Critica Sociale - Anno I - n. 13 - 10 settembre 1891

202 CRITICA SOCIALE A richiesta del Lararguo mi misi alla. ricerca dei mozzi ntti a. spingere i lavoranti dei 1>ortidella. Liguria. a. una. mnnifcstazione di solidarietà coi com1mgnidi Marsiglia, ove i tentativi per ria.Il.are li salario falliscono por h" minacciata.o effettiva. concorrenza dei Genovesi.Alla prova. del fatto si vide non osservi in Italia associazioni di tale ,·italità. da assumersi llll simile lavoro. Per tre mesi poi si lrascinò furiosamente per tutta. l'Italia la crisi dei disoccupati, cho per ragioni per sò stesso evidenti, periodicamente si acutizza. tra. il feb– braio o il maggio.Non mancarono,come al solito, i co– mizi o i tumulti, nè mancarono i protettori, gli adula– tori o i tribuni del popolo vogliosi di farsi merito con danari spesi in elemosina., o col promotierc e col daro, la qunl cosa ò più comoda, i h~vori del Comune o dolio Stato. ).fa cotesta, starci por dire, 1n·opagnnda intuitiva dolla. miseria. che di!$pcratan1onto lotta, a mia grando delusione non esercitò una. nolevolo influenza. sulla. gran massa dei lavora.tori. M'ero mescolato a quel moto, non già. per risolvere la e questiono sociale•• t'raso cotesta da. 11iccolie presuntuosi borghesi, ma per trarre partito dalla crisi dei disoccupati corno da mezzo popolare di educazione e come an-ia.mento ad aJ>Jn-ofondirc il sonso della. manifestazione del t• maggio. Ma. la. più parto dogli artigiani di città., por la.cero affatto dei contadini, non urril'a ancora al ve,-o midollo della questione. Questi artigiani non vedono nella. dis"Jccupa.ziono so non un som))lico fallo fortuito, o così 1>oco scaltriti dalla !Scuoh~ o dall'esperienza confessi sono, so no rimangono rannic– chiati nella cerchia d'idee cho fu propria dei piccoli 1.>orghe1i del secolo XVII. Su tutto questo cose ella può chiedere maggiori inrormazioni ull'Engels 1 che dell'Jtalia. no sa quanto me. A farla. breve, ai primi d'agosto ebbo luogo a. ).filano, non il Congresso socialistico ideato già un pezzo innanzi da alcuni deputati, ma una co11fcrc11:a di rappresen– tanti di operai: cosa cotesta di certo più utile o più prntica.. In quell'assombloa. 1 che ò tu. settima di cotal genero, o non la. prima, como scrisse il Vo1·ioiirts, fu– rono discusse molto buono ideo, furono adottato dolio misuro per fa\'Oriro la p1-01>aganda 1 cd oltre alla. nomina dei delegati al Congresso di Bru.xellcs fu anche istituitil una. commissiono, che 11rcparci,1. il programma. del par– tito opera.io italiano. Tocca ora a quella commis ione di curaro la co1Tispondenza cui riferivasi la. sua. circo– lare del febbraio scorso. Jo non sono in grado di osprimo1·e mm opinione, nò da. ))essimista., nò da ottimista, su gli olfetti della con– ro,•onu\ di Milano, alla cui riuscita ha tanto contribuito il Turati. Questo mio riserb<1m'imJ)Odiscedi prevedere, che cosa. accaddL della. ideata creazione di un organo centralo del partito, e so si riuscirà mai a metter ter– mino allo lotto fra. legalitari od a11tilegalitari mediante la. partecipazione energica dogli opera.i alla ,•ita. poli- 1 ica. Ma per quel che concerne hl creazione del SefJt·e tarialo i11ter11a:io11ale d l la.,·O1-0 1 io devo francamente arrormaro cho la commissiono istituita a ).lilano ca– drebbe in un grossolano errore so \'Olesse solo d'un poco superare la misura. di quel che si con\'icno di fnrc, por raccogliere molodicnmonto o pc,• comunicare opJJO1·tunamentedei dati statistici. Senza giornali, senza organizzazione di 11artito nello singolo provincie, senza disciplina di sciopero o di resistenza., senza casso di soccorso o in tanto difetto di sentimento unil'orsalc di classe, sarebbe cosa del tutto assurda il credere, cho una commissiono residente a Milano lro\'i modo di rare intendere il concetto della co11<.'0r1-e11;a !leale all'infinito B1b1otecaGino B1an o numero di analfabeti, i quali, va.dnno essi a. piedi, o l'iaggino per lerra o por mare, emigran sempre dai l'ari cantoni d'Italia sotto il cieco impulso della. conserva.• zione, como uomini allo stato di natura. Qu1Llcosadi simiglianlo a quel che lo scril'o si leggeva che ò poco in alcuni giornali operai, o segnatamente in una lettera. che un socialista anonimo diresse alla Giullbia di Reggio Emilia; se non che la. cosa era prosa di traverso. Si è sentito per es. a dire, che gli operai stranieri danno pro,•a di egoismo di fronte agli operai italiani di tanto più. poveri di loro, o si è sentita a. lamentare la mancanza di spirito di fratellanza ed :\lire coso simili. Jn Italia si vedo assai spesso, che la. filosolla J)OI)Olaroama di civoltaro con hl volgare fra– seologia dol pedestre Bontham o dell'uggioso Spencol'. Cotesto son frasi vuotè, di sicul'O, ma. puro di dietro alla ft·aso spunta uni, \'Crità. assai semplice: la casa. non si comincia. dal tetto! I sentimenti o lo ideo d'intorna.zionnlità., che hanno tanta evidenza. per noi, si trovano a h'OJ>pa distanz1., dal cor,·ello della. parte più po,•ora del proletariato italiano, o la schiera. non corto numerosa. dei socialisti d'Italia. non ha mezzi sumcie.nti por gettare un ponte su cotesto abi sO. D'altra 1>arto è pur nostro dovere di sail'aro quei sentimenti o quello idoo da ogni ama.lga.1m, che lo alteri, da ogni l'olgarizza.zione che lo corl'Ompa. Con la maggiore stima. mi segno devotis1imo ,uo ANTONIO LABRIOLA. 1,ACIVILTÀ E I GRANDI FIUMI STORICI Con questo titolo usci, non è molto, un libro di L.. ,. ).folschnikoff ('), del quale si può dire, senza punto esagor· .i.ro, cho tratta le quistioni rondamontali lo pili importanti della filosofia dolltl storia, o no risol"o al– cuno in modo del tutto soddisfa.conte. E inoltre assai ricco di osservazioni acutissimo sopra singolo questioni scientifiche subordinate, osservazioni che, se fossero ordinato un poco più sistomaticamonto, il contenuto del libro ne avrebbe tanto più guadagnato. È anche probabile che l'autore M'l'Cbbovipro\'\'oduto so la mo11o non co l'M·osso anzitempo rapito. Noi ten– teremo di rende111ei pensieri in brevi parole. Quali cagioni detcrminono l'intimo sviluppo <lello società. umane? Perchò alcuni popoli rimangono pres– sochò immobili, mentre altri si organizzano in grandi Stati, noi quali incomincia una esistenza politica, dove nascono scienza, letteratura., arti applicato e bello arti. in una J>arola tutto quello cho noi chiamiamo eivillàl E 11O1-chè, in dil'erse epoche, s11OUa . di\·O1-sipopoli di essere forieri dell'inci\'ilimento1 Perchè in una data epoca storica le principali forzo della. civiltà. si con– centrano appunto in una o in dato con1rado, per passare indi a nuovi territori, la.cui dominazione è a. sua volta. contostau, da nuo"i rivali? Perchè il contro della civiliz– zazione si spostò dalle 1·ivodel ~ilo, del Tig1•io dell'Eu– fmto alla Grecia o a. Roma, poi al con1ro dell'Europa, por essere ira.sferito forse ancora al Nord llcll'Amoricaf Esisto qualche leggo fissa in questo corso, apparente– mento ca11riccioso,dcll'inci,•ilimonto? l') L4 Clr:ULlotiori et lu fJl'lUltLI /leUUI hl1lot•,.,,,,u di Leone Mettcbnllri.orr,con 11rer:u:lonedi Ellaeo Reclu,. Parigi, 1889,

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