Critica Sociale - Anno IV - n. 20 - 16 ottobre 1894

312 CRITICA SOCIALE (li guardiano del pove1'0). I giumti, pur essendo senw francobollo, la dichiararono « una pubblica- 1.iono po1·fettamente legalo >. Lo invenzioni degli J-hwg1·eave. degli Al'kwright, dei Cnunpton, dei Ca,·lwl'ight, dei \Vatte dei Davy, poi' la popolazione che si buscava la vita la,•orando, 01-nno dei cicloni. li grido conti-o la macchina e1•a in tutti i centi•i manifatlut·iol'i. Noi filatoi del Lan– cashi1·0 impe1•,•er3ava. Il vapore era la maledizione ,li chi si guadagna il r.anc col sudo1-e della fronte. Do,·unque ingrossava 11problema dei disoccupati. .\ completare la sti-age venne la nuova legge - una legge ottima, notate! ma che dava, pel momento, i 1•isultati dcll:i. macchina - sui J>0\ 1 01·i. Xelle città o specialmente nelle campagne, suscitava tumulti che finivano spesso nel sangue. Ln ragione del– l'odio popola1·e conti-o la .Veto poor law era che col vecchio sistema il magistrnto completava il sala,·io del braccianle col denaro della carità pubblica, monfre col uuo,·o il socco,·so at sata,·fo, del tempo elisabettiano, scompariva e 1•iro1·mavale wo,·l:ouses in tanto unioni amministrate rlai uuw·•dians. Durante questo panico comme1·ciale e questa mi– seria industl'iale, gli omto1•i delle l'irorme 11011 di– menticarono le campagne. Anzi si può dire che le im·asero, come ranno ora gli omto,·i del < carro t'OSSO > della Lef,ra dei nazionali1.1.atol'i della tel'ra. P1·edicavano allo turbe della 1..appa il « vangelo del 101·0 benessere e dei l01·0 di1·itti ». 'l'1'i.\i Demosteni pii, celebri di questa « campagna > contro gli « af– famatori ~ vi 1·ico1·do lh111I. William Cobbett e Richard Carlile - stati quesrultimi due proce sati por< sedizione» alle Assiso di J.ond1·a (OleiBaile,v). Cobbett, accusato di a,•e1-e eccitato colla pal'Ola o cogli scrilti (nel Wcclil!I Poltlical /legis/e,·) alla guer,-a 1·urale, ,·enne applaudito all'entrata in Co1·te o assolto dai giurati. C,\l'lilo era accusato di e libelli sediziosi» tendenti « a sci-editare la co1-ona ed alfri ». li documento d'accusa em un maniresto e agli agricoltori insol"li » che, pc,· riassumel'lo in una r,·ase, diceva loro: « o combattere o mol'ire cli famo ». I giurati uscirono con un verdetto che lo assolse, cioè che lo dichiarava colpo,·ole di puUbli• caziono « ma non di libello sedizioso. » Cosi so ne andò a casa con una multa di 200 stel'linc. I lrworato1·i della campagna non si sono mai di– stinti nel modmcnto organizzatore. Pe1-chò anche o8'~i dei 7:,0.000 non no contate, nella loro unione, p1u di 40.000. Ma in allora et'tlno per 1o meno re. dorati dall"idea di non volei-e morire d'inedia. La libe1·ta di 1•iuuione, quantunque esistesse, ora spesso violata dalla « negligenza » o dallo « zelo eccessivo ». Il pe1·iodo di provoc..'l.1.iono ha gcrlate di abusi di poteri. l/e empio tipico è del 1:-J mag– gio I ~~l. Una delle tante Socielit politiche 01·ganizzò un meeting all'aria ape,·ta, in Callhorpe-s11·eet, Cold– batMio1ds (Londra), p1·01>a1·atorio alla« Convenzione nazionale ». 11 gove1·no di lord Groy lo c1-edette una riunione di « persone 1>01·niciose » e lo reco proibire. Pmibfro un meeting in T11ghilter1-avuol diro essere assetati di sangue o provocare un conflitto tra gli assem• bmti e i policemen. Il tentati\·o di sette anni fa conti-o <1ueste p1-erogative, dirò cosi, inglesi, pro• clusso la e domenica sanguinosa» ('l'raralgar s qua1·e). Salto Peterloo del 1 19, pe1·chò mi manca lo spa1.io por descrivere il massac1-o. Le bandie1·c del meettno emno tredici. Una em SOl'montata dal ·berretto frigio. I 101'0 moUi (tutte co o comuni, che si vedono ogni giorno noi regno unito) e1'i.\nOquesti: « Libel't:'t o m01·te »; « Diritti uguali e giustizia uguale »; « Santa alleanza delle clas i lavoratrici >. Biblioteca Gino Bianco A un certo punto, quando cinque o sei mila per· sone erano l'nna addosso all'altra, quando l'oratore, con un linguaggio cho reste,·à immortale per la moderazione, s~tva per scaldai-si, i policeme11, col poderoso mndello (lrw1c1won) nella destra, cogli occhi, disse il cronista, illuminati daffalcool, ci1·con– da1-ouo il 1neeling calcando e racendosi largo a colpi secchi sulla testa o sulle spalle. Delle voci coraggiose impocli1-ono il fuggi fuggi con un fe1·mi ! e un avanti! all'oratore. Poi poliziotti fu come l'ordine di raddoppiare di lena. Si gridava: assassini! si piangeva - c'erano tramezzo donne e ragazzi - e si gettavano nel– l'n1·ia sostantivi che schiattavano come ingiurie. La lotta corpo a corpo fu coi vessilliferi. Il sor·– gcnto llal'l'ison rice,•etto un colpo cli bastone al braccio, li se,·gente B1'0ok si tr-ovò ferito e il po– licoman Cully cadde morto. La zona del meeting era seminata di individui colla tosta rotta e co pa1'Sa di laghi di sangue. Alle '1 pom. il quartiere era ridh•entato tmnquillo. I gim-ati della inchiesta moi·tua1•ia dinanzi il CO· 1·onet· reccro r,iuslizia. 1:inchiesL, durò parecchi iiiorni. I giurati dopo tre ore di consultazione, uscu·ono con un verdetto di omicidio otuslt{icalo; perchè il magistrato - disse il capo dei giurati - non lesso l"acl che in• giunge di disperdersi, pe,·chò il go, 1 c1·no non prese lo precauzioni necessarie per impedire la riunione e pe1-chè la polizia. senz'essere p1·ovocata, ru fe,-oce o brutale. Il "erdetto aggiungeva la speranza che il governo avrebbe impedito che tali fatti disonore– ,1oli si ripetessero in <1uesta mot1'0poli. li cm·oner rimase sbalordito. « Il vo.,tro verdetto - disse - calunnia la polizia o il governo. La de· posizione uon giustifica l'assassinio di quest'uomo (ciel policeman Cull,v). Erano innocenti coloro che e1-a110armati di stiletto? » cavo del otu1'ali. - .lbbiamo detto le ragioni cho (Ciusti!Jcano l'omicidio. Ì'0i non accusiamo nè polizia, nò governo. Noi solo conndiamo che il nosfro ventotto impedirà cho le teste dei sudditi pacinci di sua !maestà vengano l'Otle dalla negli– genza e dalla fe1'0cia. Co,·oncr. - Volete chiamare coloro sudditi pa– cifici i Ca])o dei Oitwali. - È sL,to p1'0vato che lo erano. ~oi non vogliamo discute1•e 11lt1'0.O licenziateci o 1-cgist1·ato il nosh-o verdetto. Noi non lo altereremo di una sillaba. In nome del giuramento che abbiamo fatto a Dio, a'.la. patria cd al re, non possiamo dare alh'O \'erdetto. Co1·oner. - Gentlemen! lo considero il verdetto un disonore per voi. Vi l'ing,~azio per la rostra g1:a11doatten1.ione. Il capo dei giul'ati, inchinandosi, disse:« noi pure ,·i 1·ingra1.iamo. > · Finita questa cerimonia, il pubblico gridò: e 81·avi giurati! Voi avete fatto il vostro dovere. La na• idone ve ne sarà grata. » Di fuori la moltitudine ricominciò: ln·avo fw•o,·s / - bravi giurati! alto lo riunioni o lo p1-ocessioni degli affamati e dei disoccupati, salto i tumulti elci paesani cho vole\lano che la carne e le granaglie fossero ven– dulo secondo il loro bollettino, come salto i lavora– to1·i dolio campagne che manirostavnno il loro mal• conlonto dando il fuoco al raccolto, perchè questa rolta sono riuscito anche troppo lungo. PAOJ.O VALER,\, L'ab/Jo11ame11loalla Critica Sociale e alla Lotta di Classe •·lmJ/le costa L. 1. O all'anno L. 5 al semestre.

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