Critica Sociale - Anno IV - n. 16 - 16 agosto 1894

élUTICA SOCIALt dunque formato solo tra coloro che ne parteci1>a- 1>onoai vantaggi. > E configura l'ipotesi che a tale stato non si sia acceduto se non in seguito ad una coazione, di cui furOno vittime i più numerosi; se non che Lo,·ia replica che è appunto inconcepibile come i pili numerosi abbiano sottostato ad una violenza imposta ad essi dai meno numerosi e menQ fol'li ('). Tale passaggio dalla libertà comunistica alla schiavitù del capitale ha clòvuto essere in uno il 1·isultato di una coazione e la conseguenza di una necessità, dcte,·minala dall'aumento di popolazione. Ove lo scopo apologetico(') non t,•adisse il punto di vista cli quegli scrillori - scopo talvolta inconscio, giova 1·ipetere - ed essi non fossero indotti a porre agli inizii della società una condizione di fatti as– SU10da ed impossibile, la loro dottrina apparirebbe sufficientemente giustificata, se essi si fossero pro– posti di spiegare l'idea del contratto, come risul– tante dalla lotta clegl'individui tra loro e dell'indi– viduo contro lo Stato. Allora, a dare· una spiega– zione del 1·elativoeqnilib1·io cui è in balìa la società, la teorica contrattuaJislica av1·ebbe potuto apparire come una spiegazione plausibile. Ma essa, non con– tenta di spostare uno di questi fe1·mini - la lotta dell'individuo contro l'individuo - alla p1•eistoria della società, e di spiegare l'altro, come la reazione personale, non contro la società, ma contro il modo con cui <1ue la società vien rappresentata, cioè lo Stato, nega precisamente che una lotta sociale abbia luogo nello interno della societi\. Gli eredi cli tali rlottrine, gl'individualisti più o meno spenceriani, quasi senza vohwlo, ripetendo ancol'a una volta la canzone dell'individuo contro lo Stato, mostrano di ignorar-e come questa p,:etesa differenza tra Stato e società non sia che una loro fisima. Lo Stato è p1·ecisamente la società divisa in classi: la lotta dell'indiviclno coutro Io Stato - ammessa dagli spenceriani - è un ipocrita travestimento della clete tata lotta di classe, teorizzata dai socialisti. Dove mai esiste nella società un individuo così fattamente separato da ogni rappo,·to sociale, che la sua figura possa uscir fuori dai contorni cli una classe? Gli individui, assumendo nella società l'ap– porti svariati cli coordinamento e di subordinazione, rappresentano nella bre\le totalità della loro persoua pur sempre un cumulo di interessi variamente complicati ed intrecciati. L'uomo isolato, cioè l'uomo fuor·i d'ogni classe, non ha maggior realtà di Ro– binson o clello Stato isolato del 'l'hiioen, comoda finzione pe1· studiare i rapporti economici nella loro pili semplice nudità. Ma conti-attualisti ed in- /1) I.ORIA, Lu baau t'conomtqut"a, ecc. 1>ag._:,tH, nota. (l) nouMe3u, nd e1em1>io, non 01t:u1te che alcune 1)3gine del fomo@i dlkOrl'il @ulla 1neguaglh111za lo fncciano p1U!111tre per un precureore, ha. fallo Il p0Hlb1/e 1>er farl!-1 perdonMre le frasi poco ri11>et1o•e verso hl Jlropr1elA. Nel Cottt,·atto aot:tale {libro I, cap. VIII e IX) mette In proprietà nel numero del diritll primi• tl\·I e fondt1mentali di cui la aocM:\ :1Hicura Il godimento nll'in– dlvlduo. M:t, non conten,o di que1.to - cotl lo lnst-gulva Il rimorso dei suoi tremendi 1lecc:11ldi 11e11,icrocontro la propriel:\! - Rouue:rn fornl1ce nell'f.·mmo (1, 1401 le indiculoni 1uù opportune • 1>er lnculr:1re nei ranclulli Il phì ,ncrnsanto rispetto della pro• prietà, Hanno 1>erfeunmenc.eragione. i borgheal di tutto Il mondo ad est:istar11i hmant.i alla grnndeu.a del pensiero del loro teorici! Bib 1otecaGino B1arr,o dividualisti (non vogliamo qui porci il quesito dei loro rapporti teoretici) son costretti ad ammettere senza più questa esistenza di fatto assolutamente inconcepibile, t..-into il sofisma può su di essi. Se così non fosso, il concetto fondamentale ciel con– tratto, o l'idea cli una società senza ronclamento cli solidarietà cli interessi, non poli-ebbe affatto sussi– stere. Veramente Rousseau ( 1 ) pare abbia avuto il sospetto della poca ronclatczza di un tale concetto. quando scrisse nel Contratto che le leggi, in gene-· raie, son favor<nroli a quelli che hanno, ma ave,·a però prudentemente affermato immediatamente sopra che tal cosa avviene piuttosto a causa dei cattivi governi! Rara eccezione, come è notorio. L'idea ciel contratto sociale sembra a noi, con maggior fondatezza, una tendenza della civilti\, che si attuerebbe progl'essivamente nella storia, par– tendo da un massimo di organizzazione coattiva pel' giungere ad un massimo di 01-ganizzazione vo– lontaria e consensuale. Così, lungi dal pol're agli inizi della sto1•ia un assurdo ed incomprensibile contratto, noi vi scorgeremo il prodotto di una imponente necessità ·sociale. che, gravando fiera– mente su di tutti, elimina con ciò appunto ogni possibile accordo di volontà fuori della sua pres– sione. Tal legge ciel ·resto impera in tulle le rorme che la società assume. I limiti. entl'O i quali è pos• sibile razione modificatrice e reattrice della volontit o, (>iligeneralmente, del pensiero. sono 1·igidamente stabiliti nell'orbita dell'organismo sociale dominante, e -non è possibile alla l'Olont,'ialtro che il seguire e l'accele,-are quelle esigenze spontanee, le quali erompono dallo svolgimento delle leggi intime del processo economico. Il contratto sociale viene mano mano allargandosi ed estendendosi a misura che il 1>rocessoeconomico allarga ed estende il numel'O dei compartecipi al l'eddito. Il diritto si modella sullo schema pi-esen– tato dall'economia. Cosi nella fase schiavistica, sop• primendosi, con una comoda finzione, l'esistenza di qualsiasi di1·itto nella })ersona dello schiavo, esso viene senza pili escluso dal contratto. Ove cosi non rosse, l'esistenza della terra libera gli consentirebbe di sottrarsi al dominio del suo padrone, il quale accol'da al lavoratore la più ampia liberh\ di con– tratto sol quando, app1·opriali e monopolizzati i mezzi di p1'0duzioue, la libertà giuridica affermata non può essere più che una innocua e formale pal'venza. Nel medio evo, accanto al castello del ~ignot-e, che esercita pieno diritto di giurisdizione, comincia a sorgere ed a svilupparsi la città, unione di cor– porazioni, all'inizio, che oltiene solo a moneta con– tante la giurisdizione nelle sue mura, dal munifico pl'iucipe. Così la contrattualità del patto sociale si estende mano a mano, fino a che la città è cosi forte da muover guerra alla campagna, ed ora 1·infor1.andoil potere regio contro il feudo, ed ora alleandosi a questo conlro cli<1uello,ne ottiene favo,·i semp,-e più la,·ghi e cospicui. li patto feudale, che ( 1 ) nouss1uu, Il cotitrauo •oclale, cnp. IX, libro r, nota.

RkJQdWJsaXNoZXIy