Critica Sociale - Anno V - n. 24 - 16 dicembre 1895

CRITICA SOCIALE 373 dazio sulle farine, ordina e va compiendo con ce– lerità non mai vista la ripartizione dei demani, ed insiste sempre su quel p1•ogetto di legge sui lati· fondi, che ci condurrà due secoli indietro se viene approvato. 'futta questa esperimentazione storica non è ser– vita a nulla, perché noi siamo più che mai ostinati nel proposito di introdu1're il socialismo nelle cam– pagne, senza sapere, che tanto varrebbe predicarlo ai banchieri, industriali e capitalisti che, se non altro, sanno leggere e scrivere. E quel che è peggio poi, Io vogliamo introdurre sotto forma di coope– tive, di statificazione delle ipoteche, di ricostl'uzione e ingrandimento dei demani pubblici, il che prova, che, nonostante il socialismo cl'itico e scientifico, noi non abbiamo ancora una concezione esatta del processo storico, e non sappiamo liberarci dalle forme del socialismo utopistico, conservatore e rea· zionario. 'l'anto più volentieri faccio questa dichiarazione, in quanto io pure ho commesso il medesimo peccato, scrivendo dei demani comunali, e proponendo che fossero ricostituiti. L'idea era sbagliata, e pel'ciò appunto ha fatto fortuna. Ora ne faccio ammenda, ripudiandola pubblicamente. Cooperative, diritto al ! 'lavoro, diritto a tutto il prodotto del lavoro, socia– lizzazione della terra e degli altri strumenti di pro– duzione, abolizione delle classi sociali e quindi dello Stato, saranno certamente dei fatti nella futura societa socialistica, e ne costituiranno la morfologia specifìca; ma noi non possiamo, a nostro arbitrio, I porre tutte queste cose a un punto dato della storia, e credere di far così il socialismo. Il socialismo non è un'entità bella e formata, ma è una cosa che si formerà, è uno stadio ulteriore della storia umana, che verrà o potrà venire, quando le condizioni lo permetteranno, quando, cioè, la lotta sociale si sarà semplificata tra i detento1·i del capitale da un lato r e i lavoratori dall'altro. Ciò che noi dobbiamo fare è 01•ganizzare il proletariato, educarlo, disciplinarlo ed agguerrirlo, pe1•chènel giorno del cimento sappia quel che debba volere e in qual punto COO\'ergere I tutte le sue energie affinch0 non vadano sciupate. Ciò che noi non dobbiamo rare è frappone i11con– sapevolmente ostacoli alla semplitìcazione della lotta, e quindi aiutare le forme antiquate di produzione a vivere ancora, anzi che affrettarne in tutti i modi la morte. E su questo terreno dovremo combattere aspra– mente e lungamente ancora. Le classi dirigenti hanno capito, che, ammazzando presto la piccola proprietà e la piccola industria, correvano a tutto l vapore verso il precipizio, e cominciano il movi– mento di ritirata. li giuoco della politica, della fi– nanza e della legislazione ora tende a salvare le piccole fortune, a crearne delle nuove in luogo di quelle assorbite, a mantenere in una parola una certa propc,rzione e un certo equilibrio tra le varie l forze produttive. I dazi protettori e gli istituti di credito popolare sono diretti p1·incipalmente a questo scopo, che sarà meglio raggiunto il giorno, forse non lontano 1 nel quale saranno abolite le quote minime d'imposta e sar-.\ introdotto nel sistema tributario il principio della prog1·essività. Insomma ( è il grande capitale che si procura degli alleati per allontc,nare la guerra, o meglio che prefe1·isce I di fare qualche sacrificio per avere alleati coloro che gli potrebbero essere nemici. Vogliono i socia– listi essere anche loro gli alleati del capitale in questo genere di campagna 1 Lucio. LeCasse rurali d prestito e il Partito socialista Se no donà proprio disinteressare di queste Casse t·umli il partito socialista! Non mi pare inutile discor– rerne sulla Critica Sociale. I socialisti tedeschi nel recentissimo Congresso di Breslavia han mostrato una gran ,•oglia di spingersi dentro la vita economir.a del proletariato agricolo, ma hanno anche mostrato una gran paura. di dover soste– nere la piccola borghesia, di cui la. scienza economica nuova ha dimostrato !"inesorabiledissoluzione.Ed hanno rimandato la cosa a nuO\'i studi. In Italia il partito non ha la. rorza.per alfrontare cosi vivamente la questione, ma il bisogno ci sarebbe e relativamente ancor più che non in Germania.. Le Casso rurali si propongono d 'aiuta.re la piccola. proprietM Evidentemente sì. Ecco il male, si dirh. Anche nella. terz.ultima Cl"iticaSociale, il Bissolati, a proposito dell'ultimo Congresso delle Banche popolari, scriveva contro questo presunto salvataggio della. piccola bor– ghesia. Sembrerebbe quindi senz'altro decisa l'astensione del partito socialista di rronte alle Casse rurali. Eppure forse non è cosi. Resta. a vedere, ed è su ciò che desidero rermarmi, se, gettate le Casse rurali in mezzo alle complesse cor• renti economiche e morali della vita. agricola, il partito socialista possa dagli effetti molteplici d'aziono e rea– zione, a. cui esse daran luogo, trarre una. risultante dannosa od utile. . .. Vediamo di precisare su che estensione di scala. so-. eia.le esse svolgono la loro influenza. Nelle campagne, è noto, si arriva dal grande proprie– tario al nullatenente per una. serie di gradazioni che vengono raccolte in due gruppi: la media e la. piccola prop1·ietà. La media prop,·ietà ò rorma.ta da. p,·oprielat·i non agricollo,·i, che cedono tutti i loro terreni da coltivare ad altri (in amtto o a colonia.parziaria.), da. p1·op,·iela1•i agricollori, che attendono essi stessi alla coltivazione, se non di tutti, almeno di parte dei loro poderi; da. p,·oprietari•a{fiUuali, che, cedendo o meno, ad altri, la. coltivazione dei loro poderi, si fanno conduttori (con contratto d·amtto) di vaste estensioni di terreni altrui. La piccola p,·op,·ietà. è costituita da. agricoltori che, proprietari o no di piccolissimi poderi, assumono la coltivazione di terreni altrui o sotto contratto di affitto (affittanza, locazione, enfiteusi), o sotto quello di colonìa parziaria (masseria, mezzadria, terzeria, terratico, co• Ionia. perpetua). A questa piccola proprietà agricola. (a.ffl.ttua.Ji, mez– zadri, terziari, terratichieri, coloni) si può aggregare, pel caso speciale che trattiamo, la. piccola proprietà. commercialo di campagna {mercanti di prodotti agricoli ed esercenti), che sotto questo aspetto del credito, come per tanti a.Itri, sono tutt'uno con quella, e si ha cosi la. piccola. proprietà campagnuola. 1 della quale ci vo– gliamo qui occupa.re . La proprietà media. e la piccola rappresenta.no due gruppi differenzia.ti sotto molti aspetti economici e po– litici. I Cosl il Bissolati, nell'articolo citato, dice: « la. piccola E:rrntu•cor1.•igo. - Nell'artlcolo di Arturo La~riola lns"rto borghesia. _ quella. appunto che è padrona degli isti• nel pallSalo num~roa pag. 338, ,•erso la flne della prima colonna. l~r~~~~}ig;~: it 1 ~~il~g~fei~t~~o~:]gaJ!~:~a~~~~~-it~i8 !,,!'f:;: I tuti di cr dito popola.re~ ecc.,ecc.>. Ora,di~erenzi~ndo gerfli: t,1 im 1010 i;enunuio, t8"l3·93. questa. piccola. borghesia delle campagne lR media.e

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