Critica Sociale - Anno IV - n. 10 - 16 maggio 1894

CRITICA SOCIALE La nobiltà. piemontese nella sua avila e crassa igno– ranza non seguivo.che malvoleniieri questi piani. Cavour era deriso dai suoi compagni della nobilt.à a. causa del concimo arlil'lclato o dell'impianto di rabbriehe sul suoi beni. Si ritene,·a che un nobile non avesse bisogno di di\'enlr dottore o di pian1aro barbabietole. Sebbene lt Piemonte nel decennio che seguì Il 1850si trovasse nel contro delle complicazioni europee, dallo quali do,•ovn. esser pronto a trarre utile ogni momento, nondimeno i progetti di strade ferrate di Cavour trovarono una opposizione cosi irragionevole che egli dovette direnderli in un noto discorso con ragioni che sembravano dotte per persua<leroun alpigiano della Svizzera. Questa era l'accoglienza che si facevo. ad ogni piano un po· •asto. I progetti militari invoco erano bon accolti dalla no– biltà, no dovosso il paoso nndaro in rovina. Ool resto questa povort:.\ intellettuale non era solo della nobiltà, ma dolla stessa Corte. Forzato, nnnul il trono alle osi• gonzo del tempo, o non assunse la. parte di direttore del movimento, so non tardi, e ammonito datresporien1.a. Esso profittava delle congiure e dello sventatezze dei piccoli borghesi attizzandole in segreto, ma. teneva. per suo sacros anto do,•ero di rinnegarlo all'estero. LB. di– nastia. si \ 'ergognn.va della compagnia rivoluzionaria, e la costituzione, ancor oggi ,•igente, dol 18-18 aggravò la separazione netta l'ra gli interessi dina."tici e lo incal– colabili conseguenze che la « entusiastica, Mzlonalo e disinteressata levata di scudi > a.,·e,•aprodotto. La J>iccolaborghesia e I contadini pagarono anticipa– tamente le spese del collocamento delle insegne regio coi dazi doganali e collo conseguenze economiche di un Immenso debito pubblico; essi pagavano lo speso della futura signoria. borghese. Ora vanno miseramente e senza lotta in ro,•ina, In grazia dei tributi Indiretti sempre più oppressivi, dello ipoteche sulla proprietà immobile e della concorronza estera. Perdura tuttavia la tradizione della cooperazione di queste classi nell'opera unifleatrice, o la classe domi– nante, insieme alla Corto,devono rendere ad esse qualche omaggio, non di sole apparenze, mn. trasformabile in moneta spicciola, sotto torma di decenti elemosine. An1.i, anche l'unione fra i passati rivoluzionari o il governo ru ben lungi dall'avere ftno ad oggi uno scopo comune. La democrazia, che quaranl'8nni ra. era. incapar.o tli comprendere la sua siluazione, comprendo ora altret– tanto poco la. rronesia dei flominanti di dh·enire un& grande potenza. Il motto, almeno ingenuo, e Dio e po– polo >, ru sostituito dalrodio infecondo contro i proli e da una. afTotlala amicizi& per la repubblica francese, amicizia le cui ragioni sono difficili ad Indovinarsi, • poichè la borghesia l'ranccse ru, noi proprio beninteso interesse, il solo avversa.rio logico dell'unità Ila.liana. Staccandosi dai veterani della ri\'oluzione, coi quali non si pote\'& trattare, che si potevano solo ingannare o comprare, la borghesia. a.spirava ai suoi propri scopi. Lo occorreva una maggioranza. e Cavour ne rondò una col cosiddetto connubio, che riuniva le pill lnconcilia• bili antitesi della camera, e il sistema ru imita.lo da tutti i governi successivi. Quando la capita le fu tras ro– rita a Firenze il comiu/Jio si ribn.Uoz1.ò co,11orleria; solo i zucconi piemontesi ne rimasero lontani, imbronciali per l'atrronto ratto a Torino. Qutlnto più ci si accosta al presente, tanto pili spadroneggia. cotesta illegittima unione. Il tra.srormismo, Il barcamenare di Oepretis, la democratizzazione della monarchia ( 1 ), come Crispl (1) Il grosso dall'odierna maggloranta 6 formato dli l~alttart, tr:i.m1rua:hl di tulll I partili pouiblll. venaono a rlnfor,arne la 81bl oteca Gino Bianco chiamò ironicamente cotesto processo, sono tutte ere&• zioni all'altezza del tempo. La corruzione pudibonda ed accidentale si trasforma in regolari sussidi, in mi– serabili quanto sraccia.li mercimoni parlamentari. Le concessioni agli i nteressi r egionali sono addirittura sur– rogate da moneta contante. Le elezioni ingoiarono milioni, quella messa. in !scena da. Giolitti il 6 novembre 1892 è costata più che mai ( 1 ). Il pensiero dello Stato si limitò ad inventare nomi per la fusione di elementi opposti a servizio della borghesia, ciò che conforma il ratto, che la condiziono economica del paese non le permette ancora di a.vere una diretta rappresentanza. de' suoi interessi. Ma l'Italia è Il paese di tutti i machia,·ellismi. Mentre i potenli si occupano di sopprimere la schietta opinione del corpo elettorale, assorbendo collo imprese della politica ufficiale qual– siasi serio principio di aggruppamenti politici, venano la– grime di coccodrillo sull'ineducazione dei partiti in Italia. Giolitti, come i suoi radicali predecessori, aveva appog– giati tul.li i cosiddotti par1iti, dai clericali, cui Il papa" imp aro un a ,·olta per sempre l'istruzione: nè elettori, nè e~Ui, e che perciù stanno nel retroscena. della lotta elettorale, apparentemente immobili, ma sempre con– venientemente apprezzati, sino ai socialisti cooperati• visti ('); tutte le gradazioni, eccettuati soltanto quelli che non potrebbe guada.gnaro. 1chlera I clnrlleri repubbllcanl, 101tenendo Il OoTerno non polenl combatter. 1e non ponendoti al 1uo punto di Tilla. 11 frutto di quet!ta nuon maulma 1,olllica (U la cotidetta eTolutlone del •1- nlslrl, Il 1111UAgglo del re11Ubbllranl nel campo mon11rchlco. lloTIO rlmproTerò a co11oro che e,,1 tr11ltal'11no con 101:e~hto df1d,uno la quHtlone della formll dello Staio. (t qu,.111a la maniera 1tall11na di riluare le lnton,rrulll). li mede•lmo rlm1)ro,ero dirHMI 00,10 conlro I 10elal11tl tedetc:hl 1n ,renerale e 11,eclalmente contro EnA:el1, In octaslone della lndu1lone di un utlcolo di l':nRels. nella Critica Sociale, Engela rl1pnse con ,ma. TlYA,formale pro- 1e,1a: • SI pretende che a noi 1leno lndll!'erentl le forme dello Stato ;debboconataUlre che nè lo. nflalcun altro aoclal111a tedesco, dluequHtooqualcoudl elmi la, ma.semplicemente BoTlo. E TOrrei 1a1,ere con qual drlllo l'S[IIci :i.tcrll•ul1ee una u1le 1cloccheua .... Se BoYiOaveue letra la seconda metà del mlo articolo, eA:111 aarebbe fone rl11parn1l11a la pe11adi confonflere I10clalilll lede– ■chi col n'pubbllcanl monarchici ltallanl, • (G"Mttca Soc.tat~, nu– mero ,. 1891). (Il Prln,a. delle elezlunl di noTemhre l~tt. Il Olort1alt1 df'OUReo,. nomùtl, cah'olandn qu11ntoe8M!co1111uno, Ynlu•i, le •1)f>seJler lo Jìt11toe per I Comuni a più di )00(100fldl lire.• E noi rimaniamo ■ul terl'f'nO legale.e non calcoliamo nè letpe,ie pel tr11ferlmen10 del rrefenl e di altri lmp1e11'aliper le cotiddelle ml11.11lonl. n6 Il TIIIJrglodegli eh:ttorl qun•I gr:i.1ul10. Noi rln,anlamo n"I quadro lde11.ledelle f'leiionl. QUl!tlle lll>eltt! tono lneYlta.•,111 l'ln,·henella phl onHtlll.eletlone, nella quale non 11devono comprare •otl. n6 •dt>m• pire contr111tl.• l'lon e•~ male In •erlt•; te 11 talcolano le ,pne del candidai! In media a to.ono lire per IHta, d4 fa INlrclnqu~ cento otto M"R'gitO•ltrl milioni. Qualche eler.lone cotta al randl– daU t00.000 lire, ed Il ri1pettivo 11reno corNnte di un collegio è generalmente noto. I contadini di molle contrade della J,ombardla nelle eler:lonl di noumbN Tlole.roper I• prima TOita I rosei biglietti da 100 li.re. El!ttorl ubbrlachl ~1 agglr:nano nel Tlllaggl &ridando: Vlt:a ta Ciocca, Clr.11I« elulOnl, P) Le condllionl del 1Jngoll llCCOmodamentl 1ono eo•l Tllrle, ancbe In un medHlmo ltlante. come solo 6 concepibile da•a la conlu~lone Italiana, Un eaempln eloquente 6 la corrutlone degli openl. Menlre la dada operala rimane prin In lh1lla di ogni protelione leg11-le non eal1te q1111tl alcun principio di legl1lazlone delle (allbrlche, ,I ,ron:ano In 1110 di dare H più e1Tlc1cealato alle lnnumereroll coopnatlve, eh, godono prlTlle11l lrgall t'ome forse In neuun allro p:i.ese. OoYerno e re 1pendono In doni per eaae centinala di mlgllala di lire. I cl•etlamentl della. bora:hula teduca. col mo,1m11n10 inltlalo da Schul1e-Delltt1cb sono una bagattell1t, di fronte a quHl'al!a proletione, che 01t1cflla ogni principio di organlr.u.tlone oper1l1. La con0&eenu della 1ltua– done dille cooperMITe di fronte al Oo,erno • alla casa rtale 6 un alato Importante per la conoecensa della 1ltuulone operala d1talla.

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