Critica Sociale - Anno IV - n. 16 - 16 agosto 1894

242 CRITICA SOCIALE Pel'chè, per un partilo che ha solo nell'al"Veni,·e I i suoi altissimi fini. quel che conta meno. poi mo– mento, è la fo1 .. la cieca ed inel'te del numer-o. N,\i non siamo JJ0ch1, come si \'a ripetendo, per il g1-ado di evoluzione a cui può trovarsi Of?8i l socialismo in Italia, anzi siamo troppi, ed è rorse il mag– gior difctlo della compagine del nostro pai·tilo, f,,n– data sulle associazioni e non sugli individui Ogni A"forno constatiamo che le masse dei nosti·i sono dHllcili a scuotei-si, perchò l'inerzia e l'apatia degli uni è contagiosa ed inceppante per tntli. Se la follia persecutrice del sup1·cmo ministr·oci 1·echer.\ qucs11.1 bazza di rich11·ci al nosti·o numel'o vero, ai veri so– cialisti saldi di mente o cli animo, noi dovremo 1·in~ grazial'e caldamente Giove Statore; questo beneficio va1't'"~bene alcuni anni di carcerazione e di domi• cilio coatto. . .. Quanto più il socialismo diverrà, per forza di cose, pensie1·0 e agitazione di popolo. tanto piit dovr;_\ il Governo tl'incerarsi ed a, 1 volgersi nella menzogna e nell'insidia; dov1-àpe1·co1·1·e1-e a riti-oso tutto quanto il cammino della libert,\ e dei pro– gressi di ordine morale, che segnalarono e fecero gloriosa la marcia ascendente della bo1·ghesia nella storia. Svaniti. anche per fatto nostro, gli ec1uivoci sen– timentali, chiarita la situazione o messi i due eser– citi di fronte, le leggi se1•e1-edella stol'ia - « che é la stol'ia della lolla di eia· i • - agiscono in tutta la loro nudità, con tutta la loro indeprecabilo 01:. ficacia. Ormai un solo freno ani\ la fo1-ocia reazio– naria, e sai,\ <tuello che verri\ dalle foi-ze reali (e non ap1>arenti sui quad,·i) o dalla reale coscienza del popolo angariato o compresso; sar,°\ in~om1na la pau1N.1. che gene1·a, a. volta a volta, ora la repres– sione assassina, ora l'abdicazione totale o pa1"1.ialo dei dominatori: due fenomeni contra,•ii nel modo e pr-ossimi sempre nel tempo, perchè figli di una stessa cagione che, guadagnando di forza, conduce dal primo al secondo. Questo noi abbiamo sempre 1·itenuto, ed ò il rondo stesso della nostra positiva dottrina, in g1-azia della quale siamo socialisti. Se questo non fosse, o subisse eccezioni sostanziali, noi dovremmo confes– sare artiOziosa la nostra dottrina, e non potremmo rallegra,·ceno, perché essa fa tutto un sol corpo, e ne andrebbero scrollate anche le ultime anella, che ci portano alla necessità della redenzione pl'ole– taria. Ma questo, al confrario, è la verit..'l.; e confor– mata ogni giorno che passa in tutto le nazioni o sotto tutti i governi - dai pii, dispotici ai più (di solo nome oramai) repubblicani - e lo sar,\ tantopill in Italia, dove manca eziandio l"elemento pertu1·bato1·0 che servi alh'ove, e serve, a migliorar le condizioni delle classi sfruttate, cioè 1a divisione d'interessi e il vivo conHitto intestino delle classi dominanti. ln ltalia noi ci ti-oviamo, pe1· questo 1-appo1·to,e ci troveremo, nel pe1·iodo inevitabile delle perse• cuzioni, nelle condizioni peggiori. Noi abbiamo una borghesia industriale misem, impotente, che perciò non può essere nè calma nè genero a come soglion essere i forti; una piccola borghesia ridotta do– vunque al lumicino; o, sovraneggianle anco1·a su enti-ambe, quella proprietà feudale, igno1-ante, p1·0- potente, inerte e mezzo fallita, che tratteggiammo nell'articolo sulla Va'1dea va,·lamenta,·e ('); che /J quella che dà l'impulso e l'indirizzo al Go1•e1·no. su9 strumento 1>assivo. E la roccia del passato che s'impone al presente f 1 ) ('ritlCfl .;;oclale. :s!H, s. Il. Biblioteca Gino Bianco e si J>Onoa traverso sulla via dell'avvenire. Che cosa da simile reccia noi dobbiamo aspettarci, è pio presto imaginato che <letto. 11.prog,-esso del socialismo col permesso del go– ,101•110 è dunque una fiaba 1>er fanciulli. Aggiun– giamo ch'esso sarebbe la miglior dimostrazione della nostra debolez1.a. Noi non abbiamo bisogno di spende1·e oggi pai-ole por distinguerci dagli anarchici, nè abbiamo atteso, per fa1·lo, l'avvento delle leggi eccezionali; uoi li abbiamo combattuti, poi loro metodi e pei 101·0fini, anche c1uando altri partiti radicali li ac~a,·ezzavnno, che poi, suonata l'o1·a delle offese esfreme, li ab– bandonarono pr·udentemente al 101-0 destino. Ma questa distinzione o questo antagonismo, che eruisce da tutta la dottrina e, quasi diciamo, dall'indole stessa pe1-sonale degli appartenenti ai due partiti, non può e non de,•o aflèr·marsi, né, meno ancorn, accentuarsi sul terreno delle leggi eccezionali. Di fronte a queste, di f,-onte all'anatema e al– l'ii,famia innitte alle opinioni, di fronte ai processi di tendenze, alla deportazione amministi-atira o alle bl'utalità della turpe sbirraglia. è dover nosh-o, perchè è dove,·e di chiunque si senta interprete della moderna civiltà, e molto piit cli chi si pre– tende apportatore di una civiltà piit elevata. alle1·– mare la propria solidarietà. piena ed attiva, coi perseguitati, si chiamino essi l'avv. Oori o don Da– vide Albe1·ta1·io; al quale ultimo noi dobbiamo una speciale riconoscenza 1 per la dimosfl--azione ch'esso dà ogni giorno, con logica ser,-nta, clell'assm·dità della 1·eazione bo1-ghose, della quale dimostr-n come dovrebbe venir diretla conh·o la stessa borghesia atea o sedicente mo<temta. che ò la vera creatrice e fomentatrice dello spi,·ito diabolico e rivoluzio– nario. F., nel dir questo. 13. stampa clel'icalo non 1>uòesse,·e - e non ò infatti - confutata eia .nes• SUDO. La solidarie!,\ con tulli i 1>erseguitati ci è dunque imposta dallo spirito stesso della civil~'I, che è su– periore alle distinzioni di scuola; e noi saremmo rndogni di esso e segneremmo la nostra morto mo– rale, qualora un malinteso spi1•flo di conse,·va– ;;ione ci consigliasse cli cercare, nelle nosh-e diffe- 1-enze politiche da alh·e vittime designate, un efft– me,-o usbergo dalle p,-epotenze della classe nemica. . .. ~·la ben altre e pili generali 1·agioni noi abbiamo per non dolerci della persecuzione necessaria. In– fatti, basta guardarla in faccia con animo sp,-eoc– cupato e sereno, per accorgei-si quanfessa è ,•ana, ventosn, paZ1.amento presuntuosa e 1·idicola; quanto anzi, rarme brandita contro di noi debba re1·ire profondamente la mano che l'impugna. Non pe1· nulla la borghesia tedesca - che le ha sperimen• tate sul serio - non vuol piit neppure sentir pal'• lai-e di leggi eccezionali. Il divieto dei Congressi, lo scioglimento delle as– sociazioni rinforzerà for-se, por un momento, la cor,·ente anarchica, per la nota legge della com– pressione che stimola la l'ibellionc. f:e Crispi fosso anal'chico nell'intimo del cuor suo (e, del ,·osto. fra l'antico fabbricatore di bombe e apologista del regicidio, violento e giacobino nell'anima, e un p,-opagandista ana,·chico del fatto, vi è assai meno distanza che a prima vista non paia). egli non po– h-ebbe agir meglio di quello che faccia. Ciò non può sel'iamente impensierirci. Il pa1·tito ana1·chico, come quellQ che basa piuttosto su un sentimento che su una dottrina positiva, non è un partito a cui si api-a davanti alcun avvenfro. Non è anzi. a confessiono dei suoi interpreti più auto– l'izzati, neppure , un partito ». Le sue manifesta– zioni di fatto, gli attentati, le esplosioni, ecc., sono

RkJQdWJsaXNoZXIy