Critica Sociale - Anno IV - n. 16 - 16 agosto 1894

254 CRITICA SOCIALE per 1ascia1•, 1 i le cattive. 1'utte queste varietà di pa– rassiti p1·escntano uno sviluppo di certe facoltà ignobili, di cel'te speciali attitudini. che dimosh'a come la 101·0attivih\ intellettuale superi di gran lunga quella del 1·eddituario. rintanato nella sua ro,·ma di formaggio. immobilizzato negli organi pro– rondi dol corpo sociale. li fenomeno ò sopratutto evidente in quei p1·eda– to1·i che stnnno agli altri parassiti sociali come le 1.an1.a1·e. i tafoni e in generale tutti i parassili este1·ni stanno alla tenia o ad altri animali che vivono nel s:ingue. i~ co i, per esempio. che gli A1-abi nomadi che saccheggiano le oasi, o i pirati della Cocincina che assalgono gli stabilimenti fran– cesi, devono spiega,·e un ,•igore lisico e intellettuale che supem d'assai (p1ollo degli abitato1·i delle oasi e degli agl"icollor-i tonkinesi. Ali"ultimo Congresso di antropologia criminale, Renedikt dice\la che i briga11ti eia lui conosciuti in Ungheria erano molto supe1·iol'i ai contadiui ciel loro distretto. A mala ·pena possiamo conside~wli come parassiti; se fos• sci-o abbastanza numerosi per distruggere le comu• nit:\ che assalgono, non a1·ebbero più pa1'8.SSiti,ma o"le di predatori. Ed ecco che abbiamo percorso tutta la serie di transizioni dal parassitismo p1-oprietario alle rorme che conllnano col p1·edalismo. Non sar.:\ inutile rorse fiu• notare, chiudendo questo pai-ag,-afo, che il grado di accentuazione del parassitismo non implica ne– cessariamente supe1·iorità o inferiol'ità dell'una ca– tegoria rb;petto all'altra. Noi ci limitammo a con– statare che un pa1-assita proprietario può vivere non facendo assolutamente nulla, mentre gli a!tri parassiti sono costi·etti, pe1· procurarsi mezzi di sussisten1.a, a roruire una somma più o meno con– sider-evole di srorzi I~riel r-eslo fuori d"ogni dubbio che, se sono uguali tutte le alt1·e condizioni (e1'0dità, ambiente, ecc.), i pili inattivi sono anche i pili de– generali. lii. - Sfruttamento dellaforza. In questa catego1·ia collochiamo gli indl\ 1 idui o i gruppi cho vivono a spese di altri, togliendo loro non già i mezzi di esistenza, ma una pal'te della 101-0fo1·za di lavoro o di ciò che poti-ebbe chiamarsi la 101-0 rorza sociale. 1.° Fonz.\ 01 LA vono. - Non si tratta, è sot– tinteso, di rappol"!i analoghi a quelli della remora col pescecane. Anche impiegando, 1 i la piit gran buona volontà, non si poti-ebbe assimilar loro questo fatto che racconta si!•Samuel Baker: e Il re Katchiba. non potendo ben camminare, sole,•a viaggiare sul dorso di un vigoroso suo suddito; e marciava, in generale, accompagnato eia due uomini di ricambio, cl1e ser, 1 ivano alte1·nativamente da guida e da a11i• malo da sella. • .Noi tocchiamo a relazioni ben altrimenti generali e J>ermanenti quando ar1·iviamo ai mezzi impiegati da cel'ti indi\ 1 idui o cel'te classi pe1• utilizzare, a loro pr'Ofltlo. la ro,·1.adi lavor'O, 0sica o intellettuale, di altl'i indh 1 idui o di alll'e classi. Per c1uanto concel'ne il lavo,-o manuale. la forma pili ci.watteristica di questa varietà di pamssitismo ò il · islema delle cor1•ale, alla 0ne del regime reu• dale. I signori, la più parte assenti dalle loro tel're. continuano, senza pii, rendere alcun ser"izio, a irnpor·ro certi lavori a~ lor'O soggetti. Fra le centi– naia di esempi di questi sfruttamenti della for1.a, citiamo il diritto di pascolo, ossia la facoltà di in– viare i n1·op1·icavalli, le vacche ed i bovi a « pa• score a guani/a (atta 11eipmti dei sudditi •· Questi ultimi dovevano dunque fare ossi la guardia alle mandl'ie cho li affamavano. Quanto al hwo1·0 intellettuale, devono considerarsi Bib ,oteca Gino B1arcc parassiti lutti coloro che atlen~,oo ai diritti intel– lettuali alli'ui, dai plagiarii che si fanno una ripu– tazione a colpi di forbici, sino ai succhtalo1·i di cervelli che si atfribuiscono coperte o pubblicano in prop1·io nome opere fatte dai po,•e1•i diavoli a cui danno un sala,·io. :!.° FonzA ~1.u~E. - Ogni uomo pubblico ha, durante tutta la sua cM·rio1-a,un corteo di individui che cavano dalla lol'O intimi!,\ o dalla lor'Oparentela con lui favo1•ie vantaggi più o meno considerevoli. Il ravoritismo o il nepotismo cagionano un pregiu– dizio 1-eale, non solo alla comunità, ma anche a quelli che sono coslrelli a concedere cotesti ravor-i e cot.esti vantaggi. Quanti ministi·i perdettero la popolarità, non tanto pe1· fatto p1-01H'io 1 quanto per ce1·te 101'0 comp1·omeltenti amicizie! L"esempio più classico di questo srrutlame•1lo della rorza sociale - e quello che meglio 11edi– moslm le conseguenze funeste pel parassita e pe1· la sua vittima - ò l'organiz1.az1one della clientela a Roma, ai tempi dell'im1>ero. Accanto a clienti che emno mantenuti mtlte1·ialmente dal lor-o patrono. \'8 ne e1•a altri che si limita,•ano a cavat· profitto dall'influenza che questi 1>0nevaa loro disposizione. IV. - Sfruttamento imitativoo dell'aspetto. L·imitaziouu O frequentissima in materia sociale. ume1-osi indh•idui o gruppi p1-e11donol'apparenza di altri individui o g1·uppi. collo scopo identico a quello delle piante e degli animali che imi~,no !"aspetto di altr·e specie. Talora l'imitazione ha un fine J>Ul'amente difen - sivo: tale è il caso quando un p1·oscritto rient1-a iu patria e dissimula la sua personalità per sfuggii-e alle ricerche cto· suoi nemici; tal altra volta la si– mulazione assume un camtte1•e offensl\ 1 0 e allora ci t1-oviamo di fronte a veri parassiti, i cui atti le• dono gli interessi della società tutta quanta, e in pal'licola,·e dogli indi\•idui imitati. Due ipotesi possono p1·ese11ta1•3i, secondo che il parassita si p1·opone cli sfruttm·e colo1·0 di cui as– sumo rappareuza, oppure alti-i. In ambo i casi vi è un danno per gli individui o gl'llp()i imitati. Lo mosti-eremo con qualcho esempio: f.• I mendicanti. che si procurano socco1-si si– mulando un infortunio o una malattia, non sono J>ar-assitisol~,nto dell"opera pia o della società di mutuo socco1-so che srruttano; ma danneggiano al– tresi i ve1•i povel'i e gli infe,·mi cui sottraggono una parto del 101-0 ci-edito presso le persone cari– tatevoli. Lo stesso av\ 1 iene quando, in un sindacato p1-ofessionale. \ 1 i sono dei polt1-oni che si gabellano pel' disoccul>ati o solti-aggono ai "eri disoccupati una parto < elle indennit.i. cui questi hanno diritto. 2. 0 Coloro che fanno il mestiere di andare alle aste a far salire i prezzi sen1.a aver rintemdone di rendersi acquirenti, cagionano un danno evidente ai veri amatori, di cui si ranno plagiari. Se ora passiamo a fatti d'imitazione diretti alla spoliazione del pubblico, vi è pur semp1·e un danno per colol'O che vengono imitati : I.' I ciarlatani cito abusano della credulità dei semplici, simulando sentimenti religiosi che non hanno, sono vc1·i pa1-assiti dei preti o dei monaci cho adempiono in coscienza al loro ministero. Uguale osse1·vazio11epe1· gli scrocconi, che attribuendosi qualità, distinzioni e liloli che appar-tengono ad altri e scuotendo cosi la fiducia ad essi connessa, ne deprezzano il valore. 2.' Le imprese di pura speculazione che rive– stono la forma cooperati\'a per evitare certe for– malità e certe tasse, comp1-omettono pit'.1 o meno il successo dol vero movimento cooper-ativo. Si vi• dei-o di recente a Bruxelles dei fabb1·icatori cli zuc-

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