Critica Sociale - Anno I - n. 13 - 10 settembre 1891

Bb CRITICA SOCIALE 203 Finalmente, e questo forse è il più interessante, corto non tutto ò porfotto anche noi paesi inciviliti. Lo svi– luppo storico è comprato a ben caro prezzo. Esso con• duce, almeno per qualche tempo, e si dove convenirne, per un tempo troppo lungo, alla dh•lsiono della società. in classi, alla dominazione di un piccolo numero di privilegia.ti , allo. oppressione dclh, milSsa. del popolo, alla degradazione dell'uomo, o molto spesso al più vol– ga.re o più orribile dispotismo. Che cosa è dunque cho sospinge l'umanità. nell'aspra scuoi:~ dell"incivilimonto? Quale forza costringo una popolazione ad abbandonare le sue relazioni sociali primith·e, o a costituire nuovi aggruppamenti politici, per compiere il « la\'oro senile della storia.!• Naturalmente sa.rebbo agevolo rispondero a. siffatti quesiti accennnnclo nlla volontà divina.: cosl piacque a. Dio nella. sua immensa. saggezza; tale risposta. non lascia più campo al dubbio. Ma.nella scienza essa. non può. a.vero importan1.a. veruna.. FinchO ci riportiamo ad una volontà divina., non abbiamo alcuna ragiono di parlare di leggi dei fenomeni. E la. scoperta di queste leggi ò ap1mnto il problema. della. scienza. Perciò la. scienza rigorosa. non poto mai vivere in pace con la religiono. A poco a. poco quella ca.cciò questa da tutto lo suo posizioni, e già nella. nostra epoca. nessuno, che non sia straniero affa,tto a.I pensiero scientifico, accenneri\ alla volontà divina., come a causa. dei fenomeni naturali o dello sviluppo sociale, Ma por assurgere al rigore di un pensiero vera.monto scientifico non basta rinunziaro ttlla volonfa divinn. Nella scienza sociale incontriamo 1>urospiegazioni affatto arbitrarie di fatti, interpretazioni affatto antiscientifiche dei fenomeni. In tali spiegazioni non sempre si osserva il dovere di consultare la logica. Posta. la quistiono della. causa. di questo o quel fenomeno storico, avviene sposso che uomini molto sori si contentino di risposto che non dicono assolutamente nulla, non essendo esso altro che la ripetizione in altra forma. del quesito medesimo. Ponete per esempio ad un «dotto> una. delle qui– stioni suaccennate o chiedete: pcrchO alcuni popoli si sviluppano cosi lentamente, mentre allri percorrono con tanta. rapidità. la. via. clell'incivilimonto1 li «dotto> vi risponderà. senza esitare, che questo ratto si spiega con lo proprietà. ca.mttoristicho dolio diverso razzo. Com– prendete \'Oi il senso di codcst.~risposta? Alcuni po1>oli si sviluppano cos\ lenta.mento, perchO h~ proprietà. della loro razza. O di svilupparsi lentamente; altri invoco si civilizzano molt-0rapidamente, porehb la.proprietà. prin– cipale della loro razza. consiste nel fatto che essi pos– sono svilupparsi rapidamente. Se paragoneroto i popoli civilizzati tra loro, voi vedrete anche qui con quale meravigliosa facilità. tutte le particolarità. della loro storia sono spiegate con le proprietà dolio loro razzo. In mano ad uomini abili, «razza> di\'iono una chiavo per la soluziono di tutti i problemi della scienza.sociale. Di fronte al meraviglioso potere di questa magica pa– rola, parrebbe cho il concetto ch'cssa. esprimo do,·osso essere perfettamente chiaro o prociso. Ma in ratto In. cosa. è ben diversa. In una parto assai riuscita. del suo libro, l'autore sot~ topone ad un'analisi rigorosissima la. dottrina moderna delle razze. Egli rileva. anzitutto il ratto notevole, che appunto i darwinisti (i quali nella spiegazione dei fe– nomeni sociali accennano con preferenza allo proprietà delle razze) sono poi pa.rtigiani del principio dolla. evo- G n 81an luziono, o in teoria ammettono completamente, che le proprietà. di Ullt\ corta specie o di una certa razza, non sono che il risultato dol loro adattamento al proprio ambiente, nella lotta por la. esistenza.. Indi pro,·a Mol– schnikotr maestrovolmente quanto indeterminato ed er– roneo b il concetto della. razza, e adduco la testimo– nianza di un distinto antropologo qual ò Topinard, il qualo affermo. che, cli fronte alla mescolanza. o ·o.lrin– crociamento dello clh•erse tribù, cho dura già da molto tempo, non può più farsi quistione di nessuna. razza pura., e che « qunndo noi parliamo di una razza indo– germanica, latina., tedesca., inglese, sia.va , la parola « rau.a. > non può a.ver senso cho come denominazione politica, o non significa altro che unn.riunione acciclen– tnlo di diversi elementi a.ntropologlci. > Motschnikolf a.ggiungo ancora., cho tulle le gra.ndi civiltà. rurono il risultato di una. mescolanza molto varia di di,•et'Si elementi etnici (l); mescolnnza nella quale non sompro si può determinare, foss'anche approssi– mativamente, !"importanza. relativa delle singole parti che la. costituiscono. Cosi per esempio, è difllcilo il dire quali dolio tre mzze, la. nera, lo. gialla o la bianca, ho. fatto di pili J>Orla civi\fa dell'antico Egitto. La stol'ia. della Caldea mostra perfino che hL razza nora, i cosidotti Cu,cili, stM·a. innanzi tL tutte lo altro nella. ci,•iltà.. I dotti neri di quel tempo poterono quindi ritenel'o la. loro razza corno la pili atta al progresso, o guardare con compassiono le tribù biancho o giallo, immerse allora nella più profonda. ignoranza. Ora la situazione si ò cangiata e la. razzi~ bianca. sta. innanzi a tutto lo altro, mentre la nera ci SOl'J>ronde,tanto ò in an-clrato. Ma, volessimo uncho ammettere che la razza bianca ò 1>illcapace di sviluppo di tutto le altre, ciò ci spicgl1orebbo ben poco la differenza nella sorto storica. dei popoli. Noi non sapremmo « pcrchè gruppi etnici così affini, como i Curdi o i Tedeschi, grlnglesi o gli Afgani, che cortamonto appartengono tulti in egual modo al ramo ariano della razza bianca, hanno rappre– sentato nondimeno partì cosl diverso nella storia. ,. (Pag. 98). E chiaro che questa. diversità. non è determi– nata. dalle qualità. della. loro razza, ma da altre ca.use, allo quali non hanno baciato coloro che sono M·,·ezzia porre ogni cosa. sul conto della razza. Dovo dunque devono ricercarsi questo altre causo? Motschnikoff l'ispondo che devono cercarsi nello <'ondi• ;r.ionigeografiche nello qua.li "ivono lo sociotà. umane. f; generalmente noto che le particolari condizioni geo· grafiche differiscono mollo in luoghi diversi, e dh'Ol'!:la. è quindi anche la sorto dei popoli che ne sentono l'of• fotto potente. Il concetto della. influenza. dell'ambiento geografico sulla sorto storica. dell'umanità. non ò più nuovo nella scienza da. molto tom))O, Esso ru espresso spesse volte da scrittori greci o romani e, nella nostri~ òra., venne S\'Olto da.Montesquieu, Hcgel, Duckle, Rilte1· od altri molti. Nondimeno l'influenza. dell'ambiente geo– grafico sulla. sorto storica della. Società. non di rado ru intesa. in modo molto confuso o benanco falso addirit– tura. Cosl per esempio, trovò Ippocrate, che i J>Opoli asiatici sono in gonora.lo molto più ,•ili degli europei. 'Egli cercò di spicga!'o questo ralto con l'influenza dol• l'ambiente geografico.« In Asia.> - diceva egli - « non esiste, nella tempora.lura dello dirnrso stagioni, quella differenza. che notiamo in Europa. lvi la temperatura è (') Que11toroncello, glA :accennalo da C.ulo Cattaneo, fu m11e- ~1;,~1'ììf~~:1.:fi":i.:r!1~;~1g>a;;ie?:"~~~,e le1ue (~ra~•o )I

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