La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 25 - 2 luglio 1908

19 noi non sarebbe che una difesa contro i loro attacchi criminosi che, purtroppo, ci colpiscono molto da vicino, quotidianamente, giacché questi piccoli vermi s'infiltrano da per.tutto, e spesso non c'è costanza di donna, come non c'è purezza di fanciullo che possa resistere alle arti subdole di chi della fede fa uno strumento di prostituzione. Predicare ed agitarsi perché le nostre donne e i nostri bambini Eden° tenuti lontani da questi mostri non basta: l'ignoranza, la superstizione, il pregiudizio sono più forti, tante volte, d'ogni virtù di propaganda! Il dare un posto legittimo, per dir così, all'insaziabile cupidigia sessuale di questi reverendi eliminirebbe, a mio avviso, la ragione prima della loro corruzione e del loro bisogno di corrompere. Nè il riconoscimenro di questi — che poi sono i diritti più sacri della natura — preludierebbe alcuna transazione, alcuna fase di accomodamento. Anche se migliori, anche se i preti potessero di- venire i sacerdoti puri e sinceri di una religione, noi non po- tremmo mai venire a patti o tollerarli, parche là dio e prete pos- sono regnare dove regnano l' oscurantismo, la pura della morte e l'incapacità alla vita. Nessuna tregua dunque: si combatta sempre e dovunque, con tutti i mezzi e con tutte le forze ogni idea religiosa:ed ogni infil- trazione pretesca; ma dal momento che combatterli non significa distruggerli; se questa genia di malfattori dell'ombra, di violatori di coscienze e di verginità, prolifica meravigliosamente come i fun- ghi velenosi, noi abbiamo il dovere di salvaguardare i nostri at- tuali interessi e studiare di porre quei rimedi che possono ren- dere il contagio meno pericoloso e meno profonda la loro opera di pervertimento e di devastazione. Come ho detto, è un principio di preservazione che s'impone. i. Non è bene essere ferocemente assolutisti: le dottrine astratte sono belle; ma si rendono feconde di vittorie quando i loro se- guaci abbandonano il suo campo teoretico e metafisico (dove solo si possono distinguere nettamente i diversi ordini di idee e si possono formulare i principii rigidamente separatisti) per affron- tare la realtà della vita e vincerne le brutture con l'esercizio quotidiano d'una grande virtù e non con l'imperiosa intransigenza di un principio assoluto al quale si deve tendere come ar fine ultimo, ma del quale non bisogna farsi una regola e una disci- plina che tiranneggi la nostra azione presente. I preti bisogna distruggerli: ma finché ci sono e fanno parte, a diritto od a torto, dell' umano consorzio, migliorarli non è poi fatica sprecata. Roberio Roberti.

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