La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 25 - 2 luglio 1908

*" 30 togliersi gli incubi dallo stomaco ed era in dubbio se un testimonio potesse giovare al suo male, Si strinse la fronte- con le dita della mano, corrugan- dosi il viso come se fosse sotto l'azione di un dolore a- cuto, poi con una fiatata si mise a tògliere dall' involto scartafacci, diarii, note su listoni di carta, con le mani che sentivano della sua febbre che intensificava ad ogni indugio a scovare quello che cercava. Ah, eccole, diceva quando le trovava. Ma quando le sue mani erano state più di una volta al fondo e avevano capovolto tutto ciò che rimaneva nell'involto senza riuscire ai manoscritti che voleva e desiderava, impallidiva e diventava cereo. Finita la ricerca, si sarebbe, messo a piangere. Qual- cuno aveva dovuto sfare il pacco, perchè gli mancavano due involti: i più importanti. E' stato lì perplesso, rimet- tendosi di tanto in tanto a rivedere le soprascritte dei rotoli e abbandonandosi a ogni disillusione a una dispe- razione muta che lo sbiancava. — Rosa! Rosa! gridava passeggiando concitato e ri- tornando a premere il bottoncino •elettrico. Rosa! Rosa! Incrociava le braccia, si fermava premendosi il mento, ritornava allo scrittoio a rivedere gli involti e poi tras- metteva la sua impazienza sul campanello che fremeva per tutte le stanze, senza che Rosa si facesse viva. — Rosa! Rosa! vociava con la testa fuori dello studio. Rosa! — Se permette, vado io a cercarla. — Presto! diss'egli battendo una mano sull'altra. Non avevo fatto che due passi, che il giardiniere ve- niva ad avvertirci che Rosa aveva mandato a prendere una vettura ed era uscita. — Da quando? domandò il signore. — Da una mezz'ora. — Dimmi un pò : durante le mie assenze viene qual- cuno in casa mia? — Si sa: gente che va e viene. — Gente che conòsci ? — E' difficile ricordarsi di tutte le facce che passano per la casa del signor conte.

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