Critica Sociale - Anno IV - n. 5 - 1 marzo 1894

78 CRITICA SOCIALE 1tnd~a~rr6:.0 d !i~~rt: 1 ~pr~~e:a:g~r? :o ~t;~r ~em che soffrono. » 01•a, quale .ò mai la ragione determinante di questi duo partiti 1 E facile trovarla, quando si osservi che :~~?1/ ct 1~8~o~~l~f.:ir~~J~ ~~i~t:o~:i11~sr~•:s:~~~t°a~fz~ a sostenerla. Laddove i poveri preti delle campagne sono quelli che stanno pitì o meno coraggiosamente dalla parte dei lavoratori. Dal momento che anche fra. il clero vi sono srrutta– tori o srruttati, è ben naturale dunque che i preti ricchi si uniscano alla borghesia e che i poveri facciano al• leanza coi proletari. .... E siccome anche tra il clero gli sfruttati sono assai piò numerosi che gli sfruttatori, cosl a lungo an– dare - ò sempre questione di pazienza! - noi a.nomo dalla nostra parte anche la maggioranza dei preti. ... sw,t tromina co,uequentia ,·e>·wn, o la.conrusione dei termini implica contusione dello cose. Una.terminologia sbagliata. diffondo ideo sbagliato. Secondo lo scrittore del citato articolo, e anche tra il cloro vi sono sfruttatori e sfruttati. > Lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo è un fenomeno che sta. in rapporto al lavoro produttivo umano. La natura non impedisce che la carne degli uni serva di alimento agli altri; cosi essa non ha posto alcun osta– colo insormontabile a cho un uomo giunga n. lavorare per pill di un uomo, nè a che un altro riuscisse a sca– ricarsi su lui del peso del lavoro. Le facollà dell"uomo primitivo, ancora in germe, o come sepolto sotto la sua crosta animale, non si for– mano che lentamente sotto la pressione de' suoi biso• gni fisici. Quando, grazio a rozzi lavori, gli uomini sono arrivati a sollevarsi al di sopra del loro primario stato animale. o per conseguenza 11loro lavoro è già in una cert..a misura socializzato, allora. e solo allora, si pro– ducono condizioni, nello quali il soprnlavoro dell'uno può diventare una. sorgente di "ita per l'altro, e questo non ha. mai luogo senza l'aiuto della rorza che sotto– motlo l'uno all'altro. All'inizio della vita. sociale le rorzo di lavoro a.equi– .state sono slcuramonto minimo, ma i bisogni sono an– .che minimi, o non si sviluppano che con i mezzi di sod– disrarli. Nello stesso tempo, la. parto della società. che vive del la.\'oro altrui non conta. quasi ancora, compa.– rati\•amento alla massa. dei produttori immediati. Essa ~r,~~~~s~~c~f~l~~~:~~t~ii r;~~~ttf,?!te a misura che Del resto, la produzione capitalista prendo radice so– pra un 1errono preparato da una. lunga scrio di ovolu• zioni o di rivoluzioni economiche. La produttività. del lavoro, che lo ser,·e di punto di partenza, b l'opera d'uno sviluppo storico, i cui periodi si contano non per se– coli, ma per migliaia di secoli (') Ciò cho caratterizza l'epoca capitalista., è che la rorza di lavoro acquista per il lavoratore stesso la torma di :::u:~~~Ol:tr:r,!~ astr~~~~e•s:J~~j:ri :~V01'0 1 per COR· Il processo di produzione capitalista riproduce per sb la sopa.raziono Ira la\'oratoro e condizioni del lavoro. :1~! 0 r~~~~~u~~p~r~i!n~ie,~:nS!~fiie;t~~!~1!: ~ 0 ~1doilt~: t ;rt:r 1 :~! iro;:~t~ ::,:cau~s~:: 1 ~.rera::~cc:!~~~- ~:1~ l'altro sul mercato come venditore e compratore. È il duJ>lice molinello del processo medesimo, che rigetta sempre il primo sopra. il mercato come vendifrrrore della sua rorza di la\'oro e trasrorma. il suo prodotto sempre in mozzo d'acquisto per il secondo. JI lavoratore ap– pal't!eno in fatto alla. classe capitalista, prima di ven– dersi a. un capitalista. indi"iduo. La sua ser,•itt) econo– mica à dimezzata e nello stesso tempo dissimulata dalla. l'inno"aziono periodica. di questo atto di vendita., dalla ( 1) L~ capitat par KARL MAnX. Cbnp. X VI. (') Op. ell. Cbap. VI. B1b1otecaGino B1arco finzione del libero contratto, dal cambiamento do' pa– droni singoli e dalle oscillazioni dei prezzi di mercato del lavoro. ( 1) Le leggi immanenti della produzione capitalista rie.: scono alla concen1raziono dei ca.pitali.... A misura che diminuisce il numero dei potentati del capitalo, cho usurpano o monopolizzano tutti i vantaggi di questo. periodo d'e,•oluziono sociale, cresco la miseria., l'oppres– sione, la schiavitù, la degradazione, Io spoglia.mento della classe operaia. (') ... Che relazione corre tra il clero ed il renomeno eco– nomico dello srruttamento inerente al nostro periodo di evoluzione sociale, od uno pit) semplice, olementare1 Il contrasto tra sfrutta.ti e sfruttatori è noi chiuso cle– ricale1 Qualche anno ra, in Roma, i preti dell'in8ma classe, i salariati della. sacristia., detti scagnos~i, ten– nero un comizio, in seguito a. certo angherie decre1ato dal cardinale vicario, e minacciarono non ricordo so uno sciopero o una lega di resistenza per l'affare della mossa o relativa tariffa d'esercizio. Non conosco so esi– stano nel chiuso clericale motivi generali o permanenti di malumore dal basso in alto, cioè tra. sfruttati e srrut– ta.tori, in linea geral'chica. Una questt"one gerarchica tra le chieriche mi lascerebbe alTatto indifferente, e per termo Carlo Marx, quando lanciò ai proletari di tutto il mondo il ratidico grido: Utiilevi !, non obbo il pen– siero alle chieriche minori ed alle lor querele. Nell'idea dello scrittore della Lotia è da intendere si· curamonte, che anche nel clero vi sono srruttati o sfrut– tatori in rapporto all'economia. sociale comune. Cosa produce col suo lavoro il prete, in quanto prote1 Nulla.. In che dunque è sfruttato l La prebenda., la ta– riffa per la messa., per il mortorio, ecc, ecc., cos'hanno realmente di comune col salario1 E di che vive il cloro, in alto e in basso? Sfruttando, in doppla maniera. Lo Stato borghese ha messe le mani sui beni ecclesiastici, acquista.ti in passato dalla Chiesa con mezzi spirituali e temporali, e s'è regolato nel modo che il ministro Scia.loja enunziM 1 a parlandone ai deputati il 17 gen– naio 186i: e Lo Stato prendendo per sè tutti i beni ed alienandoli. ... assegnerà alla Chiesa 50 milioni di ren– dita, ed esonerando il bilancio. da qualunque spesa di culto o pensiono o rimune1•azione di qualsiasi specie, rarà. che la Chiesa medesima, seguendo i suoi propri statuti, distribuisca quella somma tra coloro che vi hanno diritto. > (') Il clero gode la rendita d'una pal'to della. vecchia pt•oprietà ecclesiastica, e in questo b nien– t'altro che una. classe di sfruttatori del lavoro umano, in nito e in basso, ognuno per la sua porzione gerar– chica. Esso poi esercita. un'azione di sfruttamento im– mediato con lo elemosine, le oblazioni molteplici a titolo di pietà e di espiazione, i lasciti comunque larvati, ecc. srruttatore sempre, in nome di una. idea.liti\ oltremon• dana, per gl'interessi propri o la. gloria. di un istituto extrasociale, st'l·uttatore della ignoranza e della stupi– dità.. Economica.monte il clero ba una funzione affatto parassitaria. Da un certo punto di vista si può. considerare come vittima del sistema capitalista chiunque con l'opera pro• pria deve ser,•ire a consor,•are, a difendere il sistema stesso. Da quel punto di vista sono certamente vittime, sfruttati anche la spia, il poliziotto, il sentenziere, ed il boia dove si prererisce far alla spiccia e senza ipocri– sie. Anche il clero serve agl'interessi del capitalismo, ( 1) Op. cli. Chap. XXIII. l'> Op. elt. Chap. XXXII. (') Rendleonto dd Pdrlametuo ltO.Uano. &e,.tione d<t 1866-(17. Plreoze, t867.

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