Critica Sociale - Anno IV - n. 9 - 1 maggio 1894

136 CRITICA SOCIALE manio pubblico assorba un numero più o meno grande d'industrio che ora rormano aziende privato? I più fra gli av, 1 crsari del collettivismo sem– brano quasi ign01'3.T'8 che questa dottrina non fa che prolungare re,,oluziono attuale. Molti borghesi si figurano ingenuamente che il regime collettivista si instituirà bruscamente e tutto d'un pezzo, oppu1-e non si instituirà a0àtto. E costoro ci di1·ebbero vo– lonlieri, come Luigi XIV: Dopo di noi, il diluvio! Rodbertus ci promette un lasso di cinque secoli. Lnssalle non è alieno dall'accordarcene due, Sa11t dunque poi nosfri pronipoti. Dormiamo intanto fra due guanciali, e se mai i socialisti volessero anti– cipare la scadenza fatalo, i nostri fucili di gua1'Clia civica,.sono pl'onli a far opera comune coHo baio– nette dei nostri contadini. Orbene, gua1'<1ate, 1 i dunque un po' attorno, bran\ genio! Vedete gli sciopol'i che si moltiplicano, lo sommosse che scoppiano da ogni parte, le insurre• zioni che si succedono colla 1·egolarit..\dei fenomeni naturali, e capirete che siamo già nel fumo della rivoluzione sociale. Leggete i giornali del tempo dei vostri nonni e poi studiate le leggi sulle fab– briche che pougono fine all'a1•bilrio dei capi d'in• dustria. andate nelle associazioni operaie, rate il conto dei YOStrip,-ontti e delle vostre pe,-dite, con– sultate la not, dei tl'ibuti che pagate, e non tai<le– rete a constatare che l'organamen lo della propri et.\ non somiglia a quel ch'era iel'i, pili. che non debba somigliare a quello che sarà domani. Al principio del secolo il domiuio pl'ivato era tutto. Oggi il do– minio collettivo comincia a essei· qualcosa. . . . Il miglior modo di rende1'Si conto dell"importanza di <1uesla trasformazione è lo studiare la proi;ros– sione dei bilanci dei grandi paesi domocratic1, se– snntamonte della Francia o dell'Inghiltel'l'a. Avvieno rnfatti degli Stati come degli uomini; dall'ammon• tare delle 101'0spese si può fa1'Siun.idea dell'esten– sione del loro dominio. Salutate c1uesto bilancio d'un miliardo - dicm•a 'J'hiers, nel 18.'l0,ai deputati francesi - voi non lo rivedrete pili! Ora si è at'l'iv~ti a 4.2.N.000.000 di franchi, più di •1000milioni. E b en ver o che l'io• c1·emento del bilancio della gue1·1-a.vi entra per qualche cosa, ma questa influenza non si esercita sui bilanci comunali cho puro seguono la stessa progre ione. A Parigi specialmenlc, il socialismo municip..,.lle fa ogni anno nuove conquiste sul ter– reno dell'assisten1.a, dell'istruzione, dei servizi pub– blici, sen1,a cantaro i milioni che il Municipio con– sacrava alla Bor'Sa del La, 1 01'0 e allo cui spese em soppel'ito - particolare curioso - colle tasse di patente dei negozianti o degli industriali. In Inghilterra il bilancio dello Stato supera at– tualmente 4 milia,-di pet solt se,·vt;t ctvtu, ossia il sestuplo che nel 1817. E il fenomeno è ancor più s~iccato nelle municipalith, lo cui speso negli ultimi vent'anni sono i-addopp iate e salgono oggi ad oltre un miliardo e mc1.zo. Il socialismo comu– nale - che ebbe a Londra re centi trionfi - ha già diritto di cittadinan,.a nella pii, parte delle grandi cit~\ di Scozia o d'lnghilte,·ra. Glascow, ad esempio, ci offro un 'idea nbba.stan1,.anetta di ciò che esisterà fra qualche anno nella più parte dello grandi citt:\: < Il municipio 01-ganizzò l'insegnamento obbliga• torio e gratuito: esso om-e un pasto ai ranciulli ·bi• segnosi che fr~p,entano le pubbliche scuole; esso fo1·nisce agli abitanti il gas, gli apparecchi d'illu– minazione e di riscaldamento, e illumina le scale comuni delle caso che hanno diversi appartamenti; pt'O!>riotario delle tram vie esso pone a disposizione deg i operai mo.ttina e som convogli quasi gmtuiti; iblioteca Gino Bianco ha creato bagni, sale di nuoto, pubblici lavatoi; ha fatto di piit: dopo avere espropl'iato i quartieri troppo alfollati, ha costrutto caso che arntta allo famiglie meno agiate. ~ Per sov,•enh'O a questo spese Glnscow, come altri municipi inglesi, ricorre, oltre che ai prestiti, a due fonti di reddilo; rtmposta e i bener,c, delle 1'ndust,•te soctali::zate. Quest'ultima fonte comincia a diventare molto copiosa; secondo Sydney \Vebb. il dominio collettivo comprende, in particolare, il quarto delle linee di tramvia e la metil delle of– ficino del gas del Regno Unito. EMILIO V ANDBRVELOt~. PROTEZIONISMO E LIBERO SCAMBIO I. Verso la llne del 18-Hveniva con, 1 ocato a Bruxelles un Congresso di libero-scnmbisti. Era una manlrosta– ziono di quella cnmpagna por il libero scambio cho si faceva allora dagli Industriali inglesi. Vittorrcisiin patria por la revoca della leggo sui cereali nel 1840.ossi pas– savano sul continente chiedendovi il libero accesso dei prodotti delle manifatture Inglesi, in cambio del varco aperto in Inghilterra ai cereali del continente. A quel CongressoMarx si ora inscritto fra gli oratori; ma, come era da attendersi, te cose ,•onnero condotto per guisa che Il Congresso si chiudesse prima del suo turno. Cosl quel che aveva da dire, dovette esporlo invoco all'Asso– ciazione democratica internazionale di Bru.xettos, cli cui era fra i vicepresidenti. ( 1 ) Essendo oggi la questione del libero scambio o del prolozlonismo all'ordine ciel giorno, si credette utile il pubblicare una versione del discorso di ~larx, o me ne è chiesto un proemio. < 11sistema protezionista, dice ),Jarx ('), fu un mezzo artillciale per fabbricare industriali, per espropriare i la,•ora.tori indipendenti, per capitalizzare gli str·umentl nazionali di produzione o di sussistenza o per abbre– viare colla forza. il passaggio dalla forma medievale di produzione alla odierna. • Tale fu ii protezionismo al suo sorgere nel secolo XVII e tale è rimasto ben innanzi nel XIX. Esso Yenno elevato a regola di ogni Stato ch'ile nell'occidente d'Europa. Sole eccezioni i piccoli Stati della Germania o la Svizzera - non perchè dissentissero, ma per la impossibilità. di applicare il sistema nei toro minuscoli territori. Fu sotlo lo materne ali del protezionismo che la mo-– derna industria meccanica, a base di vapore, sorse in Inghilterra e si sviluppò durante gli ultimi trent'anni del secolo XVIII. E, quasi la. protezione delle tariffo non bastasse, le guerre contro la Rivoluzione francese con– tribuirono ad assicurare atl'Jngllilterrtt. il monopolio dei nuovi sistemi industriali. Per più di vent'anni vascelli da guerra inglesi tennero lontano i produllori rivali dell'Inghilterra. dai rispellivi mercati nelle colonie, aprentloli a forza al commercio inglese. La secessione delle colonie sud-americano dall'egemonia delle ma.dri patrie europee, la conquista inglese di tutto le princi– pali colonie francesi od olandesi, l'assoggettamento ( 1) Il discorso di .U11rx1ul libero scambio fu pubblicato nel no– l!lro ultimo numero e verrà dll noi riprodotto anche In opuscolo. Quest'altro scritto - che ,lobblamo all"aft"euo e :.Ila corteala del guo fedele collabort1.1ore- gli 1enlrà da proemio. (:l'O((Jdello CRITICA). (') KARL llAu, Capitai. London, Sw11nSonnentcheln Co.. t880, PIIR, 781:.

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