La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 32 - 20 agosto 1908

9 Che ce ne facciamo ? Intorno alle vittime dei '98 ci sono più di centomila persone che sono state rovesciate in un giorno nella - miseria nera. Famiglie distrutte, donne che hanno dovuto ven- dersi, persone che non hanno trovato pace che nella morte, fan- ciulli e fanciulle cresciuti mendicando e ladreggiando, padri e madri che non hanno più avuto che gli occhi per piangere. De- solazione, dolori, strazi, patimenti, fame, ecco l'epitaffio novan- tottesco. Centinaia e centinaia di morti e migliaia d'anni di ga- lera agli innocenti, ecco il « fatale errore ». Pentimento ! Dite viltà I Egli ha avuto paura dell'atmosfera in cui è stato relegato dalla pubblica opinione, ha sentito ch egli era fra noi come il Troppniann ministeriale. Pentimento! Sfondolatamente ricco, è rimasto insensibile alle sofferenze di tutta la gente resa pitocca dalle sue pazzie, dalle sue ferocie, dai suoi impeti bestiali. Un altro avrebbe cercato di lenire le afflizioni morali ed economiche delle sue vittime dando_ loro tutto quello che possedeva. Invece il marchese Antonio di Rudinì, ha condensato la sua vigliaccheria in un pentimento ret- torico. Criminale della politica, il tuo posto è fra gli omicidiarii Se io fossi stato in Roma e mi fosse capitata la disgrazia d' incon- trarmi col suo cadavere, avrei gridato come Nicotera quando si è incontrato col cadavere di Pio IX : — Signori, buttatelo nel Tevere! " DI Budini sinceramente liberale." Più cerco di affezionarmi a Napoleone Colajanni e più gli av- venimenti mi disgiungono e me ne allontanano. Egli è uno scrit- tore che ha l'utero come le donne. Passa dai grandi amori ai grandi odii, e dai, grandi odii ai grandi amori. Il mostro della sua fantasia di ieri può diventare l'idolo d'oggi. Criticatelo, ed cocevi in frantumi. Vedi Cesare Lombroso, vedi Filippo Turati, vedi Francesco Crispì. Lodatelo, mettetegli la mano sulla spalla, con- sultatelo, dategli l'importanza che merita e rieccovi in piedi ri- composti con le stesse mani con le quali vi ha demolito. Ed ecco che rientrano nella zona della sua simpatia Francesco Crispi, e indo- vinate chi? Antonio di Rudinì. Antonio Di Budini.? Proprio lui, l'uomo che egli ci ha servito nei volumi come un ignorante, un pe- tulante, un borioso carico di reazione malvagia, selvaggia, omici- diaria. Ho letto la lettera colajannesea che lo tramuta in un liberale sincero e sono rimasto sbalordito. Non ho trovato giustificazione • .

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