Critica Sociale - Anno V - n. 24 - 16 dicembre 1895

CRITICA SOCIALE Il produttore capitalistico può dunque, anche rinun– ziando ad una parlo del sopra\'nlore, ricavare pur sempro il saggio di profttto in vigore per la sua località, che in origino non aven nessun diretto rapporto col sopra,•valore, perchè nato dal capitale commerciale già molto tempo prima cho rosse dh•entata generale la pro– duzione capltali,tica; prima cioè che rosse possibile un saggio di proftlto industriale. Ft;OERICO ESGEI.S. LE RIFLESSIONI D'UNARTISTA sull'arte e sui < superuomini > $10. 011tF.TT01tE, Pormo~ta a un cultore dell'arto, per quanto oscuro e solitar10 1 qua.leho ossorvnzione ai due interessantis~ simi articoli di Amedeo Morandotti o di Mario Pilo sul ,uperuomiui,mo o sulla. influenza del popolo nell'arte. A mo sembra, cho vi sia. errore o malinteso, non solo da parle di quel gruppo di artisti modernissimi ~tt~~i~~1'1:~l~r~~rl~~~t~r~l1:h~a~c:}~~ia~~sèo:~~~i~~l- tamon~ compresi della s uperiorità c he si attribuiscono, manifestano un solenne d1sprez.zo, un compatimento profondo per tutto il resto dei mortali; ma anche da parte di quei critici _che, per reagire contro questa tendenia. morbosa, spinti da un santo zelo, dicono che ~u;~~g: l~~;>_e~~s:~:~::,~ ~~:rr~e:d:~ l~~~r~-:~~rst~ riceve, da questo volgo, aiuto, collaborazione, sostegno. Di questi malintesi ed esagerazioni e della conse– guente sciuura fra raristocraz1a degli artisti e i di– rensorl del popolo. la cagione è tutta nell"ordinamento sociale del r.ostrl tempi. R1fletliamo un poco e vedremo che nè tale divergenza dee far meraviglia, nè è da disoerare di por,·I rimedio. L'arte oggi non è un frutto spontaneo, come fu nei tempi aurei della Grecia, come fu in Italia all'epoca grande del Rinascimento. Quel concorso, manirestatosi allorn, di tutto lo circostanze ravorevoli allo sviluppo dell'arte, oggi non si è rinnovato. L'arte dei giorni nostri ò frutto di serra, frutto dovuto alla tenacia, alle lunghe cure pazienti ed amoroso di pochi colti\'atori. Ln. gr11nmass" del popolo, quollu. che dovrebbe dare nll'arte l'impulso, l'Incremento il più vitale, come lo dette nelle epoche suaccennate, non è edunata al sen• timento, al desiderio del bello: anzi, nella. vita quoti· diana., essa trova. oggi tutte le occasioni per corrom– pere, por tra.vlare quel po' di gusto innato che avrebbe. Non pltì oggi l'ammirazione ingenua. felice, delle bel– lezze della natura, che ebbe Il popolo greeo · non più le grandi a.sp1r&zloni mlsliche del Medio E~o, che si estrinsecarono nelle eccelse cattedrali nordiche, primi esempt del valore collettivo popolare; non più quella b~amosla lnrantile, generale in una.popolazione intera, d1 pro~urarsi all'occhio IJOdiment1raffinati. per cui van celebri il quattro e Il canquecen10 in Italia; ma una turba. i~~ensa che si a.ffanna, che si logora nei campi, nelle mrn1ere, negli arsenali, nelle officine, nelle sta– zioni, negli scali, con un orario di lavoro opprimentf>, col solo Ideale di guadagnarsi un pezzo di pane. L'in– venzione delle macchine, che avrebbe dovuto rispar– ~iare ~empo al lavoratore e quindi concedergli agio ~~ :!~;,~;~. 1 1~f l~~~g!::i~bl~ut;fd~d:v;::i:e:!fr:O!,~~: s1ml, lo priva di ogni valore personale quando da questi debbn, o per lnrermità. o per vecchiaia. o per qualsiasi altro motivo, allontanarsi. A tali esseri umani, specialmente se vivono lontani dalle città, non rlm an tempo nè mezzi di entrare nella vita. Intellettuale, di visito.re monumenti, musei, gallerie, o~poslzioni, di leggere Riviste, di ascoltare eonrerenze, d1 stablllre termini di confronto fra il vero e le rap– pr~sentazloni dell'arte, di formarsi insomma giusti criterl. In modo elle un artista possa, per l'opera. propria, valersi del luro apprezzamenti. L'esercizio delle loro facol1à.este1iche s1 limita a. giudicare sulla rassomi- f~1b~~~t~i st~ 1 ;! 1 ec!l~:~o et~ ~~fJ!:! o 0 g:f io~~~;,a:1~ alberghi, tutti i luoghi di ritrovi degli operai come dei piccoli borghesi. L'opera., che le esigenze della civil1à impongono oggi : 1 t~~:e~~~:Lu~ ~ì~b~~t:n:~:,!oSi~i;:o ~lv::t:~~~r~ ~~~~ tutL'altro che atti a formare educazione artistica in chi li produce. Per non dìlungarci In conrronli col passato, se con– sideriamo soltanto quel ramo di produzione, che sem– brerebbe all'arte ph\ rerrattario, la.produzione militare vediamo che ai bei tempi dell'arte era. esso pure u~ campo vaatlssimo per l'educazione del gusto. Os~er– viamo i rortilizi, I castelli, le mum di città, colle porte severe, col torrioni e baluardi del xv e xvi secolo e ,•odromo quanto mirabile pensiero d'arte sia. trasf~so In quelle solide costruzioni e come fossero tali da educare l'occhio del lavora.tori alle proporzioni e al– l'o.d~ttamento delle parti. Le armi, in ispecial modo, offrivano ampio accesso allo raffinatezze, alle rantasie dell'artista. Solformiomocl nel nostri musei, dinanzi ai cannoni di bronzo, mirabili per I bassorilievi squisiti di cui son coperti; dinanzi alle superbe arma.ture, alle spade, alle alnbarde, agli scudi, ai morioni dalle lince capriccioso od eleganti, dai sottili ornamenti intagliati e scolpltl. Osserviamo la fastosità delle antiche galere dei Veneziani quale cl vien tra.mandata dallo tele dei contemporanei, e ci convinceremo come in tuLta questa bell igera. produiione, l'impronta dell'ari.e giammai (a.- :~:~:i d~~:~o~~n~f i ~:g~~•~~:..:i~tie d~o~~~~n:~z"z~t~ sono aridi prodotti tiella sc ienza e della meccanica e niente banno che valga a (orma.re il senso estetir..o di chi ,•i si adoperM.. . r; quindi fatalmente naturale che coloro i quali ~1 dedica.no ogJi alle dlsciphn e de ll'arte, ravorili da m nat a. d1sposiz1one, e che con a.ss:duo studio, con pro– lunrto ese_reizio,giungo_no a. raffin are il proprio gusto ed 11 proprio senso estetico, utraendosi dall'ambiente prosaico e artiftcioso che ci attornia., è ben naturale dico, che costoro si trovino a disagio colla gran massà del popolo, e che finiscano coll'1solarsi, col trovarsi un pubblico speciale, un pubblico di esteti, che va sempre restringendosi, quanto più l'ordinamento economico attuale accresce il numero dei proletari ed esercita C1peradcle~ria sul senso llrlistico delle masse. Sts ora. alcuni di tali artisti, per la vita anormale che sono costretti a condurre, cadono nell'aberrazione di credersi esseri suporiorl, non ranno con ciò che manifestare un renomono mor•boso ma. logico, la cui causa inizialo trovasi nell'ordinamento dellt1-società d'oggi giorno corno ho dotto In principio. ' Certamente, se gli artisti considerassero non soltanto la superficie, ma anche l'anima recondita degli uomini e delle_cose, non lro\·erebbero giusto d'inorgoglirsi per !a speciale missione ch_o comp ono. non si chiuderebbero rn un cenacolo, non disprezzerebbero i loro simili pro• eia.mando l'egoismo nell'arte, ma concorrerebbero a studiare le ragioni di questo dissidio fra. pubblico e arte, e a ,·edere se non ci sia. modo di farlo sparire. Ciò por il vero, per Il sommn interesse dell'arte: la quale non ru mai grande, se non quando senti riper– cuotere m sè le pulsazioni gagliarde di un orga.nismo sociale sano o ben disposto. Il combattere quindi certo tendenze di solitari col– l'atrermar~ che li popolo può oggi, come ru nel p~sato, es.sere valuto collaboréllOre dell'a.rtista., è cosa. esagerata. per non dir ralsa, e quindi di poca efflracia sugli av– versar!, J.lml_t1amocl ora a constatare questi ratti, ri• gparm1andoc1 di correre nne gìostre, e giovi intanto a_ noi lo s_perare,che Il primo raggio di un sole novello, d1 c_ui.stiamo ansiosi spian~o sull"orizzonte i primi baghor1, venga. a spazzar v1&come nebbia l'attuale dissenso rra volgo ed artisti. ANTONIO SALVETTJ, piU01•e. A noi paro che quassù, Inspirandosi a. un sano e po– sitivo materla.lismo economico, Antonio Salvetli tocchi la nota vera e proronda.mente giusta: una nota assai più vera che non raccl& lo scrittore dell'/lea libera(e, rimpiccio• !e ndo la questione a una direaa. dell'arte del Segantini, il quo.lo e la quale (noi obbimo cura di rilevarlo) en-

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