Critica Sociale - Anno II - n. 23 - 1 dicembre 1892

300 CRITICA SOCIALE spacciatori di petrolio che si vedono da questi provve– dimenti mandate all'aria fabbriche e botteghe, che se ne vedono tolta la loro forma speciale di guadagno srruttatoro, che protestano. Essi si ribellano cosi contro quelia stessa azione dello Stato che secondo essi non è che l'equilibrio degli in– teressi di tutti, contro questa forma sacrosanta ed in– tangibile che essi rinfacciano a noi; e in faccia. a cui, secondo essi, lo nostre agitazioni sOno mal\'agie e ro-, vinose. Sotto questo aspetto nessuna differenza era. l'a– gitazione operaia e la vostra. Differenze di un altro genero ci sono; ma non in vantaggio delle vostre ragioni. Il proletariato si agita per ottenere di fatto un qualche diritto che nessuno osa sconoscere in teoria; voi vi agitate per conservare un qualche privilegio che nessuna teoria osa sostenere giusto. L"agitazione del proletariato ò l'agitazione di quasi la generalifa; la vostra ò J'agita·lione di una pie• cola classe. Ma c"è molto di pili. Il proletariato si ribella e vuole imporsi ad una forma di Stato :che sente non uscire da sè stesso, in cui non sente mai la. voce dei suoi interessi; esso vuole entrare ·in questo Stato a cui si sente estraneo, vuole che i suoi interessi vadano a far peso nel grande equilibrio di tutti gli interessi sociali. Capisco che sarà un cumulo immenso ed un peso enorme che sposterà da capo a fondo l'equilibrio vecchio: ma che vuol dir questof Esso si presentii. tardi, ma una ,·olta o !"altra doveva presentarsi: nessun male so la festa dei pochi sarà finita.. Voi invece vi ribellato al vostro stesso governo, al governo che formato, che manipolato voi, al governo che è tutta una vostra creazione. Voil'avete fatto tutto a vostro uso e consumo, voi ne avete fatto come una agenzia dei vostri affari particolari Ebbene, nò meno il suo funzionamento normalo a tutto vostro vantaggio ,•i contenta: quando la macchina si imbroglia e si in• trica por sò stessa, quando la stessa sua. natura. dallo sfruttamento fatto por YOifa scoppiare la crisi, questa. non deve essere per voi, voi volete rovesciarla tutta addosso alle classi che a.veto sfruttale. Non solo il caso generale deve essere a vostro vantaggio, ma anche il caso speciale; non solo la legge normale devo essere per voi, ma anche la eccezionale. Ed avete ragione. Il Governo che non si cura dei venti– mila operai industriali disoccupati ogni giorno in Italia, e della inattività forzata 1>eriodicaper quattro o cinque misi all'anno delle popolazioni agricole; il Governo si dà.molto pensiero della vostra agitazione. E provve– derà.; o ritirando la legge o proponendo compensi. Non c·ò in questo povero fatto tutta la sintesi delle condizioni presenti, La stessa vostra a.gitazione ,•itto– riosa non dà due volte ragione alle agitazioni operaiet O. M. Ohi è il più forte'? (POLeNICA DAR\VINO•SOCIALB) Una fugace nota da noi posta in calco, nel pe– nultimo fascicolo della Crtttca, all'articolo sul e Con• tutto di Qarm:1ux.•• ci ha procurato dal pror. Achille Loria la seguente cartolina, che il tono amichevole non ci dissuade dal render pubblica, por far\'i su un po' di discussione, dacché l'argomento ch'essa tocca è tutto di natura scientifica : « Abbi pazienza, carissimo, ma la tua noticina, che solo in questo punto mi cado sott'occhio, non B blioteca G no Bianco giunge a convincermi. La ·misura normale della for1.a (secondo il mio sommesso parere, s'intende) è la prOduzione, non la lotta, fenomeno proprio di una società viziata ed appartenente alla pato– logia sociale. Por misurare la forza relativa di Zola e di Pierre Loti io paragono Nana a Madam.e CJwisanlhème e non guardo all"esito della contesa fra i due scrittori per un seggio all"Accadcmin. « Questo secondo metodo mi conduce ad un ri– sultato opposto a quello a cui mi conduce il primo e che risponde solo alla verità. Così almeno io ,•cdo la cosa e cosi la Yedevi tu stesso in una bellissima critica del Di1·ttto del più, {01·te di Cimbali, pub– blica.la nella C1·tlica. Sociale del 1891. « Ma forse io ed il Turati d"allora avevamo torto, ed in tal caso ti prego di scus:\l'O la cicalata; in ogni caso credi alraffetto ed alla stima « do) tuo LORIA.:. La noticina, per chi non la ricordasse, si riattac• cava a questa affermazione di principio: cho, nei conflitti d"ogni genere, la ror·,.a vinco sempre, por natura sua, pm'Chè sia solidameuto fol'7.a e non anormale cd instabile combinazione di circostanze accidentali; che era il tema dell'articolo, illustrato dai fatti di Carmaux; e diceva lestuahnente cosi: « Achille Loria sci-ive, in un suo studio !,U Darwin e l'Economia politica, che è un·enorme petizione di principio giudicare della misura delle forze i11 lotta, dall'esito della lotta; pronunciare che chi in realtà ha "into sia stato il più forte, por ciò solo che ha vinto. Noi per altro non \'ediamo quale altro criterio possa applicarsi alle forze por misu– rarle. • Mette forse conto, perchè il lettore abbia sot– t'occhio tutti i dati obiettivi della questione, riferire dall'opuscolo del Loria l'intero brano a cui la nostra noticina si riferiva. « Che se volesse osservarsi - scriveva dunque il Loria - che, perciò solo che i ,·incitori trionfano, essi dovettero per qualche ragione esser pure i più forti, io non potrei che ribellarmi a questa enorme veNz1one clt p1"inctJJ1o, che prima afferma nella lotta per l'esiston1.a vincere i forti, poi trova che questi \•incitori in null"altro attcsL'lno la loro forza che nel fatto stesso dell'aver trionfato. Ciò, mu– tatis ve1•ùis, si riduce a dire che nella lotta umana per l'esistenza vincono i vincitori ; afferma1.iono incontestabile, ma la cui rilevanza ò ben difncile a dimostrare. • (') Il quale argomento era volto a combattere l'as– serzione di Enrico Ferri, che anche le usurpazioni incontestabili compiute da pochi a danno dello masso furono per ciò solo possibili, che quei pochi erano i forti, almeno in quelle rasi dotrevoluzione umana. (') Il Loria dichiarava inammissibile questa deduzione, come quella che « prescinde dal J)Otento fattore della costituzione stess.-i,giuridica o 1)0\itica, (1) Carlo Darwifnel'Economtapolllfca; MIiano, UumolArd, 1881: pag. 9)..!I. P) Ibidem, pag. t8.

RkJQdWJsaXNoZXIy