Critica Sociale - Anno I - n. 13 - 10 settembre 1891

200 CRITICA SOCIALE dirlo; ma, tanto. a che servo tacerlo? Lo prove, lo dimosfrazioni storiche o scientifiche. lo daremo <1urrndochcssia,appena il tempo o l'occasione ci si presentino, ma avendo studiato un poco anche noi lo « leggi del progresso», ne traemmo questa pes– simista conclusione: l'Europa è decaduta e resterà. decadente, sopi-avanzata pe1· senip,~e dai nuovi grern'ì civili americani o australiani. A noi p.:"l1'0 falvolta di p1'0grcdirc, perché facciamo un due passi avanti, in confronto di quel ch'eravarno dieci, venti, trenta anni fa. Ma leviamo gli occhi dai nostri piedi; - intanto che noi facevamo, faticosa.mento e con grande prosopopea cl'aggetti,·i e di chiacchiere, quei due passi - colaggiù, al cli là dell'Altantico, pro9rcdirano ciel decuple! Correte, correte, larta• rug11e ,·cncrandc, g1-:.1xi cli stemmi, di pregiudizi e della olm·ia. llegli cwi - o quando avrete ben corso, Yi accorgerete che la distanza fra voi o i popoli nuov•i c1·esco col quadrato degli anni che passano. Chi Yuolo redimersi da questo nostro pessimismo, legga i duo volumi del Fedm•ici. E~li crede che « lo decadenze non sono irrcpambih; le nazioni stesso, che l1anno maggiormente errato o che r1uindi no sono state j>iù punite, non tardano a rilevarsi sul cammino c 10l'esperien1.a loro addita. » Noi Cl''C· diamo invece, con lui. a una par•te soli\ della sua dottrina, e cioè che « i popoli spenti tornano, in corta ~uisa, a rivirere in mezzo allo più remoto posterità, poi· fecondare l'opera del presento con l'opera del passato» - cosi i Romani antichi, può dirsi che ridvano, in certa guisa, negl' Inglesi mo-– derni1 e l'antica Grecia pal'8, come osservava testò l'amer·icano Park in, debba ri,·ìve1'0 nell'odierna Australia meridionale. Certo: rivivo il pensiero, l'in• spin,1.ione, la colhll'a di un gran. popolo spento; 1na riviYC sollanlo J)C1• quei po\>0li nuovi che uni• scono la 1-apida virtù assimi atrice dell'infan;da alle oppo1·tunit.\ di un tc,..-eno nuovo in cui dpian– taro quei ger-mi e recondar·li col p1·oprio gonio e coll'attivit:..l giovanile. J popoli vecchi non hanno nò <1uestc op1>0r-tunità,nò quello stimolo d'assimi• !aziono e sono.... infecondi. Non li casti-asso l'et<.\ senile. l'imanebbero castrati anche troppo dalle stesse loro leggi, dalle abitudini, conti-atte in servitù, dai prcgiudir.i o dalla orgogliosa sapienza codificata che le societ,\ rivonti in capponaia chiamano « la fl-adiziono ». lo penso che anche di <1uest'opera dotta, sensata o degna di essm·o discussa da uomini competenti e :studiata dai giovani, se ne venderanno in Francia assai pii1 escmplal'i che in Italia. Perciò ben fece l'esimia. signora, che fu sposa.e conforto clcll'illuslre italiano, a erigere, con questa splendida traduzione. un vero e degno monumento al pens..1.to1'0da lei compianto. Il signo1· 1\lessanclro Parodi, in un'ar. fettuosa prefazione, av,,erto i lettori francesi che questa li11du1.iono è « un picux hommage rendu par une françaisc à la mèmoil'o de l'auteur, un démocrate 1·omai11,qui lui avait donné son nom pour rnioux s'attacher daus le présent et l'avenir, par les licns clu cocur et de la famille, a notre chère France, dont il avait fait son séjour et qui g:u'Clesa lombo. » Meno vecchia cli noi, la F1-ancia serba col"lamente ancora un'invidiabile elasticit:.\ e for1.a di gio,·inezza: essa diede un pubblico di let• tori ai nostri esuli, cli cui alcuni, come il Ferrari, ebbero a trovarsi poi ben più esuli o solitari in patria che fuori. Ess..1,checché dicasi, stima o onora gl"ingogni, legge, studia, discuto o remunera ogni genere di lavoro, anche intellettuale, meglio cli noi. Essa merita l'affetto che le dimostrò il F'ederici, alla cui memor-ia auguriamo tuttavia meno oblioso il pubblico degli studiosi italiani. UN EX IN RITIHO. Bib 1otecaGino B1ar.o I SEGRETARI INTERNAZIONALI DELAVORO e il movimento operaio e socialista in Italia L'amico nostro pror, Antonio Labl'iola ci comu– nica la seguente traduzione cli una lettera da lui scritta di recente alla sig. Eleonora Marx Aveling, a Londra, a proposito dei Seg1·•etat·tatttnterna;ionali del lavoro. « Ho tradotto - ci scrive - dal mio cattivo tedesco in un italiano mediocre, ma ho fra• dotto liberamente, pel'ché c'è troppo dirnrio di fra• seol~gia dall'una lingua all'altra. » D1 questa proposta dei Seuretar·iali internazto• nalì, che il Congresso di Milano accollò o che as– sume nuova e maggiore importanza dopo essere stata adottata da quello di Bruxelles, noi ci occu– pammo per quanto 1•iflette l'Italia, quand'essa. ci venne da Londra, nei n. 3 e O di questo periodico. I lettori vedranno cho il pror. Labriola esprimo, forse pili recisamente, o con maggiori illust1-azioni e svolgimenti, opinione sostanzialmente non clisforme dalla nosfra. Del movimento operaio e socialista italiano egli scdve cose molto dure o che agli entusiasti appa• riran.no forse intinte di eccessivo pessimismo. Egli pone in rilievo il « lato omb1-oso » della situazione - ma difficilmente ver1-obbo fatto di sostenere che le sue osser-vazioni non trovino, pur· troppo 1 nei ratti conferma quasi quotidiana. Noi opiniamo - contro il prove1·bio francese - che vi sia sempre eia trar profitto dalla verità. esposta nettamente e forse puro crudamente. Ecco dunque la lettera: Napoli, n ngoslo 1891. 1'4/1•egia signm•a Marx Aveling ! Duo delegati al Congresso di Bruxelles, !"inglese ,valker o il francese Dcschamps, se pure i giornali che ho sott'occhi non recano il falso, han proprio messo f'rancamento e coraggiosamente il dito su la piaga. Così sta. il fatto: e non è chi possa opporre nulla.quando si afferma. che i poveri operai c1·1talia fanno ora nella eco– nomia. mondiale l'umiliante parte di turbatori di scio– pero e di rinvilitori di salario; e anzi, per dir tutto in poche parole, sono come il contingente principale, o il pill tenace ed irresistibile, del grande esei·citodella 1·iserva. Quando io ebbi l'onoro di ricevere da lei la. Ci1•colare in data 24 febbraio p. p. diretta a promuovere l"istitu. ziono di un Segretariato interna;ionale del lavo1·0, cho avesse poi ufficio di combattere la. concorrcn.:a sleale, mosso dal desiderio di rispondere senza indugio, scrissi a. un dipresso quel che segue: « Se la proposta.,per quel che riguarda. l'Italia.,mira. ad ottenere, che a.i compagni stranieri e ag'l"inglesiin ispecie sia dato il modo di rice,•cre, a. conforto e a. chia• rimento della loro azionoantica.pitalistica, dello ordinarie cd esatto informazioni sull"emigraziono italiana., che è tanto turbatrice nei suoi effetti, la.cosa. è senza dubbio di assai facile esecuzione. Basterà. ,·alel'si a tale intento speciale delle pubblicazioni del nostro Ufftcio centrate di statistica., che occupano, come tutti sanno, uno dei primi posti fra.lo raccolte di cotal genere. E se occoITosse di andare più a fondo, baster-.\fa.redelle ricerche nei do• cumenti parlamentari riferibili a leggi sull'emigrazione, o soltanto proposte, o effettivamente recate in attoi ovvero noi Bollettino Consolare, o nei rapporti alla Società Geografica cli Roma, e poi nei libri ed opuscoli che l'Italia produco in copia da che s"è messa a ga.reg– giaro con la Germania nella fabbrica della carta stam• pata. La.più parte di coteste notizie si trova del resto rirerila., in forma ancltc più semplice e pili riassuntiva,

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