La Nuova Commedia Umana - anno I - n. 23 - 18 giugno 1908

7 vita che lo renda più resistente contro le seduzioni del piacere, sarà più facilmente portato ad abusare del suo ministero, . E il vostro aiuto deve consistere nel promuovere, ora che i grandi problemi interessano tutto il pubblico, dei dibattiti anche intorno alla questione del celibato. Ma dei dibattiti seri, calmi, non fatti d'invettive contro le persone, che non servono che a ritardare il trionfo della giustizia e della verità, ma di buone ra- gioni per distruggere sistemi di vita, che non sono più in armonia con le nostre idee e coi nostri sentimenti. I quali dibattiti servi- ranno intanto ad appassionare la pubblica opinione intorno a co- testo argomento, e cosi adagino adagino matureranno il giorno, il bel giorno, nel quale finalmente sarà levata questa grave onta che da secoli pesa su la nostra, casta. « E allora il prete, questo povero reietto, riconciliato finalmente con la vita, reintegrato ne' suoi pieni diritti di uomo, si sentirà più solidale nell'opera santa che affatica l' umanità verso forme di esistenza più evolute e perfezionate, e smetterà senza neppure avvedersene quel contegno diffidente ed ostile che fin qui ha mantenuto, principalmente per essere così segregato dal resto degli uomini, contro ogni nuovo atteggiamento dello spirito umano. Ahimè, no, proprio no, tonsurati reverendissimi! Troppo tardi. Il diritto di prender moglie nessuno ve lo contesta, fuori del papa, dimentico del melius nubere quam uni e però implicita- mente favorevole alla fornicazione e alla sodomia: noi laici vi contestiamo solamente il dirai() di fare il prete, vale a dire l'im- postore. , Fa benissimo, in Francia, l'abate Perot, vicario dellg diocesi di Parigi, a rivendicare contro quell,' arcivescovo, con regolare san- zione, le guarentigie istituite dal Codice per il contratto di lov,age de services, e si starà a vedere come la spunterà. Padronissimi i poeti decadenti, dello stampo dei Verlaine e degli Huysmans, di convertirsi alla religione cattolica, e di trottare, come fa in questi giorni Adolphe Rette, a piccole tappe, all'igno- bile santuario di Lourdes, portando nella bissaccia; oltre ad una camicia e ad un paio di calze, dell' acqua dentifricia, uno spaz- zolino per i denti, una bottiglia d' acqua di Colonia e due libri di preghiere, e col proposito di scrivere poi, al ritorno, una con- futazione del romanzo di Zola. Padronissimi, del pari, i cafoni del Lazio, in pieno XX secolo, di recarsi al Divino Amore, trascinandosi scalzi e a ginocchi sulla breccia e nel fango, strappandosi i capelli e urlando — La gra- zia! la grazia l — salvo poi, dopo aver buttato al pretonzolo di

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