La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 30 - 6 agosto 1908

12 incaricati gli Angelelli. Gli Angelelli che gli leggono le lettere che manda e riceve, che lo sfoglino nelle pieghe più riposte del pensiero, che lo fanno impazzire con le invenzioni sat- aniche, che gli strizzano l' anima per spremergli fin l' ultima goccia .di sangue. Ecco parche io che morirei cento volte pittosto che valermi della grazia sovrana domando per Pietro Acciarito e per Gio- vanni Passanante la grazia. Sono Pazzi tutti e due.- Tutti e due sono condannati per lo stesso delitto. La diversità è solo nel tempo. Il primo ha attentato alla vita di Umberto nel '97 e il secondo nel '78. Uno ha scontato dieci anni e l'altro trenta. Basta. La giustizia dev'essere sazia. Lei recluso. Di Acciarit ) abbiamo parlato nel penultimo numero. Di Giovanni Passanante ricordiamo ch'egli era un guattero di Salvia che ha dichiarato al dibattimento di essere stato indotto al regicidio dalla lettura dei « cattivi giornali ». Grafomane, ha imbrattato tanta carta. per i suoi progetti di. felicità sociale, „da coprire pa- recchi chilometri di strada. In meizo alla pazzia scritta c'è pure Qualche idea umana. Il suo attentato ha fatto cadere il mini- stero Cairoli. L'avvenimento è nella cronaca del tempo a carat- teri sesquipodali. Il re, sul trono da pochi mesi, era in viaggio a farsi vedere dalle popolazioni. A Napoli, mentre passava in carrozza con il presiclante dei ministri, per via Toledo. mi pare, è stato aggredito dal pugnale di Passanante. Lo ha salvato Cai- roli alzandosi e ricevendo lui la ferita. Gli alienisti non hanno voluto riconoscere Passanante pazzo. Egli è stato condannato a morte. Umberto lo ha graziato e ha aggiunto della propria cassetta una pensioncina per la di lui madre. Solo la regina ha rimproverato il regnante della sua magna- nimità. Ella era indignata perché diceva che col Passanante è stata « distrutta la poesia della inviolabilità di Casa Savoia. » La bigotta non perdona che a se stessa! 11 A_"\T CD L _A. il senatore Alceo Alassarucci — Urbanino Rattazzi degli spez- zati d'argento, — Francesco Cuochi — Il sopraggiunto re — il deputato Romolo Ruspi dei principi Cerreteri guardia di fi- nanza — ha cambialetta del signor conte di Torino — La sua simpatica ciociara e le collana di perle — li cavallo delle scu- derie reali. In una trattoria suburbana. Sotto gli alberi fronzuti, allo spi- rare di un venticello che fa ricordare il Simoun e sognare il mi- raggio delle alte cime candide. Vautrin divora un minestrone alla milanese. Costa poco e vale meno,

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