La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 34 - 3 settembre 1908

26 La lama del boia s'insozza di lei: dilapidarla bisogna, gettarla nel letamaio, distruggerne ogni ricordo, perché il ricordo pure disonora l'umanità * * La signorina Olga Greco ha vissuto il suo breve episodio d'a- more sulla terrazza di casa, nel granaio, giù per le scale, un pò dappertutto. Innamorata di un giovane, si data blandamente a un altro, senza resistenza e senza passione, vinta dall'audacia di una parola insinuante e di una carezza ardente. Fin qui quasi nulla di male: sfido le nostre verginelle più pu- diche a resistere al fascino di certe eccitazioni. Ma la nostra si- gnorina, educata santamente in una delle timorate famiglie della borghesia, ha avuto orrore del suo fallo solo quando ha sentito palpitare nel suo seno un'altra creatura umana. Ella non credeva che il gioco delizioso dovesse finire con un tale disastro I Il na- scituro era un intruso, ud importuno, un pericoloso testimone; come riparare all'imminente disonore ? La morale dei nostri piagnoni è molto facile e compiacente: basta un pò d'ipocrisia per salvare le apparenze. E questa lubrica morale a due facce, invece di armare la mano della Greco contro il D'Aquino, come vorrebbe un certo signor Papa, ha spinto questa volta una madre al più orribile dei de- litti. La creai urina è stata squarciata; poco importa! Se il colpo riusciva nessuno avrebbe sospettato della purezza della signorina e la onorabilita della famiglia sarebbe stata salva. Il seduttore (mi vien da ridere quando sento parlare di « uomini che seducono ») si sarebbe allontanato prudentemente; fra qualche anno un qualche imbecille avrebbe impalmato.... la moderna vergine madre e, di- menticato il piccolo incidente giovanile, sarebbe cresciuta la nuova famiglia col santo $imor di dio! Signor Papa, i miei complimenti: ecco gli effetti della vostra morale di menzogne. La Ceccacci, che va superba del suo flgliuoletto e lavora e si affanna per nutrirlo e per crescerlo è una femminaccia da bor- dello, parche non ha vergogna del nato delle sue viscere e non l'ha strozzato; quanto è compassionevole invece questa disgra- ziata signorina Greco! Ha sacrificato perfino il suo istinto di ma- dre al desiderio di salvare il suo nome dall'infamia. E' un'eroina dell'onore, questa, una vittima della pudicizia: signori papisti, Innalzatele un monumento Roberto Roberti.

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