Critica Sociale - Anno II - n. 10 - 16 maggio 1892

CRITICA SOCIALE cipio d·aulorità inculcatoci nena scuola, I\SSUefatti a sentirci e a ,·odcrcl sempre llSsislltl, tutelali, go,·ernati in ogni nostro atto dagli ngentl dello Stato, non pos– siamo mal concepire alcuna ftducla. In noi stessi - nel nostro ingegno - nella nostra energia; si trema sempre di es.sere tro11poabbandonati a noi stessi. J-! proprio oggi, mentre, dOJ)() UM interminata se– qucnm di governi a lipo milllaro, 11rcpotcnti, assor– benti, opprossivl, siamo giunti a tale da non potere dare un passo senu )3 scorta di chi ci sostenga, ci a.uisla o cl guidi, un gio,·ane generoso, splendido d'io• gegno, ansioso di rodimero una plebe agitantesi per la libertà., viene fuori ad esclamare: e Troppa .... troppa libertà a'ò lasciata finora alle mol- e tltudinl! ... l.'esperienu del passalo O bono a.mara su « questo punto! ..• Siamo disposti a chiudere I conti col « 1>assnto,mfL 11011 a riaprirne un altro coll'aHcnire!!,. Un saggio proverbio nl nostri vlllnni insegna.: Di clieh'Oai buoi - e clatumti ai muli. Ed io soggiungo: e 1.lillgeni, che vi ,·uolo accellnre Il gonlale articolista, e alla ta,'(JaI ,. I.e condizioni del tempo, In cui vh'iamo, sono oggi molto dilt'erenti da quello del p:tSSato, e ci consentono di correggere molti pregiudizi. Oggi nella grande maggioranu. dogli uomini ,·a susci· tAnd~I la coscienza della dignità. umana. Dcnchè lenta• mente, ,·11. rimo,·endosi, con moto unirormemento a.cce– Jerato, I& ,·era e sola.causa doli&dis11guaglianzamentale n-a gli uomini, il diretto del tempo poi libero pensiero o J>Cr lo s,•olgimento della coscienza. · Oggi si Intuisco, che la ragiono è una proprietà im– mancabile del ccr,·cllo umano, e che ogni uomo è capace dall'origine di eguale evoluzione. - Non ma.nca che di creare un ambienio unico per questa potenza di svol– gimento. Creatolo, si anà 1n·esto attuata l'eguaglianza di tutti. Il trionro della ragione sopra la lrragione,·oJeua (os• scr,·a molto razionalmente Jacoby) nella futura eYolu– ziono non richiederà J>ill un tempo cosi lungo com nella storia fln qui svoltl\SI della.evoluzione della. uma– nità. Perocchè in <iuost.a. la. immensa maggioranza dogli uomini non ora. ancora. giunta. •~eoscieuza di sè; non 1>olev1\ quindi un1L l'agiono, svolta in c1ualehomisura. solo in mm im11crecttibilo minoranza, ottenere il suo olfotto. So la irragionc,·olozu, durò prorondtL o quasi sempre egualmente 11rorondaper oltre un 111ille1mio dal tramonto del mondo anlieo e.I Modio l-:l'O, la e,·oluzione Impiegò 11-e«nlo anni di.Ila gcoperta dell'America alla cosiituziono degli Stati Unili noll',\merica o alla Rivo-– luziono lht.nceso, e meno di ~1110 da questa all"aboli– zlono della achia,•itù negli Stall Cnlti e ftno all"ultima sollevazlono dei la,·oratori in t,·rancia: ed oggi la evo-– luiione acquistò la.lo ,•eloeltà, elio non ha, nel passato, alcun termino d i conn -onto. Attualmente, per la coltura. 11ltìdiffusa, per l'asso– cilu:lono dogli operai nello fabbriche resa necessaria dalla grande Industria, J)er merito di quei geni bc.neftci, che della stamp:1. non riLnno mestiere. ma apostolato, poderoso follo di uomini arrinno Insieme a coscienza. E lr& pochi irnni la gran massa del J>roletari, i quali già In alcuno nazioni sono organiztat.i e consape,·oJi della propria potenza ed edotti che l'tcea1ir,o lar,oro è ptr loro il dolor-o10 giogo, elle li tgua9lia alle betlie, me>lil"IJ alfi'.la ai tuoi pa,·attiti il co111m1do, avrà certo conquistato quello. rntionnle, nece11s11rla riduzione dello 8b1 t aG oA r ore di lavoro, la quale concederà loro una buona parto del giorno per la coltura della intelligenta o J>Orap• 1>rendero&J>ensare cd agiro da sè stoni secondo I det- tami della ragione sviluppata. · Non quindi occorrerà. aumentare l'ingerenza detr o Stato, Il cui Interesso sarebbe di m(\ntonoro I& depres• sione dell& massa per dar uno scopo alla 1>ropria libi– dine di Inre-condatutela., mn. necessiterà Invece di strap– pargli ad una ad una tutte le libertà U!urpate. Necesslten\ di organizzare le 1>0dorosororze prole– tario per costringere lo Stato a non Ingerirsi affatto nelle contese., elio il hworalore si prepara a combattere contro il capitalista. Ma all'adorn1>imentodi questa altissima missione non eoncol'reranno corto I geni installali nel Governo at– hmlo nè gio,·orit scovare i ge11ta IJ)fltlO, J>Orinstallar– ''Oli. Perchò I geni a spasso, so lll'OV\'Oduti d'un con– gruo stipendio, la storia Insegna eho si ldiotlr.znno como quei lumlnarl doll'Uni\'orsit.à di Saltunnnea, I c1ualiCo• lombo 11roelnmarono un va::o, o come gli scienziati dello f"lnndro, che sentenziarono lo ferrovie sognate da Watt, un fallo i111J')(»tibik, o come quegli inquisitori, che torturarono Galileo, o come un qualunque ministro che, afferrato il J>Ortaroglio,se ra ancor.i (I ualcbe cosa, ra supergiù Il contrario dl quanto predicava deputato. I geni bit()(Jna kuciarli a tpa,to - a contatto della gran massa, dall& quale - per rortunat.c circostanze - poterono ,1mrgereo svilupparsi. l..a umn.nitit per progredire ha. bisogno cho Cristo, Sa– vonarola, Cam1mnolla,Giordano 811.1110, nousseau, Dido– rol, Bentham, Owen, J>roudhon,l..assalle, Weltllng, Mnrx, Engcls, Jt1COby, Tcemlcewseltj, Wolr, nobel, Llebknoeht., Stuart Mili, S1>encer,Uakounlne, KraJ)Otklne, Mazzini, Garibaldi, oec.. restino l'rammischlall allo moltitudini, le quali essi ,•ogliono educare, Istruire, organiuare, rodi• more, e che unico eccitante dtll'allo Joroa1xuto/.ato ,ia qutlla im:011tenibiltt fo,·;a upaiuioa eh.e è la ragio11t, la. quale comunica a chi I&pouiedc il bisogno irresi. siìbil~ di comunicarla agli altri uomini, J>cr renderli ))rima coscienti della loro dignità. umana o per J>oigu– sta.l'no la meritata U.J)provn.zlono. Mo. si badi bono!N. Engols, Deùol, oee, od anche il gonlnlo mio JH'OOJ>lmmlo Ferrere r;iu'tlnoo uc11idel fJc,ie tino a lnnto cho saranno ge11i a ,paa,o. E ,1ucsto auguro nll'urnanità por Il suo lieto avvenire. Ewu.10 0, '1.LA \'RESf. UNIONI LIBERE Il signor A1mando Angclucci, di cui pubblicammo nell'ultimo fascicolo uno scritto sul .1.\lah'1h10tiio a termine, l'itorna all'attncco 1>0rdirci che, sebbene, como ROnan 1 egli sia somru-o un po· do! 1>arorodei suoi contraddittori, tulUwia lo 0Mor,•azio11idi Anna Kulisciolf non lo hanno interamente COu\'inlo. Per lui non 6 ,·oro che il gmn p.·\l'lnrc di fmlellanz.a, uguagli:m,.a, ccc., non abbia recato molti o reali mutamenti bc.néRci nella ,·iia sociale, anzi, secondo lui, e spocialmentc da otto socoli, non ,,; 6 fallo notevole nella storia che non abbia co11lribuito ad aoctctna,·c somp1'Cpiù il larnratoro nl nobile e al ricco ►•

RkJQdWJsaXNoZXIy