Critica Sociale - Anno IV - n. 10 - 16 maggio 1894

CRITICA SOCIALE 155 L'appoggio ai candidati presuppone naturalmente il loro accordo pubblico o sogroto col Ministero o con la burocrazia. Solo in questo modo ru possibile a Giolitti raggranellaro :n:> e candida.turo ministeriali•. Che dal• l"urna ne uscissero vittorioso circa 35ù,O probabilmente tla ascriversi all'eccesso di zelo dei prefetti, ai quali fu affidato un tal lavoro. Questo passaggio alla schietta monllrchia, cancellanlo ogni traccia della rivolur.iono e rappresentante i veri interessi borghesi con l'aiuto della etretth•a rappresen– tanza. della borghesia, con capi rosponsabili ed ordinata organizzazione di partito, do,·eva, secondo l'intenzione dei dirigenti, avvenire grallualmente a norma della si– tuazione. Sotto gli auspici di un ccrt.o progresso delrindustria e dei trattati commerciali conchiusi per dodici anni, Sia• bilironsi le singole rasi di questo passaggio. Unadi esse ò il gabinetto piemontese Giolitti, col suo ciarlatanismo Colombiano in Genova. e con la fallita Esposizione italo– amoricana, forso perciò andata in fiamme, col suo crak bancario e con le altre sudicerie. Le menti speculativo della borghesia., agognanti alla guerra od alla conquista, si abbandonarono ad ameno conside1-.t.zioni paragonando la flolta italiana. alla francese nel nuovo porto di Ge– nova, teatro della prima brillanto rosta.monarchica noi• rltalia unita. Como di pratica, la monarchia, di fronte alle flotte delle grandi potenze, negò ancora una ,·olla qualsia.si suo rapporto con la ri\•oluzione nozionale. LI\ r egina piangeva per !"emozione: il re do,•ette essere richiamato all'ingrata roalt1ldo.liti. visita alla esposizione delle « Associazioni coop,rnti,·e » d'Italia. fa.cendosi animo. degnò stringere graziosamente la mano ai coope– rativisti ed agli anarchici che si 1rovavano all'espo– sizione, come uomo del popolo che sa. onorare ogni con,·inzione. E donò poche migliaia di lire ad alcune cooperative, rorse in considerazione dello scarso im– piego cho può farsi dei loro prodotti. Anche Oiolttti anelava. I\I sole dell'èra monarchica e ambiva una contea, ma anch'egli, il ministro, ru richia– mato alla realtà. dallo scoppiato scandalo bancario, nel quale, sgattaiolando rra gli av\'enimenli, di complice ed accusato, si ra giustiziero. Fu essa troppo affrettata la resta di Genova 11 dicias– sette anni della politica radicale non portarono frutli1 Forse non quelli sperati dalla. borghesia. Giolit1i ap– prezzò completamente la posiziono sua e dei suoi pre– decessori, allorchè egli, prima dell'arresto dei direttori, cassieri ed altri impiegati della. banca romrurn,fece ap– pello al sentimento di solido.rietit.della Co.mera e « in nome degli alti principi del credilo • cercò distoglierla dalla proposta inchiesta parlamentare ( 1 ). Le miserie del go,·erno di Giolitti sono sommamente (1) f: particolarmente l1truttlvo 11.I pMpo1ito un plluo della lei• 1era pubblicata non e guarl, con cui nell'89 Il mlnlttro Mlc•II tentava persuadere Il de(unto HnAIONI Al•ltl, eh• prttle<lette un'inchiesta sulla Banca Romana, a dH.lsteNI dalle relatlve pub-, bllcazlonl. • Non ml ditrondo In encomi sulle mllUNI tlnan11a.rle del mlnlllero. TI dico sempllcea;enle che e lmpo1J11lblleagli uo– mini del go..,erno non tener conio delle difficoltà dalle quali tono circondali. Tu deTI ben ricono1cert1 con me che Il p.uHto c~ 11tuu.Jonl che non al pouono rimuovere tutte d'un colpo. e che, ae tu J)retledeui Il ministero delle finanze o del commercio, ti doTre&ticonten1are di uegulNI II luo l)rogramma poco per voha •· Un altro ex mlnlHro dice..,a poco fa ad un glornall1ta: • r mi– nistri furono COfllrettlA rlvolgenl alle banche .•.. Questo aiuto data da molti anni. e aarebbe pericoloso pubblicare le lochiate ordinate In quetto r1ppor1O. Noi de1lderiamo aolo che Tanlonro non tocchi qu,11O ta1to. perche se egli p:i.rla, noi ala.motutti per– duti, ..,i,I e morti. • F. OJollttl carcerò l'lnMmodo TAnlongo, dl• rettore della Banca Romana. tee G no Bianco interessanti corno esempio tipico delle miserie demo– cratiche italiane. Esse stanno in cosi intima connessione con la crisi bancaria., che Il go\'erno di Oioliui non sì può comprendere senza. gli scandali bancari, e questi non si possono comprendere senza Giolitti. (La fbre ai pl'<nsimo 11u,,uwo). ADUI MAURIZIO, ARTI, LETTERE [ SCIENZE ELSOCIALIS Come i socio.listi tendono a mostrare che la. societa rutura, organizzata su basi che meno permettano lo srogo delle inclinazioni egoistiche e brutali d'ogni sin– golo individuo e mono vietino lo sprecarsi dello energie umane nei rasrgiri e nelle ,•iolonze d'una lotta continua. per conquistare u mantenetb il (abbisogno per vh•ere, sarà. una societi\. veramente civile e progrcssi,·a, gli av,•ersari tendono a sostenere che la società socialista. monotona ed uggiosa, se pur possibile, sarà. quasi un ritorno alla barbarie, e, d'ogni alta ideali1à, d'arte, di lettere, di scienze deserta, rappresenterà. una rermata noi cammino del progresso e della ch·iltà. Altra volta ( 1 ) io ho esaminato la famosa tesi della monotonia ,lolla società socinlisla e credo di aver posto in evidenza come questa auspicata società, rompendo la vergognosa. partiziono dogli esseri in isrruUati e sfrut– tatori, con maggiore com•ersione di rorze alla produ– zione del necessario per l'esistenza, e quindi minor lavoro dogli uomini, presi un0 per uno, e colla soppres– sione della divisione eccessiva dei mestieri e dello pro– ressioni, cespite di tedio insopportabile, darà. alla vita. una varietà oggi conosciuta soltanto dai pochi gaudenti alle spalle dei più. Altra volta, ancora di sfuggita., ho toccato (') la tesi parimenti famosa dello stato antagonistico rra progresso o socialismo, avvertendo quanto sia probabile che pro– gredisca una consociazione la. quale non gitti le sue att..i,•ità in opere e servizi inutili e in battaglie intestine combattentisi dai suoi componenti, per vincersi e sop– pralTarsi l'un l'altro, ma allarg,mdo su \'aStissima scala il principio rocondo della cooperazione, riunisca in un solo sforzo ed in unico intento, all'infuori d'ogni disper– sione parassitaria, lo braccia, i cervelli, la. potenza. in una parola di tutti i suoi membri. Xel presente articolo mi piace tentar di rispendere ad un terzo argomento dei nostri anersari, che, se si collega a quelli) or or citato della quasi antinomia rra progresso e socialismo, sta uncho da sè, cd ò l'argo• mento di coloro i quali dicono che il socialismo porterJ seco la morte delle scienze, delle lettere o delle arti. Tutte le obbiezioni degli avversarii del socialismo scaturiscono principalmente da. un concetto sbagliato, fantastico di quello che dovri\ o potr-J.essere la società socialista. Gli individualisti si direbbe che non pl'('ndano di mira so non le costruzioni utopistiche dell"orgo.nizzazione socialista, quali furono immaginate da ingegni più sen– timentali che scientifici, dimenticando che il socialismo è una teorio. essenzialmente scientifica.e positiva, deri– vata do.uno studio assiduo, prorondo e largo dell'evo– luzione sociale umana e dei rapporti psicologici e so– ciologici rra l'ambiente e l'uomo. ( 1 ) Crltlca $0{:lalt:, C89t, pag. 3H, (') /Ma~m, 1893, n. I, pag. U.

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