Critica Sociale - Anno IV - n. 20 - 16 ottobre 1894

CRITICA SOCIALE 307 sonali rancori si comprothle elio ebbe un mezzo raci– lissimo per raggiungere l'intento: asservire sè nl par– tito dominante ed indicare la ,•iltima come uno dei dimostranti di un dato paese in un dato giorno. Così a Marineo una onesta donna, corta Lombardo, ,•ione denunziata da una guardia dtu.inria che aveva tentato disonoral'la mentre il marito ora. in campagna.; o dietro la sola testimonianza di un siffatto arnese che voleva vendicarsi del rifiuto, la sventurata viene condannata a 13 anni di prigione dal Tribunale di Guerra di Pa– lermo! I sindaci per ,·endicnrsi dei ribolli non hanno alcun ritegno nel contraddirsi sfacciatamente; e innanzi 111 Tribunale di Guerra di Caltanissetta pei fatti di Pio– traporzia - non ostante l'opposizione della diresa. - si leggono i certificati di moralità rilasciati dal sindaco - p1irte direttamente o indirettamente lesa. - non conrormi allo sue doposizi,:>ni, sugli stessi individui. Innanzi al Tribunale di Guerra. di Palermo alcuni dei tlotonuti accu ati dallo autorit& locali come au.tori dei tumulti, perchò &V\'Orsari dell'amministrazione munici– pale, provano a luce meridiana l'alibi; e riesce anche 1i liberarsi dall'accusa ravv. Girolamo Sparti, dimo– strando clfcgli era u na ,·itlima innocentissima dogli l\\'\'ersari antichi, che a.ve,·ano in mano il municipio. E al1rl altrove fecero di pc~gio. Dissi che spesso gli accusatori non nascosero affatto il 1>roprio lh•ore, nò rodio contro gli accusati; non lo diminuì per esempio di una linea il cav. Saporito, sin– daco di Castelvetrano contro il cav. \'i\•ona, antico e notissimo suo a,•versario: il Saporito non depose, ma pronunziò contro il prigioniero una requisitoria colla quale talvolta riu ci atl indispettire anche il presi– dente del Tribunale di Ouorrn ... Molto autorità. politiche o giudiziario non ignoravano lo condizioni tli animo di coloro che si fecero accusa– tori doi propri concittadini, ma anche quando sonth•ano 1>iotào forse oranO tormentati e.lairimorso, esso cro– dottoro di continuare nell'opera nefanda ubbriacati dai vapori della reazione di cui ora saturo l'ambiente, ti– morosi della propria sorto se a ,•essero osato venir meno alle istruzioni superiori, nella preoccupazione tiella. carriera ... Sicchè quando gli arrestati di ~lis1lmeri con accento di verità, che non ammotleva. replica, giuravano ai carabinieri di essere innocenti si sentivano rispon– dere: , Che volete? lo sappiamo che siete innocenti i ma pigliatevela colle vostre autorità locali amministra– ti,•e, che vi hanno messo in lista. » Essere mosso in lista! Equivaleva nei più tristi mo– menti della reazione ad essere arrostati, processati, eondo.nnuti o mandati fra mafiosi o camorristi a. do– micilio eoaito. Per simili molivi lo storico cho farà, documentandolo, il processo ai proccs~i innanzi i Tri– bunali di Guerra di Sicilia nell"1rnnoIStJI, vorrà a questa 1>rima.o dolorosa conclusione: in essi e'ò la pro,·a del completo asser,•imento dello autorità. politiche o giu– diziario ai partiti dominanti in ogni singolo paese del– l"isola'. Agli I\Ccusatori sfaeciatamonto J>artigiani,odiosamente animati dal sentimento della vondoUa dovornno corri– spondere o corrisposero i testimoni, non racimolati - corno si direbbe per disprezzo - nei trivi, ma comprati con oro sonante o reclutati tra lo guardie di citfa o tra lo guardie daziarie, cioò tra coloro contro i quali erano stato fatte le più clamoroso dimostrazioni o elio tutto J>Oto,·ano essere, mono che sereni. Eppc1-ò nel processo pei fi.l.tti di Valguarnera. parecchi testimoni B1olloteca Gino Bianco smentiti dalle persona più autoro'"oli e convinti di mendacio o di reticenza rurono incriminati per ralsa testimonianza; o nel processo 1>oitumulti di Partinico il porno dell'accusa ru la de11osizione delle sole guardie daziario, parecchio dello quali prcgiudictLte e altra volta condannate por reati comuni. Non basta; questi degni testimoni di accusa talora non conoscono ueppur di vista gli accusati e per non rare qualche magra figura se li fanno indicare nelle gabbie, come risultò nel processo pei ratti di Pietra– porzia e ru ratto rilevare dal bra.,·o tenente Catalnno a richiesta del quale il presidente del Tribunale tli Guerra, eolonello Orsini, ru costretto ad ammonire i pre,•eggenti testimoni. Ma non ammonì, nello stesso processo, il capo dello gunrllio municipali, che non sa riconoseol'c tra i detenuti in gabbia tutte lo persone elio nssicurn"a di ave1· oisto p11rtocipnro al tumulto! o condannò J>oisulla baso dolio deposizioni di siffatti testimoni. Origiue e vttlore <le.116 J>ro,·e. Questi 1estimoni esemp lo.ri, che avrebbero potuto de gnamente figurare ai tempi beati della anta Inquisi– zione, hanno poi talvolta degli scrupoli; 11011 arrermano con risolutezza di a.\'er visto coi propri occhi, di aver sentito collo proprie orocchioi non si atteggiano a SJn Tommnsi. No! Si accusa, ad esempio 1 lo Sparti di Mi– silmeri, ma tutti si riferiscono ai: si dice, si vuole .. E la storia. del modo di raceogliore lo prove diviene cdi• ficantc nel processo di Lereara, nel quale insidiosa– mente si coin,,olge il povero Bernardino Verro - che di già J>Crlo stesso reato doven. rispondere noi pro– cesso De Felice e C. - Verro ò accusato di a.ver pro– ,•octUo disordini che egli aveva cercato scongiurare; ed è accusato come M>billatore da. un delegato Lenti ; il quale si era convinto della roitii Joll'accusato per certo 1>nrolodettogli da un tal Corsaletti; il quale aveva acquistato la stessa convinzione da ce1'lo paralo della prop1·i11.moglie; la quale lo a,•o\'a apprese dalla moglie del commendatore ·artorio i la quale le aveva sentite dal proprio marito; il quale, intlnc, ora il sindaco del paese preso tli mira dai dimostranti. .. Tutto questo, ch'ò risultato dal proco so, non ò l'in– treccio di una pochatte. Pur troppo si tratta di un dramma reale, il cui protagonista sulla base di tali prove viene condannato per sobillazione a sedici amii di galera! Non fermiamoci a commentnre; continuiamo la rlolo• rosa o ,•orgogno~ rassegna. Iunoce·uti t•ioonosci1tti e•••• co1ultuuuttl. Pur so1·passando su tutti gli scrupoli, pur violando ogni principio di diritto e tutte lo forme di procedura, puro artldandosi a sHTatle pro,·e, che venivano da te– stimoni eho già. conosciamo, spesso volto non si sarebbe potuto condannare; e si condannò. I-~ si condannò Giuseppe paragno a tre anni di re– clusione per avere favo1·egqiato la ruga di Bosco, Verro o Barbato; prima che costoro ,•enissero giudicali, con– tro l'nrt. :?25 del Codice penalo che YUOle - porehò sussista il reato di ra.voreggiamonto - cho il favorito abbia commesso un dolillo o ri1>orto.tacondanna o che il ra.vorcggio.tore o.bbia scitrnza. del delitto commesso. E si condannò lo Spatiglia. accusato e processato 11er g,·ida s1•di:iose; ma all'udienza. risulta che lo Spat:glia è sordo-mulo, e allora lo bra,'e guardie, che lo a,o– vano denunzialo, non si perdono ili animo e cambiano

RkJQdWJsaXNoZXIy