Critica Sociale - Anno IV - n. 24 - 16 dicembre 1894

CRITICA SOCIALE I.a prima - numeric.unente la più debole, benchè :wesso per sè la poderosa forza c1· inerzia del misoneismo e della tra,liziono - voleva che si astraesse dai nuon eventi che c1 colpirono e si perseverasse nella via fin 01·a battuta; i socialisti, considerando tutti gli altri partiti corno una ola massa 1•eazionaria, opponessero la p1·opria lista esclusiva a tutte le altre. )la non fu difficile obiettare, che il considerare lutti gli altri partili a una medesima stregua è un errore storico e teorico, il <1uale - se non porta,·a conseguenze praticamente funeste finchè il no– sti-o partito a,·eva aria sufficiente per respirare - ne poPlerebbeoggi di gmvissime, dacchè diventò per noi questione di vita il pl'Oblema della libertà, di fronte al quale i vari partiti bo,-ghesi si alleg– ~iano assai diversamente l'uno dall'altro.Dorunque il pal'lito socialista non può, lottando da solo, ot– tenere la vitlol'ia (poichò, ove esso lo possa, sarebbe assurdo parlare di appoggi o di coalizioni), ivi non è o~i il caso ch'esso la, 1 ori ai propri danni e si alien, le simpatie che lo per ecuzioni onde è fatto egno gli procurano, agevolando il trionfo delle coalizioni reazionarie. L'adesione. impostasi pe1· forza di cose, alla I,,ega ve1· la llbe1·là costituisce un precedente che non ò lecito, nè sal'ebbe coerente sconfessare nel campo eletto1'alo: tutto sta nel lro– rnro il miglior modo della sua esplicazione. li senso pratico preralse nell"assemblea, che la– sciò isolati i pochi proponenti della formula sem– plicista del • fa,· da sò contro tutti •· Ugualmen te semplicista . ma in diretto antago– nismo colla precedente.s i delineò una seconda cor– rente, per la quale il partito - dacché ha ricono• sciuto la necessiti\ di aiutare la riscossademocratica - dol'rebbe sacrificare a questo scopo ogni altra sua attività. ?\on proporrequindi o lasciar proporre nomi pl'op:·i, nè pochi nè molti; convergere tutte le pl'oprie forze a suffragio della lista radicale. Ma questa logica meramente formale non rispon– deva alle complesse esigenze della vita del par!ito. !lene fu ossel'vato che il ritra,·si del partilo in <1uestomomento, dopo lo leggi eccezionali, per di– ventare unicamente il rinrorzodi uu partitodive1•so, non avrebbe solo le appal'enzo, ma anche io pal'le gli effetti di un volonta,·10suicidio. Ben difficihnento - tanto pili ora colla convocazione triennale dei Comizi - i raunoderebbel'O poi lo rotto fila della nostra t1'adizione eletto1'ale battagliera ed indipen– dente. Ora, più che mai, impol'ta a noi, inoltre, di continuare il censimento eletloi'ale dei progressi del partito, che la persecuzione, spe1famo, non varri.\ad arrestare. Se le nuove fe1·ocicompressioni ci consigliarono la Leua ve1· la Ube,·tà e, coerente– mente, un atteggiamento pii, benevolo per quella borghesia democratica che ha por funzione di re– sistere al medioevo feudale e reazionario, le stesse contingenze esauriscono qui la loro efficacia; esse non cancellano le differenze e le necessità di affer– mazione distinta dei singoli partiti - necessità che la stessa Lega pei- Ut Ube,·là, all"atlo del suo co– stituirsi, energicamente 1·iconobbe. La coalizione collo forzo della bo~hesia radicale, nel limite dell"aziono per la liberlil, significa per noi sgombrare il cammino intercettato alla marcia della nostra bandiera. Meno che mai, dunque, ò ora il momento, cotesta bandiera, di abbassarla. La ter1.acorrente ci riconduceva semplicemente alla vecchia e screditata tattica delle alleanze: ac– cetL,ro cioè l'offerta dei Comitati democratici di inserire alcuni nostri nomi nelle loro liste per formare una lista unica comune. Con ciò, dicevasi, da un lato (come colla pl'Oposta precedente), si assicura nel miglior modo il trionfo delle candida– ture radicali, evitando antaionismi anche parziali B1blloter.a Gino Bianco o dispersione di voti; dall'allro canto, si tendo a procurn1·0al partito socialista alcune voci alla tri– buna dei Consigli amministrati\"i: \'OCi tanto più utili oggi, che lo altre vie di propaganda ci sono quasi tutte precluso. Stimiamo eloquente p1·ol'a di vi,·ili~\ e di co– scienza di piwtito, che la lusinga di quest'ultimo argomento non abbia fatto alcuna presa. Perchè, a rmrlo che la speran1.adei proponenti verrebbe ncl– l"efietto frusll'ata (la minoranza socialista sarebbe indubbiamente battuta anche riuscendo ,•ittorioso il grosso della lista radicale), contro di essa mili– tarano tutti gli a1•gomcnti cito determinarono i nostri Congl'essi a ripudiai-ola tatticadelle allean1.e - ai quali nessun nuo,·o motl\·o si potò contrap– pol'l'0. e la seconda cori-ente couduco, 1 a all'asso1·• btmento e quindi nll"anntchtume11to del pal'tilo socialista come tale: la co,·ronle delle alleanze. ri– solvendosi in baratto di voli, condurrebbead un maleanche peggiore: a quella confusione, per uscire dalla quale si e L,nto e si asp,.,.mente lottato . .. La qua1·ta co1Tente - la vittoriosa - risponde meglio d'ogni allra, ci sembm, alle esigenze su– premo del partito. pur tenendo conto delle circo– stanze eccezionali in cui ve1'Siamo.Essa si scosta dalle {Ol'llle e dalle {ol'lnute - mutevoli e caduche - ma si attiene strettamente alla sostan:a della tattica nostra indipenclonte,la quale sta nelle m gioni permanenti che la detel'minarouo. Queste t'flgioni,e enzialmente, sono due: l'una, teorica, l':rntagonismodei programmi; l'altra, pra– tica, la delusione e il demoraliz1.amentoche ci ve nivano dal prematuro successo personale di alcuni dei nosll'i. non sufficientemente sorl'etti da una (017., reale e decisiva noi corpo elettorale. Questo ragioni pePmaugono; la ,·otaz10110milanese le ri– spetta entrambe. g con ciò crea al partilo socialista la posiziono pH1invidiabile. Se esso 1·iosce a dolel'minare il trionfo della lista radicalo, esso diventa l'arbih•o della sode del partito radicale,o si dovi-.\a esso so <1ueto - non avendo nei Consigli consiglieri so– cialisti sui quali scal'icare questo còmpito - sar:, costretto, anche con suo pl'OJ>t'iO vantaggio, a porro in opera tutta la ,·italila di cui è capace, combat– tendo seriamente non solo per le libertà citL,dine, ma eziandio per quei punti di p1-ogrammaminimo. la cui attuazione è sua l'agion d'essere e porge– rebbe a noi la possibilità di progressi sempre pii, accelerati. Oli aiuti allo Camere del lavoro. il soc– corso di vitto e vesti agli scolari po,·eri 1 l'allarga• mento clell'isln1zione popolare, i lavori comunali alle Cooperative e lo noz•medi 01-..\l'io e cli salario negli appalli, ecc., ccc., sono tutti desiderati che i 1·aclicaliattueranno solo sotto la spinta di un par– tito socialista vigile ed aUi\'O, il quale, nulla avendo chiesto pei suoi uomini, e tenendo armate in campo lo proprie falangi. poti,\ chiedere assai più pel' le sue idee - e quel che chiedo ottenere. La dispersione di l'Oti a danno della lista demo– cratica sar-àridotta al minimo dal numet'O estre– mamente esiguo dei nostri candidati. Questi sosti– tuiranno soltanto l'estrema dest,.,. della lista demo• cratica, ossia quei nomi che sogliono accaparrare il suffragio anche dello listo intermedio o di sem– plice successo, compilate all'ultim'o1·adai giornali opportunisti e dai soliti gruppi di elettori cosidetli indipendenti. Inoltre l'assenza cli nomi socialisti rinro,·za la lista democratica di fronte agli elementi più timidi e meno accentuati della stessa demo– crazia. Infine, sarebbe meuo facile trascinare com– patii i socialisti verso una lisL, di anntc//lU111e11lo o una lista di confusione, di quello che ,·erso una

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