La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 34 - 3 settembre 1908

29 E' stata vile, è stata crudele, è stata spia, è stata assassina. Ha diffuso barili di odio, ha appestata l'atmosfera dei suoi marci ran- cori, ha infuso in tutti un bisogno acre di abbandonarsi alla guerra civile. Nel mio bagaglio giornalistico non è nessun sentimento di ven- detta. Io non sono buono di buttarmi sui colleghi, neanche quando sono ventri prezzolati, ma giuro che se venisse il giorno in cui sapessi che la Perseveranza è stata distrutta con tutti i suoi re- dattori e collaboratori di quel tempo :dalla rivoluzione griderei anch'io: — Finalmente! giustizia è fatta! li reporter del '98. )00~X)000.0~X XXXXXXXXXXXXXXXXXXX>00~ Ha diritto la Procura generale di processarci? E' una interrogazione che rivolgo agli avvocati. Perchè la giurisprudenza pare con me. I morti — siano pure stati reali — non hanno privilegi nella tomba. Essi vi entrano spogli di ogni orpello o di insegne reali, lo, giornalista, rimesto il materiale della loro esistenza. Supponiamo pure che io annerisca la loro fama con una falsa documentazione o con i colori del diffamatore. Se io, per esempio, mi occupo di Francesco Crispi, come se n'è occupato Cavallotti, chi deve processarmi? Non c'è bisogno di indossare la toga per sapere che non ci sono che i parenti più prossimi che possono risentirsene e trascinarmi al tribunale. In nessun Paese si muo- vono i procuratori generali per le ;calunnie riversate sui morti, se i parenti non presentano una querela. Quando gli antidrey- fusardi hanno disseppellito il padre di Zola come tipo di reati comuni, non è il pubblico ministero che si è commosso e indi- gnato, ma suo figlio. Ora perchè il signor procuratore del re in Milano si mette tra me e i sovrani morti? Egli è procuratore generale del re vivo e non dei re morti. Che c'entra lui? Se c'è qualcuno che ha diritto di processarmi, è Mar- gherita, è Vittorio Emanuele III, è Letizia, sono i principi della casa regnante, ma il procuratore del tre, no! Io.

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