Critica Sociale - Anno I - n. 13 - 10 settembre 1891

,198 CRITICA SOCIALE line potè provare come a.vova.passata. tut.ta . la. gior– nafa del t• maggio dalle 5 del mattino, o i testimoni constatarono: cho egli, dO"\'unquoora stato veduto, M'cva invitata. la gente ad andare alla rappresentazione teatrale, che fu datau1·atis J)Cr festeggiare il 1· maggio; cho Gilotot aveva chiesto da. lui una bandiera rossa, o che egli gliela aveva data tricolore, potendo la ban– diera rossa otrriro un pretesto a torbidi o a conflitti con la gendarmeria. Perfino i testimoni a carico furono obbligati a riconoscere la verità di questi ratti. Un solo gendarme, dall'udito ancora più fino di quello del personaggio favoloso dello Mille e tma notti che udiva crescere l'erba, giurò di aver udito, in mezzo allo schia.· mazzo cli una folla S0\'reccitata, qua.odo Culino diceva: « Noi vogliamo guorra, noi vogliamo sanguo ! > Mn. fu provato che Culino da duo giorni era talmente rauco che appena poteva parlare; insomma, tutto testimoniava a. favore di Culine, J>erftnolo deposizioni dogl'individui citati dal Pubblico )linistcro. Quando s'interruppe il diba.l• timento per hl colazione, tutti erodevano ad una asso– luzione dei duo accusali. Il pubblico accusa.toro compreso che l'accusa. era di– venuta del tutto insostenibile, cho la. sola possibilità. di oltcncro una. condanna. sta.va . noi rivolgersi all'odio o alla. paura del gimì, composto di grandi proprietari fondiari e ca.JJilalisti. Egli mise da banda, i testimoni a carico ed a scarico o si contentò di presentare Lafargue o Culino corno agitatori socialisti, che organizzavano corporazioni, aizzavano gli operai contro i fabbricanti, o dovunque andavano tenevano discorsi sovvertilori i dovevano perciò essere puniti rigorosamente nell'inte. resse del buon accordo ira operai e t'abbricanti o 1>01• la saivozza della libertà. del hivo1-oo della società. I giurati capitalisti non esitarono; dopo dicci minuti di deliberazione uscirono con un verdetto di oolpabilità 1>erLafarguo e Culino, senza. circosta.nze attenuanti. La Corto usò allora. della legge o condannò Lafargue a.cl uno, o Cutine a sci anni di carcero. Questo processo, cho terminò con la. condanna dei due socialisti, servi ,i dilfondcro luce sugli orribili av– venimenti di Fourmios. L'inchiesta, respinta. cosi ener– gicamente dal Governo, }lor tema che si mettesse a nudo la colpevolezza dolio autorìfa civili o militari, incominciò col processo. li Pubblico Ministero ebbe l'imprudenza di far llJlpariro come testimone il comandante ChaJ)llS, che aveva dato l'ordino di sparare, o il deputato Mil– lerand, dironsore di Lafarguo, potò interrogarlo e strap– pargli una. parte della verità. Fu provato che la località, innanzi al Municipio, dove si trovava. la. forza armata, poteva essere invasa. dalla. folla solo da.tre vie, lo quali con facilità potevano essere difeso da 60 uomini, e che la. folla. aveva. tentato di penetrarvi solo da un punto, dovo si h-ovava un cordone di 32 soldati di fanteria, rinforzati da O gendarmi a cavallo. La folla.era. cosi poco aggressiva, che cinque minuti prima.degli spari avrebbero bastato IO uomini a respingerla., senza pericolo di essere circondati. Si trova– vano sul posto una sezione dell'84.~o del 145° reggi– mento, rappresentanti un complesso di 320 uomini, oltre i O gendarmi a cavallo. - I sediziosi, che procede,·ano solo da. un lato, portando una tricolore, gridavano: Viva J "arma.ta ! o non avevano altro nelle mani che alcuni rami di biancospino fiorito o qualche bastone. Su questa folla inerme di uomini, donne e fanciulli il comandante Chapus ordinò di 1irare col fucile Lohel e con la pol– vere _senza·.fumo. Bib ,oteca Gino Brarco Quando il borghese di Francia. fa venire truppe per essere protetto contro gli operai, egli dà. a.gli ufllcia.li superiori, affinchè rappresentino la loro parte di mastini sguinzagliati, un pasto lussurioso, abbondantemente inaffiato da vini squisiti, e li infervora. a trattare gli . operai come canaglia. che non merita nessun riguardo o che si devo massacrare di santa. ragione. !-,orso il comandante Chapus, il cui viso rosso e gonfio tradiva !"alcoolista, aveva alzato troppo il gomito col sindaco e coi consiglieri comunali di Fourmies, e non possedeva. più la equanimità. necessaria por comandare in una situazione così critica. Questo stato del comandante Chapus fa apparire ancora più colpevole la condotta delle autorità. civili, del sindaco di Fourmios, del sotto– prefetto e del Pubblico Ministero, che restarono tran· quillament.e chiusi nel Municipio, mentre fuori si spa– rava su donne o fanciulli. I giura.ti che, condannando Lafargue o Culinc, cre– devano di salva.re la. società., dovettero perdere addi– rittura. le loro illusioni. Il ,·erdetto di Douai ha. ))rovocato la più generale indignazione. La classe operaia del nord della Francia è irrita.fa e si è decisi a presentare dap– pertutto Lafargue o Culino come candidati nelle pros– sime elezioni comunali, in sogno di protesta. La.fa.rguo,che fu condannato con la leggo di stampa. del 1881, la qua.le non anunotte arresto preventivo, dispone di alcuni giorni di libertà, sino a. che la Corte di cassazione decida sul suo ricorso ('), e li utilizza a.Ila propaganda.. Il giorno doJ>Ola sua condanna. egli tonne una conferenza pubblica in ,vignehios, nella medesima. sala dovo egli avrebbe eccitato alla uccisione dei fab– bricanti. Quando si se1>pcil suo arrivo le donne di ,vignehics ornarono la sa.la con rami di albero, corono di roso o fiori di campo, o fu ricevuto con applausi fragorosi. La.fa.rgueha convocato anche assemblee in Fourmi8s, Beauvois, Lillo, Rouba.ix, Ai:t,.en-Otho,T1-oyes,Bordeaux, Rouen, Calais, Boulogno, o dappertutto la voce pubblica ha. smentito il Yordetto del giuri capitalista. La persecuzione è necessaria allo sviluppo del so– cialismo: Bismarck con le sue persecuzioni h&poten– temente agovofo.to la formazione del partito socialista– clomocratico; anche la. condanna. di Culino e di Lafargue serve al trionfo del socialismo. (') 1.0 ha già rlltettato. (Il traduttore ttallano), LE LEGGI DEL PROGRESSO (Lu L-Ol8dtt fJl'O{lrd, pn!' R. }'Jt[)IU\ICI anelen député au P11.rle– ment d"Jtalie. - Parla, fl'ell:s: Alean éd., ! voi. 1888-18!11. - Prt:s: 12 franca.) •rutti parlano di progresso; filosofia, storia, so– cio1o~ia, politica, tutte considerano ]'umanità a si– miglianza di un eterno fanciullo che venga svilup– pando ]e sue forze; l'idea del meglio, il miragg10 o la superstizione (sjiegherò altrove il perchè di questo mio vocabolo di un avveniJ~e che sia mi– gliore del passato e del presente, contribuiscono ad aliment.."lre questa fede del p1·ouresso. Ma, come tutte le fedi, non sarebbe essa una supeestizione? Grave problema che noi qui non vogliamo nemmeno snorare. Solo ci piace accennarlo, giacché, diffidenti come siamo verso tutti i preconcetti e le frasi fatte che hanno libera circolazione se111.a beneficio d'in– ventario, a noi ~iacque sottopo1·1-e il q_uesito al con-

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