Critica Sociale - Anno III - n. 10 - 16 maggio 1893

CRITICA SOCIALE 149 potete supporre che i redattori di quei giornali si met– tano, per salvarli dalla persecuzione, a scri\•ervi dentro Jello omelie o dei panegirici in onore dei santi del pa– radiso Italiano e borghese. A questo modo ,•oi dovroste r1,re, o chi sa che non ci abbiate pensato. Ci pertlcrobbe la giustizio.. ma ci gunt.lagnorobbo altrettanto la slncorltù. Cosl noi po– trommo Jiro, che in Italiac'ò bonsl una. libertà di stampa, ma a patto che lo scrittore si ndatu a pensare colla. tosta del ministro delrinterno. Cosi noi potremmo tlire, e voi non potreste negare, che la. censura pre,·entiva ò il migliore dei sistemi, e che Il pap~ I Borboni e il tluca JI Parma non uenno poi lutti I torti quando non permettevano altre pubblicazioni all'inruori di c1uelleche rossero ispirate al santo timore di Dio. E fjuando voi prima del 1860 ,•i dilottuate della lettura di giornali clandestini, e in Aquila e Capestrano raco– ,•ato la piccola cospirazione a danno del ,·ostro signore o doll'ordino costituito, io posso dh•o che voi rorse ora– nte un illuso, certamente ora,•o.to un ribollo merite– \'ole di tutto Il rigore delle leggi o tlei giudici. Ed ora siamo intesi. Giacchò Il socialismo è quanto si può Immaginare di più criminoso od il titolo di IOUa di claue ò un delitto per sò solo, sequestrate il gior– nale che lo porta_ e non vi preoccupato della giustizia, la quale, come disse il Settembrini, è un& divinità che gli oppressi Invocano contro gli oppressori. Voi a,·ete un dovere da compiere verso lo Stato che ,·i ha con• rorlto Il posto e lo stipendio: non ci venilo meno. La leggo ,•i affida il mantenimento dell'ordine e In. tutolo. tlol diritti della socletò. Il còmplto ò grave, e chi volesse gunrdaro troppo per Il sottllo rischierebbe di rovinare ogni cosa, di ra.rsl sorprendere dagli aneni• monti, quando sarebbe troppo tardi per mutarne il corso. Quindi non abbiate scrupoli, prov,•edete in tempo ed energicamente, se vo'.ete continuare ad 11ndare a ca• vallo In meno alla gran folla che va a piedi e spesse ,•oJte carponi. lo non ho altro a. dire, signor commendatore. Pure, prima di lasciarvi, sento il do,·ero di rinsrraziarvi della benevolenza che mi avete usata, e non so resistere al desiderio di dnrvi un consiglio. Qunndo rll.rele un nitro discorso hmuguro.le, per carità non pnrlnto tiella glo– riosa ri,•olur.ione italiana che cl condusse a. Roma, spez- 1.ando nel suo cammino troni ed altari. Questa roba fa. Rempre un certo effetto sulle menu popolari e potrebbe 1>Aroreun eccitamento al disordine. Quella parola,.;_ oolu.:iom! ha perso il suo significato genuino, e adesso ra li paio colla. rrase Iolla ,u claue. Quella parola è diventata pericolosa, e i posti di procuratore generale dh•enteranno, si dice, più rari. LUCJO. AGLI STUDENTI· l'l'ALIANI La I.,oUa dì classe, nel suo numero 1• aprile, ha già pubblicato l'appello degli studenti ginevrini o belgi a tutti i loro camerati del mondo per un C.On· gresso socialista internazionalo di studenti che si terrà a Ginevra nel prossimo ottobre. A noi pare opportuno pubblicare ora un alh'O documento che c1 viene da Parigi: è l'invito degli studenti socialisti di Parigi ad un semplice Congresso preparatorio nazionale; ma i sentimenti cJ1e vi sono espressi sono quelli, ci pare, che dovrcblKH'Oanimaro anche tutti gli studenti italiani che sentono ripugnanza alla complicità colla tirannide della classe borghese d'ondo escono. c.:; o B,n Lo pubblichiamo perciò, dedicandolo appunto agli studenti italiani. !\elle nostro uni\•ot'Sib). a comin- :~~~~~;:~~adf'c~r:i~~~n~t~~~~\~~~~ ~:~: denti, il movimento socialista si ,·a accentuando. I più intelligenti o generosi fra i giovani sono con noi. Hngioni economiche o mgion1 morali congiu– rano ud nfl'rottare la grande nllean1,._'\ doll'intelli– gc.,u.'\ col braccio, del lavoro mentale col larnro manuale. nllean1.a che render:\ i1wincibilo il movi– mento; ò tempo di dare unità nazionale a questa· organiz1..llZione nascente. Ecco ora l'aepello degli studenti }Xlrigiui.A,•ver• tiamo che, nell ordine del gio1·no,oltre il « Mmpito ~l~.1e,~l~l/o,~,~~e~~j,.~!~ti1~~:,:~~1·a~~,~~~ee c~J~ donna a tutte lo funzioni. » ecc.. si contiene anche e l'rulosiono della Federazione al Segretariato del la– vo1-o o ni Congressi internazionali dei lavoratori». Il Sogl'otariato del gruppo dogli studenti socialisti in• le1·nozionnlisti ha dimora in Pn1·igi, O, Puo Dau– bonton. Sludenti, cho un sentimento di giustizio. rende ribollì contro ogni ordine <li srrultatori; Studenti, cho lo studio dello sviluppo delle società condusse al socialismo; Studenti, che domani la vita arruolerà nel proleta– riato lntellettu&le i Voi tutti che sentito la necessità Ineluttabile di una trasrormnziono sociale, di rronte alla concentrazione sempre crescente doi capitali, la cui consoguenzn ò la ricostlluzlono d'una feudo.liti\mintlcclosn o Il correlativo numonto di un proletariato sempre ))il\ misero: noi vi in,•itlamo al Cong1•euo 11a:ionale degli 1ll«lenli 1ocia– li1ti, per redoraro tutte le nostre rorzo, le nostre energie. e procla.mare una ,·olla di più che, ben lungi <lai di– ,·ldere la colpevole indifTerenu del mondo dei dotti, ben lungi dall'essere i complici d ella classe J) ()SSidente e dirigente, noi ci solidarizziamo inter:t.mento coi sala– riati nell& loro lotta contro il capitalismo. Se oggi, A Parigi, noi ci diamo la mano al di sopra di luUo lo f"ncoltà di Francia, ò por tenderla domani. 111 Congresso di Ginevra, u.i nostri fratelli di pensiero al di SO)) rn.di tutte le rrontiel'o. So 1101 orgo.nizziamo lo rorze socialiste intellettuali del nostro ))aose, ò per lanciarle, giù. pronte, nella lotto. lntorna.1.ionale del pro• letarlato, Il quale non ha patria, CfJntro la coalizione cosmopolita dei borghesi, il cui 1ciorini1mo non è che un mezzo l1>ocrita tli srruttamento. t; il nosiro còmpito,in questo assalto dato aUa ,·cecilia società, strappare alla borghesia la scienza, questo impo– nente privilegio, che nelle suo m11ni, come Il fucile del soldato, r esta uno strumento di 1rruttcamento o di do– minio, un mer.zo di perpetuare, colla sua dittatura in– tellettuale, la sua dittatura di cla.sse. Cosi noi pagheremo una bon piccola pnrte del debito cho noi contraemmo coi larnra.tori - noi che tlobbiamo ad essi tutto quel poco cho siamo o cho nor. so.remmo nulla. se non M'essimo usato del prodotto del loro la• ,·oro, carpito loro dall& nostra classo. Il fine ,·crso cui tendono i nostri 1rorzi à lta istru– zione integrale o gratuita dl tutti. Ma al lato di questa rivendicuione fondamentale, noi reclamiamo lo riforme uni\·ersitarie che si impongono. L'Insegnamento uffl– cinle e I mo.estri che lo professano tendono, coscien– temente o no, a de,,iare la nostra attenzione, rinchiu– dendoci lln dallo prime lozioni entro questa o quella spoclallttì. So in talune Facoltà. si lntraJ>r'ondolo studio tlello questioni economiche ò por prollttare dell'autorità

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