Critica Sociale - Anno III - n. 24 - 16 dicembre 1893

8 CRITICA SOOIALF. veduti nella storia popoli interi rar professione di pessimismo,e non saprei con quanto fondamento si potesse affermare di quegl'intel'i popoli ciò che si può di molti indi\•idui. Inoltre mi sembra un po' strano di dover concludore, come il Momig1iano fa, cho coloro i quali P,.'ltiscono di una irritabilità morbosa., digetiscono mnle, do11nono peggio, ecc., sono lo senltnelle ava n;atc della ciotllii. Rssere ~entinclle a,•:in1.. i.to de lla ch 1 ill:\ non vuol egli dire pensar bene o operar bcneT Dunque il Oore della umnnilh è formato degli n.mmnlati f Dunque sono gli ammalati i Yeri sanif Qui, o,·idcntemente, c"è un groppo da sciogliere. Veniamo al punto da dilucidaro. I pessimisU veri o cooronti non possono credere alla foliciL-\,nò passata, uò presento, nò futura. Per ossi lo. somma dei mnli sovorchin in ogni tempo la somma dei beni, e questo sonzn l'ipn1-opossibile. I più roschi diranno cho In. infolicit:.\ non può se non crescere col crescere ili noi della racoltà di a,•,•e1·tirla: quanto più chiat"a e ,•igilo la coscienza, tanto maggiore la inrelicità. I men roschi diranno cho la somma tota.le della inreliciU\ l'imarr..\ su per giù inv11riata.,pur ,·:u-iando, o anche molto, i rattori suoi. come può rimanere immutata una somma aritmetica di cui si mulino, con certa ragione. i numeri cho In producono. Si domanderà: se il so– cialismo i? speranza e procacciamento di rolicità, o almeno. di minore infoliciL'\, come mai potrà e.ssere socialista un pessimista, li qualo, o p1-e,•ede una infelicit..'\ mae-giore della presente, o si mssegoa a una infelicità sempre cgualo di densità e di peso, bcnchò mutata di colore e di forma? La risposta non appare a prima giunfa, ma c'è. Un pos.,imista sincero, cho non s'atteggi e non raccia l'nrtist..'l drammatico, non ò un dilettante di inrolicilù: egli, a111.i, ò pessimisla appunto perchè detesta. sotto tulto lo suo formo e in tutti i suoi g,·adi. il mnlo; perchò ò assolnlo di relicilà. Egli non può desiderare ci sia noi mondo più infelicità di quolla tanta (h'Oppa) che gli sembra inevitabile e ir1-eparahile. Prego il lettore di por mente ai termini precisi della quisUono. Dato che la somma totale dei mali a cui gli uomini debbono di neces– sità soggiacere non possa, rimanendo su per giù immutata, esser minore di 100; o cho debba andar crescendo con una progressione aritmetica cho sup– porremo eguale a 1, :l, 5, i, O oce., il pessimista dove dosidera1-e e ,•olore che <1uel 100 non salga . a 150, o cho quella progros.siono non si muti in I, O» O, 13, li, ecc., o, a dirittura, in una progres– sione geometrica. Por conseguon1.n egli &.'\r..\ ravo– t"8,•olo n tutti quegli ordinamenti o a tulle quelle rirorme cho gli paiano in qualche modo atti a contenere la somma entro il termino fisso di 100, o ad impedire che la diCferent.'\ dei termini della progressione ,•ada aumentando, o che la progres– sione stoa&t si muti di aritmetica in goometrica. E so la dottrina socialistica gli paia dnro qualche speran1.n di cosl fatti ordinamenti e di cosi fatto rlfo1•mo, egli potrà ossoro socialista. Chiedo scusa di questo linguaggio matematico, ma non ho Mputo trovarne un altro cho 1>ii1 accon– ciamento osprimosse il mio pensie1'0. Oli O ,•ero che Fcde1·ico ~iet1.schc, il principe e il tM>nteflcodell'indi,•idualismo contempo1"a11eo, sen– tenziò non ossoro pessimista genuino quello che si piegn alla mora lo del nemtncm lacctcn, quello che non si diletl, dol malo; mn In fllosona (cosi della) di Fede1·ico l'\iot1 .. ,che è degna di quel manicomio o,•·egli ebbo già temporaneo, cd ha ol'a duratui-o o opportuno ricetto. Gli è ,·ero puro elio ci sono alcuni pessimisti i quali ,•aghcgginno un accresci– mento tale d'infelicilà cho gli uomini non sieno più in grndo di sopport..,rla, parendo l01-0 che l'ec– cesso di quella, t1profo1ulando gli uomini in una dispol'aziono fu,•iosn, debb:i anello sugge1fr loro l'unico od osfremo l'imodio, il suicidio universale; ma ad alfri pessimisti, cho forse conoscono un poco più da vicino l'umana natu1"a, questi 1>:liono sogni. Finché ci saranno pessimisti che, invece di sop– portaro quiol·amontc un mal di denti. ricorreranno al dentist~ per esserne alleviati i ci snranuo pes– simisti che, nv,·ertito un male sociale non nec~al'io. non ino,•itabile, raranno buon viso agli espedienti atti, o presunti atti, a le,·arlo di mezzo. Certo, bisogna cho un pessimista, flnclu'•non muta filosofla, rimanga sostanzialmente ciò ch'egli C, sia quale si voglia la dottrina politica o socinlc, non reJ)ngoante, cui egli si accosta. Un pessimista non sarà mni, io un p.'lrtito, una ro17.aoporosa, perchè quella L'lnta speranza di minor mnlo ch'egli può accogliere nell'animo non basta a inrondcrgli rar– dore, il ,•igore, l"entusiasmo cJ1epropriamente fanno i comb..'\ltenli e gli apostoli. J.._'\ ,•olont.\ non si de– terminn eno1-gicnmente so non por grandi desideri o por socuro s1>01-anzo. ~In ciò non ,•uol dii-e che il suo assentimento sia inutile, giacchè lo dottrine riC0\'0110forza dalla quali!:\ o dnl numo1'0 di coloro cho in tutto o in pa1•lo lo accettano, e ogni intel– letto ncquistnto è un forza n.cquistalu. lii può dire, del rosto, di quali e quanti olomenti ftH'Ol'O\•oli si componga una fol'7.a sociale, s'integ,·i un'azione socialot E non uscendo dai te1•minidel socialismo, a mo sembrn che un po' di pon,iero pessimistico non sia per nuocere alla sua causa, ao1.i sia J>Or giovarlo, mortificando alquanto certi sogni e certe b.'\ldanze di millennari nuovi non punto pHt av,·e– duU degH anlichi, sogni e baldnn1.oche, alterando o sOdnndo il ve1-o,non possono so non JH'OJ>araro il di.,inganno e indm· la 1·cazione . AltTUJtO GtUF. Su que,10 ttma <lei1•appo1·ti /i-a pt"imi,mo e ,ocia– li,mo ci ptrocm1e quale/te allro ,ct·illo - e dil-emo 11oi 1mre in un prouimo numero il no,ti-o ptn4ù:,-o. I.A CIUTICA. Se qualcuno avessedisponlbtte U 1. 0 Numero at quest'anno della C1·itica Sociale, e ce lo ,·tman– dassc,bencustodito eta fascia pe1·chè non st sctupi, et farebl.Jcun vc,.o favon.

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