Critica Sociale - Anno IV - n. 16 - 16 agosto 1894

244 CRITICA SOCIALE posto e marciare per la nosh'1 via. Poichè è il nostro sbandamen lo che si vuole, è 11nostro sban– damento che dobbiamo a tutta possa evitare. Vedremo la tempesta clilegua,-si, e an·emo accre– sciuta e ritemprata la nosfra forza - fo1·za mate• riale e numerica e ror"l.a, morale - che è ciò che decide elci destini ciel mondo. Conquistare la forza è la missione del partito. Conquistare la forza ò il dovere di ciascuno di noi. LA CRITICA SOCIALE. PS. L"Opinione (O corr.) ra dello spirito da becca– morti sulla p1•oibizione del Congresso di Carpi, ch'essa au1•ibuisco non al goYcrno ma al prefetto di Modena (!!), o la dice ratta per evitare ai « promotori del Co– mizio»- (sici e si tratta,,a di riunione privata di dn– legati !) « il tlolore di vedere quanto sia facile che la ~tb~~\:1~!.~n~iS~6a~gc~~~~-~a. ifi n~ i;i,rti~{ ts~~.Ji T 8 :n ~ chiei ,. Santo b1waglio educatore! Aggiungo il magno giornale che il parlarsi, nella protesta succetluta al divieto, di lotta di classe. di tfram1ide, ecc., appaia i socialisti agli anarchici (!!). L'Opinione, inconsciavergi– nella, tinge non saper nulla del tonoro del decreto vro• fettizio, cho si fonda unicamente sul programma nostro, e che, con croato cretinismo. scambia la ·resistenza economica. con la 1·ibellio11e d l codice penale, e l'azione rivolu::io11ai·ia con reccitame1110 alla sommossa l!!!). Anche il Folcltetto ha scritto un articolo per soste– nere cho lo nuovo leggi sono bensì diretto contro i soli anarchici i ma che, so i socialisti parlano di lotta di classe, quindi di guerra ci,·ilc, ccc., ecc., in tal caso, caspita! sono ossi che diventano anarchici. nef1~! s 1 ~!i~~z~!!!! ~!r!i;~:~~: !qtT01 \~~b~rli!a&~:~~~ del Bismarck, che almeno confessava di« voler schiac– ciare i socialisti! • Vi si è bensì spezzati tutti i denti, o alla fino anche la spina dorsale i ma almanco non guazzava nella perpetua menzogna, come queste nostre male femmine. LAQUESTIONE SICILIANA E ILGOVERNO L'editore Remo Sanclron di Palermo - del quale annunciammo nel numero scorso gli estratti di Lafargue dal Cavitate di Mar·x - sta o,•a alle– stendo una nuo,·a edizione del libro di Napoleone Colajanni: Glt avvenimenti <li Sicttia e te 101·0 cause, la cui prima edizione fu pubblicata dal Perino di Roma. Ma questa nuova edizione sarà, come l'editore avverte, « un libro all'atto nuovo »; tante sono le correzioni ed aggiunte che l'Autore vi introdusse e che raddoppiarono la mole del libro. Dalle· bozze dei primi fogli togliamo un brano della prefazione di Mario Rapisardi, che sintetizza l'apprezzamento dell'illustre uomo sui fatti dolorosi che sommersero nel pianto e nel sangue la sua sventurata isola. li socialismo in Sicilia ha avuto pili presa che altrove, perchè ha trovato terreno pHtproprio: la propagazione mora,,igliosa dei Fasci pro,·a che esso non ò artificiale e superficiale, ma ha radici nello viscere stesso della vita del proletario siciliano: è piuttosto otrotto che causa. li popÒlo,per altro, quo.lo ch'osso sia, poco suolo accogliere e fecondare delle teoriche d'un partito: af– ferra. tutt·a1 più un'idea rispondente _al suo stato, un sentimento che consuona col suo i o quando si sente allo strette, si gotta noll'nzione, senza chiedere consi– glio a nessuno. La. miseria o la mala signoria furono e saranno mai sempre i motivi principali delle rivolte. Questa condizione di coso rendo ancor più colpevoli e mostruosi i modi adottati dal Governo por reprimere le ribellioni. Qualche agevolezza, conceduta li pc1• li t)JO 1oieca lJlr,u LJ1a1 1,.;u alle primo av,•isaglie, a\'rebbe probabilmente sedato il fermento dei contadini affamali. Ma sì! I cartelloni erano gfa stati aOlssi allo cantonate; la baracca era aperta, i biglietti dish•ibuiti; la gr!ln cassa rintrona,,a già negli stomachi degli spettatori; o come si face,·a a sopprimere lo spettacolo! · La signora Astrea, che d!etro alle quinte avea ratto copia di sò n tutta la borghcsaglia legittima e legali– taria, venno allora su la ribalta. o recitò col peggior garbo ,Jel mondo la. parto della verginella. oltraggiata; scarM•entò i pesi in faccia ai presunti seduttori i ag– guantò la bilancia por il giogo e la sbatacchiò su la •testa. dei primi povo1•idiavoli che le vennero a tiro. La b01·ghesaglia legittima o legalitaria si dichiarò soddi– sfatta; si somò il naso impeperonito; o con lo dita intrecciate sul buzzo o tentennando la. tosta come i cuorcontenti di gesso, esclamò in falsetto pecorino: Le istituzioni son salvo; l'ordine rogna. in Varsavia; ora possiamo tornare tranquillamente n. barattare, a ban– chettare e a russare. A proposito: e le riformo? Ah~ si; ci sono anche queste per aria; o, per dir meglio, c'è una commissiono che lo studia, e che ponza la felicità del genero umano. Lasciamola ponzare; o che Dio la renda. lubrica. Che cosa saranno questo riforme il gazzettumo ufllcioso noi dico: esso spreca. tutto il suo fiato prezioso per inror– marci di balzelli nuovi, di soppressioni di uO!ci, di monopoli audaci, di ricchezze cavate dallo borse o dalle Yene di tutti. Lo istituzioni, si sa, han da sal\'arsi ; i sagriflci non sono mai troppi. E poi, i balzelli hanno l'aloi o lo riformo la gotta. Aspotlianio dunque che l'orba cresca; o se l'asino muore, peggio por lui. Ciò che saranno codesto riforme possiamo immaginarlo: riforme borghesi; o non occorrerebbe dir altro: semi di lino su la cancrena; concessioni ed elemosine tirato in faccia con la balestra. E so non bastano, piombo: procedura solita o spicciativa. Ma il piombo credi che basterà1 Io modestamente credo di no; salvo cho siasi trovato il modo di renderlo digeribile e nutriti"o, come il pane che manca.... L'idea– valanga s'è già staccata dal vertice, e seguirà. fatal– mente il suo corso. O unirsi ad essa o rimanere stri– tolati nel rango. È la storia che passa. M. RArISARDJ. SEQUESTRO_ Dopo un anno all'incirca che aveva libero corso e so n'era ratta da più mesi a Torino anche la seconda edizione, l'altro giorno ci ò piombata in ulllcio la sini– stra muta dei birri a sequestrarci l'opuscolo Sorgete 1 di GIUSEPPE OGG&RO, cho non era di nostra edizione, ma del quale a,•evamo deposito, annunciato nella Biblioteca di ,p1·opaganda, E una semplice rapina, brutale o stupida, stupida ig,~~a~~~~O. ;bb~~~~!~bli~~1?al! ~°:n~il~~~~o dl:1!i;~natat: fierezza in cotest.i, che si dicono magistrati, e non son• tono lo schiaffo cho schiaffano a sò stessi, sulla propria guancia., colla propria mano, quando fingono di accor– gersi del crimino contenuto in uno scritto .... solo dopo un. anno dacchò l'hanno lotto o dopo due edizioni! E l'arbitrio, l'arbitrio sconcio, cho si denuda da sò stesso cinicamente o non serba neppure il pudore delle convenienze. Si dirobbo della genio ehe, pur di sevire, di castrare, di imbavagliare - quando il padrone comanda collo scudiscio levato - non ha · ritegno a. daro a sè slossa del cretino, del mang:a-pane a tradimento, che non logge, non sa leggero, o non sa \'edere - in ciò che ò pagata per leggero - so esista o non esista un

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