Critica Sociale - Anno III - n. 6 - 16 marzo 1893

\JO CRITICA SOCIALE ratorii chi gli stava •tclno temeva per lui. Quanta. ri<> chena di Mpere portò con sè nello. tomba, lo dimostrano gll scritti postumi, benchè non contengano la. decima. parte dl quanto aveva in animo di scrivere. Ma almeno quost.l cl 10no consern,ti; od à ,·ontura che il suo più ,·ecchio o migliore amico, Federico Engels, sia ancora tanto vivo o vegeto, da poterne curare la pubblica~ 1\one. COI\ mentre Marx, anche dopo morto, ci rornisce sempre nuove ,·eduto e cognizioni, le sue dottrine st diffondono tra Il proletariato militante: dappertutto ti movimento operato ne sente !"influenza. Marx non lanciò soltanto nello ma.sie la potente parola: e proletari di tutti l pa.osi, unitevi! •; egli ha posto ben anche le basi scientifiche, sulle quali questa unione può compirsi e si compio. t"lntornuionale, di cui Marx fu ranìma., ò rinati\ J>iùforte e poderosa, o la. bandlora sollo cui si si:hlorano i bnltnglioni doi ln.vorn.torl O la bnndiera in– torn1LJ.lonalocho Mnrx avontolò noi 48 o tonno altn per tutta la. vita. d'untLgenerazione. Sotto di essa l'armata. proletaria marcio. 01·adi ,•illoria In ,·ittorio.. 1''El>ERICOLESSSER. QUESTIONI 01 NOMENCLATUR A (ANt-;ORA SUL DIRITTO E L1l VIOLESZA) 1.:a,,,,. Angelo o·Amb1'0sio ci mandò quo.sta rc– plic..'\ allo bro,•i ossorvn7.ioni nostre del penultimo numero. Ln dovemmo difforiro di una quindicina 1>er dirotto di sp.uio. F.Qreuio Di1·,utore, Rispondo bre,·emento alle osservazioni da ,•oi ratte al mio articolo, non per desiderio di polemica., ma per non pa.ss .'\re per un metalhlco d& museo! E tale suoi se, per me, la bontd e la. giu~/i;ia delle coso consisles• sero In un'idea. dh•ina ed etenm. Dalla definizione, Invoco, da me da.la deìla. morale e dol dirillo, deriva o,•idenle chn e ssi no n solo sono il risultato dei fa.tu, ma consistono nello stesse azioni umano, tende nti al l'o.cquisto o conservazione delle mi– gliori condizioni di vita. Slccomo tali condir.ioni 110110 varie col vo.riaro dei tempi, del luoghi o do) grado di civiltà, cosi nulla di divino o di eterno ò noi concetto che io ho del buono o del qiu,10. Voi, egregio OireHore, aveie conruso l'idea che io ho del di,,illo con il cn'terio giuridico, cho per me consiste nella tendenza univerule o costante di tutti gli esseri della n&tura, a consernre ciascuno Il suo modo di es– sero,resistendo a.Ilecontrarie (01'%e distruttrici. Or l'uomo in tutti I tcm1>ied in tutti i luoghi qualifica buo,w e giu110 ciò che concorre alla migliore sua esistenza e mala ed i11gi1t1to il contrarlo. Lo. somma e la natura tJei bc11i o dei mali ,·aria socont.lola dh·crsità dei tempi e del luoghi o secondo Il dl\•orso grado di civi11à,ma il criterio à sempre lo stesso, perchè basato sugli al• tributi essenziali e costanti della natura umana. SCn:ta.un criterio sicuro, nessun giudizio morale po– trebbe farsi intorno ai falli della storia, la quale si ri• durrebbo ad un·a.rida cronologia. Se ogni (o1•;a, sol percho dominante, ò diritlO, qual l'llglono si a,·rcbbo nella lotta accanita., elio ora si com– batto tra Il capitalo cd Il lavoro, di sostenere quest"ul– tlmo o dire giulla la ribellione dei lavoratori al pre• dominio del capitalo? B I ot ca G no B1an o E voi stesso avete creduto di porre del limiti a C4r testo concetto, facendo consistere Il diritto, non In ogni rorz& che 11 afferma in un modo qualunque, si bene nella. rona che si o.lforma in modo ,labile e normale noi rapporti sociali. Ora, a prescindere dal ,·odoro quale criterio sicuro v'è per sapore quando una fol"l.a si o.f– rorma In modo stabile e normalo; lo, dal mio punto di vista, potrei a.ccettare la vostra dellnlzlono, perchò una fon& può affermarti In modo ,labile e non11ale, solo quando è giudicala fautrice dello migliori condizioni dell"esistenia umana. Al contrario se I& forza dominante rosso di 4>Stacolo alle migliori condizioni di osistenza di una. data classe sociale, ossa. provocherebbe 111. reazione o la ribellione, che rondorebboro itulabil.e od a,ionnale Il lii lei pre– dominio. Chi potrebbe, por esempio, dire che al tempi nostri lo ror·1,o dominanil in t:uropa si sin.noafferma.lo in modo ,1abile e ,wrmalc, quando un ter rlbllo grido di rl bellione salo dal rondo1 E: questo grido di ribo\110110 O provoca.to appunio dal rutto che lo forzo dominanti si pongono corno OfltMolalrici delle condizioni di una migliore esi– stenza doli& numerosa classe del proletari, la. quale O deslinal& • ,•Incero o ciò porche, come dice li nostro Vico: le cose ruorl del loro corso nl\turale non si ada– gia.no nè durano. Pur movendo, dunque, da duo diverse strllde, non ci troviamo poi cosi lontani (la non \nconlrarci in qualche punto. Una cordiale stretta. di mano dal Drtott,1,1lmo A!'(OJCLO D"AlilBROSIO, Siamo sempre li, non dispiaccia la rudo rran– chezm della nostra impressiono all'ogregio o corto!e collega: noll"altro numero definimmo, quelle che egli raco,•n, e questioni di nomenclatura >: non sat~~:: ~i,o~~ 0 f~~1:,,';J,ti!~:",~~ralc sono le st.csse a:;font umane ... » - C.Omechiamerete allora il concetto cho noi ci facciamo del vnlOl'Osociale di ~tfl~ ~~gJ~iu~n~t~~tt~h! d~ /~~i~f~ volta un Ancol'a: « Il crtlet·lo otm·ldtco è la ten<lenza degli esseri a conservare ciascuno il suo modo di ossoro, rosislondo, ecc.» - Como un c,·rtlerto sarà una tenden~a? E po1·chò la len<tcn.:a sn1-ebbe un C1"tlerto1 Non ba.sta forse cho sia una tendenza e. se ,·imano tendon111, che cosa può ossoro di pili 1 E la tendenza a muta,•e sta ossa ruol'i della cerchia giuridicaT Il nostro conh-addittoro potrà obiollarci che la tondonz.'\ a mutare ò anch"essa compresa nella ten– dcnia a conseroare il proprio modo di essere, dacchè questo modo di essere implica la mutabilifa. Ma chi ci aiuta a trar fuori lo gam be d a questo ginepraio che alligna nel terreno , ·a.go della n<r monclatura T « L'uomo q_ualiflca btWno o utusto ciò che con– corro nlln miglioro sua osisten1.a >. - Di chi, Di 'J'izioT Sompronio irrompo o grida: mon tua, vita mta. Dove sta. di cas..'\ quest'uomo nstratlo che non ò Tizio nò Somp1'0nio, che non è in conflitto cou nessunoT Dorn stanno di ca.sa gli e attributi ossonziali e costanti della natur a uma na T > Noi ignoriamo pro– rondamonto che cosa essa sia o pensiamo con Rra– clito che tutto scorre o si muta. Voi invocato un e criterio sicuro por giudicare i falli della storia». Ma la storia non no ha bi– ~no. E all'uomo che la studia basta ingcgnat'Si a sp1ogarno i d'onde, i 1>01·chòod i come. Vi par

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