La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 32 - 20 agosto 1908

che ascende ed esige un posto eminente nel consorzio umano, il terribile feudatario ha risposto alle moltitudini che domandavano pane e lavoro con i cannoni a mitraglia, con le scariche a bali- stile, con gli arresti in massa, con gli stati d'assedio, con i tri- bunali militari, con le sentenze inaudite — sentenze e stragi che hanno fatto impallidire e fremere i popoli di tutto il mondo. Vili ventraiuoli del giornalismo italiano, che avete sempre scuse e eu- femismi per i malfattori della politica sanguinaria, coprite pure il cadavere con la vostra ipocrisia di redazione, chi la storia è con noi. L'uomo che in quindici giorni di « repressione », per se- dare quello che Napoleone Colajanni ha .chiamato la « protesta dallo stomaco », ha inflitto alle tre più grandi e direi quasi più colte regioni d'Italia — alta Lombardia, alla Toscana e alla Napo- letana — lo stato d'assedio, che ha consumato gli eccidii inauditi di Bagnacavallo, nella provincia di Ravenna, che ha fatto arrestare in un sol giorno a Bari 500 persone e a Livorno 300, che ha la- sciato nelle piazze e nelle vie:parecchie cen.tìnaia di cadaveri, che ha affollato gli ospedali di feriti che sono andati oltre il secondo migliaio, che ha compiuto le stragi di Milano, che ha mandato in prigione più di quindici mila persone, non può avere dall'Italia moderna che il rimpianto che la giustizia borghese lo abbia la- sciato morire nel suo letto. Uno che non ne fu vittima. Intorno al cadavere del ministro sanguinario. «Il fatale errore». Si capisce l'indulgenza di Ettore Sacchi. Deputato ed ex mini- stro, non aveva che il silenzio o la benevolenza. E la benevolenza gli ha fatto chiamare il delitto ministeriale di Budini un « fatale errore.. Grazie tante. Allora, eccellenza, riabilitiamo Giulay, Radetzky, Haynau. Perché anche loro non sono stati colpevoli che di fatali errori. Le scellerate rappresaglie, i saccheggi, i bombardamenti, i processi statali, le Stragi umane, le impiccagioni, le condanne militari, le violazioni di domicilio, le carceri piene d'innocenti, non sono che « errori fatali». Ma la storia ha altri nomi per le belve del genere umano. La storia chiama Haynau, la jena di Brescia, Radetzki la tigre di Milano e di Mantova e di Verona e Giulay la bestia feroce che gavazzava nel sangue delle sue vittime. Anche il pentimento del massacratore di folle è venuto troppo tardi.

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