Critica Sociale - Anno VI - n. 1 - 1 gennaio 1896

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Begue: Anno L. 8. SemestreL. ~- . 1.ll' lf.•tero: Anno L. IO• Semestre J ... &,&o. Lclicrc, vaglia, cartoline-vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE·MILANO: Portici Galleria Y. E., 23 z.• (fiUI Hlile) Anno VI - N. I. Saremo aralt a quelli dei nostri leU01·i che t'i SJ)edtranno al J)iù, pt·esto la rinnovazione dell'abbonamento. Siamo anche q,-aU a lultt colol'O e/te cl suggc– ,-/scono tndl1•t;;t cli abbonati probabili, cui matula,•e a nostro 1·tschtonu1ne1·t (li sauuto. Poi 1111ovo 1111110 cl'i1.bbo1111111ento ! Unnuovolibrodel prof.Sc•r•bellie un altro di M•rx • prezzi di f,voropoinostriabbon,ti. Abbonamenti romulalfvl, pt·emt, ecc., ecc. _. Leggere in tlne del fascicolo. -.. SOMMARIO AUualhà, J,"4t,1,a,1rto110dl UIIO te11veectulo11a/e fl,,1, CRITICA Socu,u}. Jl •lflPtl/lCOIO (kllu lotta odfen,o ili Grrmcmta (A.,·v. CLAUDIO TRKYU·, Il tqato J:doardo Mamo pc,• ta 11ropoga,1da •oelal.,ta: di t'Oncor•o (f'ILIPPO Tl&ATf'. Studi eoclotoglol. Lo CON'iMi,to delle cornpogrt•: L"areenlre (l.u10). I.o q11,111.,,,.. Oll"'Orla, I (l..a:ol'l'IDA 111,..0LATI). Il rl,feegUo rdt1110.o: r. lt Pa,>« e la qur•tio,,e •oclote {AH". Do– xs1111co 8rAUONIJ. Fllo•o8a, letteratura e •arletà. f.111it,1·a,111; poesia (AKOSLO l.41'lA). UIC~l~_fi dlft tlOltri mo ..u: LeOJ)()hl JAt'Oby V, t.); Stepnl:&k 1,11,,-1 • Su•11n1 P•->· t>ubbltcn:tont J')et't'.tttutt fn <louo. IJlbilOltCO di propaganda. Ptl nuoeo n11noa·oooomamento: 01111w11cl. L'ABBANDONO IU ALEGGE ECCEZIONALE l>iciamo dt WUt legge pc1• cor1-eggere re1·1'0re in cui sembrano incappare i giornali, anche di parte nosh-a, o perfino uomini di toga, che parlano di scadenza delle leggi eccezionali. Ora, una sola scaddo ieri <lolle tre famoso leggi W luglio 1801, che andarono sotto il nomo di leggi « contro gli anarchici > o che meglio merila,•nno quello di leggi « confro la Costituzione ». Infatti - a L,core di quella sugli esplosivi, la sola che h'Ovasso giustiflc..uiono nei fatti che a lutto e l1'0 furono pretesto, e che servi solo da ago pe1· ral' passare nel coltrone del Parlamento e doll'opinione pubblica il filo insidioso delle •ltre due - l'altra leg~e « sulla istigazione a delinquere o sulla apologia d1 reati col mezzo della stampa>, che 11011 scudo arratto nò or-a nò poi, sottraeva alla competenza dello Assisie titoli di 1·eato ominente– mento inlollottuali o politici, o con ciò, oltre mo– dilìca,·o il Codico di J)l'OCO{hwa, sopp1·imeva, in una dolio poche p:wli supo1-stiti o nella pili applicala 11111111 .• gennaio 1896. oggimai. quelrnditlo albcl'lino sulla stampa, cho per ragioni storiche e di sostanza fu sempre r1te• nuto legge slalula1·ta o quindi non modificabile, tanto meno pai in senso reazionario. La tor1,a, 1 cosldetli « provvedimenti di P. S. >, creando Commissioni amministrntivo cui aOldava la condanna dei cittadini por opinioni politiche al connno o al domicilio coatto, colpiva in pieno petto quell'art. 71 dello taluto che viola la creazione di Commissioni o tribunali straordinari o 11011 consente che alcuno sia sottratto ai suoi giudici naturali. Disposizione, questa. statutaria o fntangibile, non tanto perchò trovi posto materialmente nello Sta– tuto, ma pii1 per la sua indole stossa. Invero non s'intenderebbe quel divieto, quando do,·osse sottin– tendersi che una semplice leggo parlamentare suc• cessi\·a potesse rivoca1•lo nel nulln. Per dire che le norme di competenza vigenti noi Codici al tempo cho lo Statuto fu p1'0mulgato dovevano ,·nlore fino che non venisse1'0 mutate, non era bisogno davve1'0 che lo Statuto sciupasse un paragrnro speciale. Era quello, dunque, un patto fra J>Opolo e sovrano, non mutabile se non con una di quolle no,·aziooi poli– tiche che ht1nno nome Costituenti o rivoluzioni; una clausola la cui infrazione dalruua delle parti S\'incolal'altra ipsojur•edall'osscrvauza.del contratto. Ma sappiamo bono cho, a invocnre ora il patto fon– damentale o il diritto pubblico inte1•110, si risica di passare pe1• ingenui. Le C.OStituzionisono stracci di carta, sono epigrafi su un sepolcro, ove non le ,·igili la coscienza o il bmccio nl'mnto di un popolo. Or questa terza ò la sola le~ge cito scade, la sola di cui ò certo, mentl'o scriviamo, l'abbandono al– meno tomporanoo. :\fa di quest'abbandono, fin che l'altra legge perduri - quella che aggrava le con• dizioni d81la stampa - o fin che durino i cognati paragrafi del Codicepenato (217, 2:-,1), pocoavranno da rallegrarsi la libertà o il nostl'O partito. Poco a,•ranno da 1-allcgra1-si: chò non fu la com– minatoria del confino quella da cui ti-asso1'0 occ..1.– sione le maggiori violen1.c. Questa comminatoria. che accennava apparenle11tenlc allo associazioni anarchiche, ru bon tosto palcso che mirava, per contrario, non gii\ anche (como fu detto), ma beasi csclustr:auwnle ai socialisti, o ad essi od anche ai repubblicani o agli altri oppositot·i delle camarille dominanti. Certo fu una frodo il Jl8t·larsi in quella leggo di « proposili manifesti di vie di ratto » - nella quale osp1'8SSione, pensatameoto equivoca, tutti dappr1mn, anche i pochi onesti cho la votarono, intendo,•ano i saccheggi, lo mplosioni, gli attentati - e In quale poi i giudici, tro\'andosi a dover condannare (pena il connno a so stessi) gli uomini più alieni o nemici di ogni violenza, scambiarono colla semplice adesione a un p:u·tito, in on cui Cong1·esso quttlcho pa1-ola violenta ora stata pro– nunciata, cho il Con~1·esso o 1nuga1·i gli imputati medesimi a,•o\lano ,•1vamento combattuta e rip1-o-

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