Critica Sociale - Anno IV - n. 16 - 16 agosto 1894

CRITICA SOCIALE 243 e episodi » che si esauriranno coll'esaurirsi deHa rop1·essione. La loro 1-eerudesce111,a - e, come ere• diamo, avverrà - finirà per persuadere i governi medesimi della inuliliu\ del duello impegnato contro di esse; circolo vizioso di violenze che si fomentano a vicenda. (') Ma' il pal'tito socialista, come tale, ma il midollo ve,-o del pa,·lito, che è ben più saldo e.tenace delle impalcature apparenti e che spinge le sue dirama– zioni ben oltre le cornici ufltc1ali e gli elenchi dei Cfrcoli; questo non v'é scioglimento che lo possa toccare. Al contrario: tutto ciò che verr'• tolto alla vita .esteriore e ro1·malo riel partito, 1'8t1uirà nelle visco1·0suo e nelle radici, l'Ondendone il tronco pili vitale e robusto. Esso - questo ve1-o partito - non· si lasce,-à ce1·lo adescai-e allo provocazioni malac· corte del 1>0tere,che studia e prepara. il momento ed il pr·cteslo di piombiwgli sopra con le sue squadl'O di giannizzeri; ma, sotto la gramola dei divieti e delle bl'utalità pio, 1 enti dall"afto, serr'0r:.\ le p,·oprie flle. scnti1·it accendersi e mddoppiarsi i propri en• tusiasmi e convedirà abilmente la propaganda ru– morosa e spesso retorica delle adunanze e delle concioni, in una propaganda personale d'ogni giol'no e d'ogni ora, fatta pii, intensa, suggestiva e pene– fraule dalla compressione eslerio,·e - dalle « la• grime dello cose :t che samnno commento invinci– bile alla rapida e interrotta elegia delle fugaci parole. Intanto - prova anticipata dei nost1·iasserti - 1100 mai, come dacché la reazione cominciò a im• pe1·,•e1-sa1-o, i nostri giornali fiorirono, l'intesa fra tutti i membri del pa1·tito divenne salda e cordiale, e non mai cosi frequenti come ora atlluirono a noi da ogni parte le simpatie piÌI fe1·, 1 enti e più ina– spettate. Egli è che la borghesia, nata t'ivoluziona.ria, non può acconciarsi alla rep1'0Ssione sistematica, non può rinnegare la sua politica e la sua moml_e tra– dizionale, 1·igettare come veleno il cibo di cui si ò essa stessa, nutrita e che è divenuto sua carne, senza cascare nelle contraddhdoni pi\l grossolane, senza porge,,. cli sè uno spettacolo gotto e disgu– stoso, che le aliena gli ammi indipendenti e non del tutto volgari. Questi birri che 1uolestano, che assillauo, che tolgono il respir-o, assai più e assai peggio che ai tempi più sver·gognati del dispolismo straniero; questi Pubblici Ministeri che qua ed oggi sequestr·ano quel che là ed ieri non hanno creduto inc,·iminabile, dimostrando cosi anche ai ciechi il nessun rondamento della loro azione e l'asse111..a com~leta della loro convinzione ('); questi magi– sfrati che inrerociscono contro gio\'ani cavaliel'i doll'icleale sociale, e1'0i nella coscion1,a del popolo, e patteggiano e fornicano coi decorati ladri di mi• !ioni (le due cose sono cor·relative e si suppongono a vicenda}; tutto qu_esto non può non dt gustal'e, atfristare, impensierire ogni animo serio e genlile. a malgrado e a dispetto dolio spirito inconscio di B1b1ot ca Gino Bianco classe. E pel pertugio del disguslo. del dubbio. della tristezza, di questa ansiet.:'l dell'an•enil'e che domina gli strati piu colti, entrano i nuovi studì, le nuovo convinzioni. le simpatie sempre pili accese pe1· il nuovo ideale, che ha ,,uesto, !(iii, a suo vantaggio: di essere la negazione, il contrapposto dell'ignomi– nioso st.:'\to presente Quale volete, per esempio. maggio,,. abdicazione morale, maggiore confessione di impotenza e di vergogna, di uno tato che rosic..'\ il diritto eletto– rale già pomposamente acco,~lalo o che si sente co~fretto a 1>erseguitare come reato. a impedire fin dagli inizi i. la muta apoteosi elettoralcde'suoi conclan• nati polilici t Quale maggiore e più eloquente conll'O-– sen:;o della proibizione sancita in F'rancia, a 1ibito dei magistmti. di dare pubbliciu\ alle difese degli impulati nei J)rocessi sociali e politici 1 Da un lato, si p1·ochuna o protesta che la pe1·:;ecuiione risponde a un bisogno e a un sentimento generale, che ò la 1•eazione rlell'intera società contro un pugno di fa. ziosi, senza legge. senza fede, senza patria, sen1.a nulla di umano; dall'altro - tanta è in cotesti e legislatol'i e giudici la coscien1.a del propr·io men– daeio - si trema che anche solo una parola di queste« belve>, di questi « ro1'SCnnnti :t, uscendo di fra le sbarre della gabbia - coarlata dalla presi– denziale censura. contraddetta, annichilita da tutto l"nrmamentario dell'accusa, dallo ,·equisitorie. dalle repliche, dalle esem1>lari condanne - pure basti a elettrizzare lo spirito pubblico in favore delle idee stigmatiz1,ate come criminose ed 01'1'0nde! Quale libera coscien1.a, quale intelligen1.a sempli– cemente seria, non si rivolte1·ebbe contl'O questo scempio della onesti e della logica! E la p,-o,·a co la porgo il verdetto assolulorio elci giur"ti pa,·igini nel processo cosidetto det lrtmla, per associazione di malfattori. h•i l"accusatore bo1·ghese aveva congegnato il pili mostruoso edificio di infamo proce<tura pe1·so1·p1'8n– de1'0 e doma1'8 ri11gonua onestà dei giurati. Con– globando in una sola accu8a pensalo1·i e p1·opagan– disti eminenti, come il Ji'au1·e e il Jcan Grave. con ladl'i e truffatori cui J"elichetla anarchica se1·viva soltanto di bandiera. questo uomo - questo mani– goldo - la cui nobiltà d'animo, degna della parto che sosteneva, è tutta l'ivelata nelle grottesche con• tumelie che sc..'lgliò alle sue vitlime, chiuse fra i gendarm i cd impotenli a reagire(') non ris1iarmiò me1.zo , non insinuazione, non menzogna che po– te.sse, n on già strappa,·e. ma rubm·e ai giu1-ati un ver,letto di condanna. L"imprC!!sione degli ulli1ni falli, gli attentati di Ravachol, di llenry, di Ca– serio lo coadiuva,·ano nella obb1·obriosa opera sua. '.\lalg-1·1:vlo questo, i giurati - giurati bo1·ghesi - respinsero l'oscena proposta di <1uesto decorato Deibler del pensiero. Fu questa l'ultima assoluzione che :.-w1--.\ ottenuto in f,'rancia la sc1•ena pro1>..1ga11da delle idee La de– porUl;r.ioneamministrativa non colpirà me110 i valo- 1-osi idealisti d'ogni scuola. Ma quel verdetto nasconde r:~~~'\ 8 ~l~e p:,~ 0 1~\r:tt O 1\!~ UJ~:i ~:la~~~n~rre pel'secuzioni si ranno. Di questa classe noi non attendiamo la conve1·– sione. ma ne constatiamo il disgregamento. Esso e p,-ovocato eia fatali!,\ economiche - quelle stesse cito spingono avanti il socialismo - ed è accele– rato anche da éagioni morali. Quanto a uoi, sotto la tempesta che ci colpisce mn non può ucciderci, non abbiamo che da rimanere se1·enamente al nostr'O (1) Il slg. nulol - questo nome merita bene di enere conse– a-nato alla 1torla - chluH la sua. N'Qulsllorla lnYocando <:oniro Faure• Orue. lmprig1onall. lutto Il rl~ore della leg:z-e. e grl– d:indo loro In faccia qu&1ta apo11rore: •kU de, mf•erti&,ll !

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