Critica Sociale - Anno I - n. 18 - 20 dicembre 1891

276 CRITICA $0CIAL~ I.bis redibis non .... {A PROPOSITO DI u:,.., DISCORSO DEMOCRATICO) Noi stiamo da. molto tempo alla. vedetta, so mai sul– r orizzonte della. democrazia. polilica. italiana. spunti lontano qualche segno di quel l'is,•eglio d"cntusiasmi antichi in dil·ezionc moderna, che pili volto lo abbiamo augurato, coerenti alla. nostra convinzione che, o la do. mocrazia., intesa qucsh'L come J>artito, si getterit. senza. p:.rnro al servizio delle rivendicazioni proletarie, oppure rontinucri.\ ad ;.tppannarsi, a liquefarsi, fino n. non re– starne che il nome, come av,•iene di tutto ciò cui ogni mgion d'essere ò venuta meno. Naturale perciò che cercassimo, con certo qual desi• dcrio, il discorso pronunciato giorni fa, a Belgioioso dall'on. Cavallot.li - il capo riconosciuto ciel 1>artito, come disse, compiacendosene, l'on. Hampoldi, e Cava.1- lolli modestamente diniegò - nel quale discorso si era predetto che sa1·cbbcro contenuto dichiarazioni impor– tantissime circa la tattica e gli ideali democratici. L'on. Cavallotli, protestandosi stanco dalle lotte par– lamentari recenti, chiese venia per la sua brevità. e fece molto uso di quella figura retorica che consiste noi dir le cose dichiarando di volere tacere. '.\la ceco, quale lo rileviamo da lutti i giornali o spe– cialmente da quello che potrebbe dirsi, in questa occa~ siono, il diario ufficiale, i 11el'iodi salienti del suo di– scorso sull:., questiono che c'interessa: « Volgo un'ora in cui la democrazia, se non fa ardi– « tamcnte sua la causa elci popolo, se non pensa ad « atrralcllarsi colle nuove legioni che s\wanzano dai « fondi ignorati del corpo sociale, se, rerm:L sulla base « della sovranità. nazionale, suprcnu, fonte del diritto « pubblico nostro, non pensa a. valersi dei mezzi che « sono a portata dello sue mani, di lutto le franchigie « che dal diritto statutario derivano, per chiedere agli « ordini, che i plebisciti fondarono, tutte le legittime « rivendicazioni poi dolori popolari; altri lo faranno « por lei. « Alli•i, che uùì spiano ro,·a, comlto·1·amio per male « strade it moviuumto, alla clemocrazia sociale sotten– « ti·erù it socialismo cesareo, del quale sappiamo lo ,·io e che conducono allo spegnersi degli ideali, al sovrap– « porsi della semplice vita. bruta e mat01·ìale, su tutto « ciò che fa. nobile, grande e bella la vita dì un po– « polo....> ccc., ecc. 01•a noi, se osassimo supporre che la concordo rela– zione elci gior·na.lia.ves!.e,almeno in quc~ta parto, ripro– dotto es:ltfamcnto il discorso: noi, che sappiamo come all'on. Cavallotti, por <1uanto stanco ed affrettato, non manca mai la. capacifa di dir chiaro, se vuole, il suo pensiero; noi, so scrh•ossimo un « giornale per le fami– glie>, ci sentiremmo tentati di propor•ro ai nostri lel– tor·i quei due periodi, o special monto quella parto di essi che stampammo in corsi"o, come « indovinello a pre– mio>." CM lo risolvesse a,•rcbbo diritto i, un abbona,. mento gratuito al Secolo o ad altra qualsia.si dello 1,ub– blicazioni periodiche di casa Sonzogno. E il sale, diremo cosi, dell'indovinello, si risolve in questo: la. « tlcmocl'a::ia sociale», la democrazia JH'O· !otaria, in nliro parole la. democrazia. a.base o con con– cetti economici, che è l'opposto del liberismo borghese accarezzato tanto spesso da quella vecchitl democrazia che lo stesso c,wallotti vonobbe av,•iata por nuove vie - la « democrazia. sociale> fa. essa già. parte del movi– mento condotto • per male sh·atle », da quei tali •altri> verso il « socialismo cesareo > - opJJUl'O ò movimento che rimane sulle strade buone? È prima, insomma, degli e altri »> e dolio « male slmcle > nel pensiero dell'ora– tore, o - come la to1>ografla.grammaticale fa sospettare senza darne certezza. - si trova, a.nchc logicamente, dopo cli essi? Lo stesse questioni si fa.cevano al tempo dello sibille e degli ora.coli. Ibis, t·edibis, nou tnorieris hi bello, ri· spondeva la. Pitonessa al guerriero interrogante so sa– rebbe morto in battaglia. E il guerriero partiva soddi– sfatto, pieno di speranze. Ma so l'asta. del nemico lo vulnerava a morto .... non era <1uestione che di spostaro una virgola. La pitonessa., che aveva pt\l'lato senza vir– gole, non si· ora mai ingannata. Ma il pel'iodo che a.bbiam citato ò più flno o pili dia– bolico ancora. Si direbbe che Alcibiade, discepolo di So– crate, abbia. superato il maestro. Spostate pure quanto ,·irgolo volete, rindovinello rimane indovinello, la gran f(uestione - questiono di "ita o di morto - v'intriga. più che mai. Gli ò come - tale qua.le ! - so fruga.sto ,lonlro il « Patto di Roma >. NOI. FERVORINO NATALIZIO La miglior prova di simpatia che possa darsi ad un periodico - dopo l'inviare por tempo l'importo dell'ab– bonamento, così da. non creare incagli all'Amministra– zione - consiste nel procurargli nuovi {l.bbonati. Gli abbonati sono la forza del giornale, la sua indi– pendenza., la. possibilità. per esso di migliorare ogni giorno; i suoi ve1·icollaboratori materiali e nw1·ali. Sono il suo presente o il suo avvenire. Quanto più il gioma.lo cammina, tanto pili si espande l'idea che esso propugna o diventa man mano una fo1"ta che finisce per vincere. Gli scettici nossono crollare il capo. Ma ogni giorno conversioni inatteso, aperte, esemplari, assoluta.mente disinteressalo di uomini anche eminenti, già. lega.ti per tradizioni o J>cr eonsucludino ad interessi o a pregiu– dizi opposti, attestano la potenza delle idee sincera.– monto propugna.te , quando queste idee rispondano ad uno stato di fo.tto, rosse puro soltanto inizialo, della so– cietà, ad una. profonda tondonza obiettiva della vita e della storia. E ehi può noverare e misurare le infinito conversioni oscure, lo modificazioni lente dol pensiero o elci carat– tere che av,·engono. por l'impulso di un'idea, nella. im– mensa folh anonima, e la reazione ch'osso esercitano nel gran ma.re della. vita. quotitliana.? Chi non vorrebbe cooperare, per quant'è nello forzo di ciascuno, a que– sto perpetuo rinnovollamento e quasi ringiovanimento umano? · Nè solo questo. Ma. le idee, più si espandono, più anche hanno modo di migliorare, di affinarsi, di cor– reggersi. Dappertutto suscitano proseliti non solo, ma conlraddillori, che no aiutano la spontanea. selezione. Nell'attrito della polemica le idee si poliscono corno i metalli, brillo.no , come polied1•ilevigati, da tutto lo loro faccette. La loro efficacia si centuplica. çol moto, come le fo1"te umano coll'esercizio. La. polemica ò il gran crogiuolo dovo quella parto di errore, che è mescolato a un'Idea, presto o tardi so ne separa e vien rigettato come scoria. Perciò quando un'idea ha qm\lcosa. di buono e di vi– tale - pertanto di inelultabllo - anche gli avversar1, anche coloro che non l'accettano, o l'accettano solo in JJa.rtc, banno interesso alla. sua diffusione. Ltt. diffusione

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