La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 34 - 3 settembre 1908

28 illustrativi il Troppman delle moltitudini milanesi. La gente som- mersa nella desolazione piangeva e lei, la. Bagascia che si offriva a tutti per cir.que centesimi, scaldava la borghesia che credeva che ci fosse proprio stata una sommossa, a votare un voto di plauso e di ringraziamento all'esercito che aveva mitragliato e fucilato e ammazzato il popolo innocente nelle vie e nelle piazze. I gior- nali che subirono nei giorni della sua orgia sanguinosa la sua collera stupidamente impetuosa e feroce, anche se avevano l'anima conigliesca come l'Osservatore Cattolico che si era soppresso spon- taneamente, venivano ricordati, additati, appesi alla fune delle sue vendette, perché Bava, il Magnan italiano, li vedesse e li sop- primesse per accrescere i lettori della Perseveranza. Avanti, Bava! Cada il sangue, diceva il mostro della vergogna giornalistica, sugli iniqui e sugli stolti che resero necessarie le repressioni perché hanno preparata la sommossa da lunga mano, ma si vada fino in fondo e si completi il macello. Dopo le rivolte, i saccheggi, l'arresto dei ventinove frati colti con le armi alla mano e i « soldati morti e fe- riti., essa ha avuto un grido di gioia: Finalmente! Finalmente iL mistero è svelato! I rivaluzionari volevano fondare una repubblica federale sul modello di quella svizzera! Bava, addosso ai provo- catori di disordini che volevano disfare il lavoro sublime di Vit- torio Emanuele il! addosso ai dottrinari ebbri di rancori e di•am- bizioni che volevano far sorgere fra noi la Comune di Parigi! L'Italia tutta avrà per voi lauri e onori trionfali come li ha avuti il grande Gallifet della settimana sanguinosa parigina, La Perseveranza è stata inumana con tutti. Con i Negri e i Vi- goni che le alimentavano i rancori, con i Bava Beccarla che com- pivano le vendette per tutta la consorteria, sequestrando e arre- stando, le sembrava di essere divenuta una potenza. Celiava sui dolori, faceva dell'ironia sui disgraziati caduti nelle mani dei giustiziardi che avevano perduta la testa e fingevano di credere:alla rivolta anche quando si sapeva tutto. Perché la strage fosse com- pleta, si è servita dei forestieri scappati, degli alberghi vuoti, del commercio arenato. Tutto le giovava ad aizzare. Sulla « deplorevole rivolta, ha ballato il can can. Tirate pure le somme, o venduti dalla reazione. Ma voi rimarrete infami fino a quando il giornali- smo eserciterà la nobile professione di narrare e non creare i fatti per rendere tutti pazzi e sanguinarii. « Apostoli degli scon- volgimenti sociali!» diceva la sciagurata perché la giustizia mili- tare fosse più scellerata! Opera infame è stata la sua. Una lettera innocua sequestrata a un deputato diventava ai suoi occhi un documento di concerto rivoluzionario.

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