Critica Sociale - Anno IV - n. 16 - 16 agosto 1894

CRITICA SOCIALE 245 reato, o con disinvoltura. da clown oggi afferma quel che ieri hn. negato e che magari, mutato il maestro di cappella, tornerà. a negare domani. E ,·orrobbero, essi e la loro baracca, venir presi sul serio! Nè assai dissimile, del resto, è il caso dei Sobillatori; quella nostra. compilazione, tutta intessuta di pensieri o di parole altrui (feUxculpa, la.nostra, in questo caso!),la. cui pubblicazione passò liscia nella Riv11ta e fu sequo– slrata. un mese e mezzo di poi, stralciata in opuscolo! Curiosi processi avranno a essere - so saranno - noi quali a nostri testimoni a difesa avremo anzitutto il magistrato stesso che ci incrimina. - prima maniera - e poi una coorte di professori o di alti funziona.rii tlello Stato che verranno a riconoscere i lo ro fi~liuoli intelletluali ed a rarno rapologin, sorpresi, strabilia.ti di voderli bollati corno malrattori per u n sempl ico equivoco... sul loro stato ci,•ile. O porchè il Crispi l"ha lasciato. pensare ai rrancesi ~h 1 ~~!,s ~~ 1 ~!s ut~ot:i:o ~~te~lic:s 8 mo pdo~:~!cip:bbw~~t: sarobbe sta.lo opportuno, qunnto in Italia, a. sal,•are il decoro della Giustizia e a far sì che lo persecuzioni contro di noi riescissero a qualcos"altro che a rarci buon sangue. Intanto, i nostri committenti sono avYisati. Nè 8or– cete! nè 8oblllatorl .... nella seconda edizione. . .. A"''erti amo pure, giaccllè siamo sutrargomento, che sarà ormai prudente, in caso di commissioni di qualche valore, chiedere sempre l'invio raccomandato. Il sor,·izio postalo - uno dei pochi servizii che pro– codosso regolarmente in ltatin - ò diventato in questi ultimi tempi una vera indecenza..La posta ò ratta suc- ~~~1!if~11~! f~l~~~Ò, l;i:ll::~ed:e~~,:~~~Ìm~~teal>/r~~~tn altrettanto colossali quanto la sua balordaggine. E, altrettanto naturalmente., non ronde conto di nulla. Qualche volta spinge l'allegria ribalda. fino a chiamar noi, i mittenti, i derubati, a.... render conto a lei? LA 0JREZIOSE. IL CONTRATTO S CIALE. Il. :\fontre il motivo interiore che domina la dottrina del Contratto Sociale rimane celat,, cd inconscio J>el' quelli stessi che la professano, cl"altro lat,, essa precipita di necessità in una serie di sofismi o di incongruenze. È questo d'altronde il destino di tutte le dottrine occasionali, che coscientemente o inco– scientemente in un determinato periodo sociale compiono una funziono di difesa degli istituti do– minanti; poichè mentre, esaminate ad un lume cri· tico, scevro da ogni passione apologetica, si può · scovrire il segreto tneccanismo che adduce le menti dei teorici a quelle dottine giustificatrici, la loro stessa natura si ribella all"indole della mente degli scrittori che ne trattano. La storia della scienza o piena di esempi di questa sorta, che mostrano come il punto di vista , 1 iziato vieti persino agli autori pitì meritamente celebrati di discernere l'errore in cui sono incappati. La teoria del Contralto Sociale, quale la raflgu- 1·ano specialmente Spinoza o Rousseau, cade in una singolare petizione di principio; poichè, mentre è intuitivo che un contratto non può stabilirsi dove non sussista una società, essi pongono a base di questa società precisamente il contratw che ne è un risultato. Di più essi passano ad ammettere con una 81olloteca Gino Bianco singolare disinvoltura la legalità di tale contratto, quando proprio alla sua legalità, e secondo il con– cetto dominante nelle scuoio di diritto, manca la sola possibile base sanzionatrice: lo Stato che si deve instaurare. Pur di raggiungere lo scopo cli battezzare gli inizii della civiltà con l'armonia di tutti gli uomiui, disJ)osti a sacriflcal'8 una parto di sè sull'alfare del comune interesse, non badano questi scrittori che in tal modo sono sfor1.ati ad ammettere priocipii di legalità e di organizzazione sociale, che nel loro concetto dovrebbero proprio di quel contratto essere lo scopo. In più po,·era espressione: lo scopo da realizzarsi snrebbe gfa 1·ealiz1 ....to. quando gli uomini si proponessero di attua1·lo! Hobbeso Spiooza assumono reciprocamente, come moth·o al passaggio dallo stato di natura a quello sociale, il desiderio della conse1·vazio11e da cui ogni uomo è pl'eso, e non considerano che tal pas– saggio include una radicale trasformazione dello stato personale di ognuno. Lo stato sociale, che è il 1•isultalo ciel confrallo, so assicura ai consociati una maggior sicurezza delle loro 1wopriefa e delle loro persone, include un insieme di prestazioni, personali o reali, che rinnegano p1·ecisamente il motivo delcrminatoro di questa trasformazione so– ciale: il desiderio di pe1-sovoraro nel proprio stato. E Spino1,a particolarmente non salva sempre la sua dottrina sociale - con1enuta nel ramoso T1·all.alo teotooico-,1olilico, che fu roggello di una polemica astiosa e feroce da parte dei credenti di tutto le confessioni religiose cli Olanda, per le nobili ri\ren· dicazioni in esso affermate, - da una flagrante con– traddizione col principio generalo della sua filosofia: che cioò ogni cosa tende a perse"orare nel proprio esso1·e. Certo, spil'Ìti sommi, quali costoro furono, non ebbero difetto di giustificazioni e di p1-etesti, ma la realtà rifulge incontrastabile anche contro di loro, additando rerro,·e logico che nasconde la cont1·addizione. Finalmente Loria fa per suo conto una osser,·a· ziono che può dirsi capitale. e il passaggio dal– l'ipotetico e favoloso stato cli nnlum a quello sociale simboleggia la rivoluzione sociale, che distruggo l'economia cgualita1·ia del p1·imilivocomunismo per instaurare l'economia della proprietà privata; come avviene che tanta e cosi larga pal'le dell'umanità, il proletariato futuro, acconsenta ad una trasfor– mazione, che stende le sue funebPi braccia sulla loro in8\•itabile miseria, sopprimendo per sempre la terra libera? Tale assurdo psicologico è del resto bene inteso da un paradossale scrittore il Linguel ('), il quale, dopo 1li aver paragonalo il sistema attuale cielsalario a quello schiavistico, si domanda:« Questo contratto, che non si estende se non ad un piccolo numero, ha potuto mai esser volontario1 Esso ha dovuto ledere, al principio, gli intel'essi di qualcuno, poichè pronuncia una esclusione... Esso è staio ( 1 ) Lncoun, Thiorn ae, loti ci.olle, - Une I, cap. XXX - e lh'NI, 3t0.

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