. necessità. del riposo reslivo. Sotto il qual nomo non l'intenda già. uno alare In ozio più a lungo, e molto meno una totale inazione, quale si desi• dora da molti, romite dei vizi e occasione di scialacquo; ma un riposo consacrato dalla religione. • E lo stesso spirito inftne anima il pontellce allor• quando raccomanda di favorire il risparmio e perchè dando luogo alla piccola. proprleli, si toglie con un ceto Intermedio l'immensa e pericolosa dlatania tra la somma povertà. e la somma richezza »; e raccomanda la regolamentazione del lavoro e della mercede, le so• cietà. di mutuo soccorso, di assicurazione contro gli inrortunl, la disoccupazione, l'inabilità. la vecchiaia ed altri istituti, rra cui prime le corporazioni d'arti e me• stieri, adallate alle condizioni presenti. e M11 è evidente, soggiunge poi, che conviene a.-er di mira, come scopo precipuo, il perrezionamento religioso e morale, e che a questo perrezlonamento ,·uolsi Indirizzare tutta la disciplina sociale. Altrimenti tali a11ociazlonl trali gne– rebber.o In altra natura (e ,i capi,cc!) e non si van– tnggcrobbcro molto da quello, In cui della religione non

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