Critica Sociale - Anno IV - n. 4 - 16 febbraio 1894

50 CRITICA SOCIALE Prosegue illustrando, a brevi tratti incisivi, il precipizio del popolo di Sicilia dopo la cadu!.c~del Bo1·bone. La liquidaziono delle corporazioni e degli enti ecclesiastici non seni che « a vendere ai sici– liani le te1·re siciliane :it, sottraendo l01·0,come prezzo di compra, i capitali alimentanti le industrie, delle quali la voraci1à del nuovo Osco essiccò ben presto le ronti. Le ferrovie, militari e non commerciali, condussero i Comuni alt"orlo del fallimento. La pic– cola proprietà ò sparita, gli operai delle città muoiono di fame, la imponente e temibile maggioranza, che ò di agricoltori, cui una balorda magistratura ha ridotto al nulla gli ust cfvtci, esinanisce nello stento. « A loro fu tolta la terra. nella. quale lavoravano o ,,ive,'nno ...; fu tolto l'uso del legno mortù nei boschi, sicchè ,,uolsi farli moriro intirizziti di freddo, giacchè i nostri correggitori ig1101·ano che qui a 20 chilomeh·i {(al mare sono l'alpe e la 11eve. Il perchè fu posto dal legislatore il tremendo dilemma.: o morir di fame e di freddo, o la galera. Essi hanno scelto la galera .... » Parole un po· acri pe1· condir la fiducia in una Eccellenza. Ad ogni modo ecco la fine del principio: Se quest'ullim9- speme, pe1• ferrato destino, dovesse mancarci ...; allora, signor Presidente, i Vespri non si combinano: irrompono e soppiantano. . .. Siamo ben lontani, come si vede, dal linguaggio perverso ed eunuco che e ordinario alle classi di– r·igenti d"ogni partito. Cosa singolare: in nessun angolo del Memorando si vede profilarsi e sgui– sciare la sagoma leggendaria del sobillato,·e. Fran– cesco Crispi non vi troveriL iJ pil, piccolo accenno a quegli « uomini rotti ad ogni delitto • ch'egli solennemente denunciava alla Maestà del Sovrano per carpirgli la firma colla quale esso Crispi lace– rava la costituzione. Certo, questi Salvioli e Schiatta– rella e Cuccia e J3attag1ia hanno a essere de'famosi manutengoli e non vogliono tradire i compagni. Essi si arrischiano a porre in canzone11a le nuove inchieste ordinate, asserendo che inchiesle e rela– zioni ve ne fu a centinain, e che non v'è umile funziona1·io staio in icilia che non abbia presen– tito « i falli d"oggi e quelli di domani • - (quelli di domani? oh cho rnzza cli fiducia hanno nllora nel Cr·ispi?!) - e che non abbia fatto proposte, re– clamato p1·ovvedimenti, che rimasero lettera morta « corno se il Go,•erno (udite, bestemmia!) fosse l"ente più misoneico della socielà. • Gli scrittori di que!-to Memorando dichiarano d'es– serne stati incaricati dalla classe .siciliana « più intelligente• e « amica» al capo de1 Governo. Non si può negare ch"essi soddisfacciano al primo dovere dell'amicizia: la sinceritù. - Ma urliamo le loro proposte. Anzitutto, come più essenziali, le proposte economiche. Ln. Commissiono tiene corno regola, ornai inconcussa, che la. proprietà. mobiliare e la. immobiliaro inten!-h'a, nella quale il lavoro ed il risparmio restano perenni e visibili, possano fm noi tuttavia essere regolate come sono; ma la terra a coltura. estensiva ed a pascolo è molto dubbio possa essere oggetto doli&. infelice, nella. !-pecie, legislazione francese, cioè di proprie1à. assoluta individull.le. (.4.llenlo,comm. Celli, che qui e·~ da 110n perdere l'occasione cl'tm sequeslro !). E!it!ita debbo nazio– nalizzarsi; e per noi è facil cosa perchè le tra,lizioni ne sono recenti e vive col feudo. Nel quale, se togli il barone ed i suoi abusi e le angherie, il contadino vi viveva con diritto di seminarvi per il mantenimento suo e della. fa.miglio.... Il terreno, che non si presta a coltura intem*•a, e da noi tali ten·e passano il 75 per cento della superftefo geografica, se si dichiara, cont"oggi, libero, sarà venduto al proprietario vicino, ed è av,•enuto, allargando il la– tifondo. L'uso, solo l'uso. dobbe averne il lavoratore, e con i voti della Commissione (rormulali in fino del ra– scicolo) si pensa potersi ottenere mezzo milione circa. di ettari di terra. pascolabile e semina.liva, da essere sufficiente per assicurare il pane a 250 mila famiglie di lavoratori e pastori, e cioò a pili di un milione di abitanti poveri.... Questo pane, è delittodel Governoaver fatto manca,·e. Si fa dunque voto che i tre quarti del ter,•itorio siano sottratti alla privata proprieti1, fondamento dello Stato, e cessi un governo delinquente di affa– mare i lavomtori. Qui davvero, on. comm. Celli, o noi siamo abbacinati, o si ò proprio nel caso degli art. 22, 24 della legge sulla stampa, dell'art. !2ù Codice penale. La Commissione è composta altresi di più di cinque pe1'Sone: il fatto associativo, a termini di legge, è evidente. O non sarebbe il caso anche di una sbirciata all"nrt. 248? Sorvoliamo alle altre proposte. La menadria, come mezzo transitorio, è raccomandata, purchò sia sottratta a quella libertà di contralto (oh! im– mortali principi di Manchester!) che è « frase vuota del Codice civile; libertà del potente, schiaviti, del lavoratore »; libertà cho i coloni siciliani « sino a un quarto di secolo fa non avevnno accettata ». Commissioni cli probiviri, eletti da proprielal"i e da lavoratori, fisseranno i prezzi del maggese, i snlari e gli 01·ari. Questi, nelle miniere, non andranno oltre le otto ore. Abolito il t1·ucl: S1JS/em (« servizio ladro » è dello in appendice); fatta osservare (che ora dunque non lo sia?!) la legge sul lavoro delle donne e dei fanciulli. 1~ via via, una serie di pro– posto accessorie che ci manca lo spaxio di tutte riferire. Nell'ordinamento comunale, la condotta i1ulecente, disonesta, scandalosa del Governo, servo e sical'io alle clientele falsar-ie e 1·icaltatrici, ò sini– stramente lumeggiala. Nè noi, che, pC!' aver toccato questo tasto, già incorremmo un sequestro copiando dal Co1Tie1·edella Sera, vorremmo ora incorrerne 1111 altro copiando i professori di Palermo. Tanto più che essi, come avvenne a Firenze, sono poi messi fuori dal processo: noi vi si•m tenuti pel colletto. luulile dire qual sarà il destino del documento di cui demmo una pallida idea. O1·mai ò astrologia troppo facile. Mentre i rappresentanti la « classe intelligente » si baloccavano a formulare e a co-

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